Presentato alla Stazione Leopolda il riassetto della Denominazione del Chianti Classico che prevede la nascita di una nuova categoria di Chianti Classico che si posizionerà al vertice della piramide qualitativa, la valorizzazione della Riserva attraverso nuove regole di produzione e un restyling del famoso logo del Gallo Nero che uscirà dalla fascetta di Stato per accresce la propria visibilità sulla bottiglia. Importanti novità anche per la movimentazione del vino sfuso. Il Presidente Zingarelli: “Dopo un percorso durato oltre due anni abbiamo dato vita a un riassetto nato con il preciso intento di rilanciare la denominazione attraverso una serie di modifiche al disciplinare finalizzate a un ulteriore innalzamento qualitativo del prodotto. Si chiama “Gran Selezione” ed è il nuovo vino al vertice della piramide qualitativa delle etichette del Chianti Classico che da oggi avrà anche un nuovo marchio grazie al restyling dello storico Gallo Nero.
Così il Consorzio Vino Chianti Classico punta all’eccellenza senza compromessi: le novità introdotte nel disciplinare, e presentate oggi alla “Chianti Classico Collection”, l’anteprima delle annate 2012, 2011 e della Riserva 2010 del Chianti Classico di scena fino a domani alla Stazione Leopolda a Firenze, riguardano anche la tipologia “Riserva” che viene ulteriormente valorizzata attraverso regole produttive più rigorose, e l’eliminazione del cosiddetto vino “atto a divenire” nella movimentazione dello sfuso, che d’ora in poi potrà essere commercializzato soltanto se certificato come vino Chianti Classico. “Gran Selezione” - la nuova tipologia di Chianti Classico al vertice della Piramide Qualitativa: Questa nuova categoria si pone al vertice della piramide qualitativa del Chianti Classico che al momento esce sul mercato in due diverse tipologie: “Annata” e “Riserva”.
La “Gran Selezione” ha la particolarità di comprendere unicamente quei Chianti Classico integralmente prodotti in azienda che quindi non si avvarranno in nessuna percentuale di uve o vini prodotti da altre cantine. Anche per quanto riguarda il periodo di invecchiamento le regole previste per la “Gran Selezione” mirano all’eccellenza qualitativa del prodotto: questa nuova categoria di Chianti Classico potrà infatti essere immessa sul mercato solo dopo 30 mesi successivi alla vendemmia, di cui tre di affinamento in bottiglia, come per la “Riserva” il cui periodo di invecchiamento però rimane di due anni (12 mesi per l’annata). Nuova “Riserva”: Anche la Riserva, che rappresenta il 25% della quantità prodotta e il 35-40% del valore della denominazione, è stata interessata dal nuovo assetto.
Se il periodo di invecchiamento rimane invariato la vera novità è rappresentata dal fatto che il produttore dovrà dichiarare la destinazione del prodotto (Annata; Riserva; Gran Selezione) al momento della richiesta del campionamento. Ciò significa quindi che al momento in cui il produttore dovrà richiedere all’ente di controllo la certificazione del prodotto, dovrà dichiarare se questa certificazione viene richiesta per un Chianti Classico annata, Riserva o Gran Selezione. L’ente di controllo, che valuta l’idoneità attraverso un’analisi chimica effettuata da un laboratorio certificato e un’analisi organolettica affidata a specifiche commissioni, determinerà in quale tipologia il vino potrà essere classificato. Sparisce il vino “atto a divenire”: Se fino a oggi era possibile commercializzare vino “atto a divenire “ Chianti Classico, ovvero vino ancora non certificato dall’ente di controllo come un prodotto degno di rientrare nella DOCG del Gallo Nero, con la nuova modifica al disciplinare questo non sarà più possibile.
Le partite di Chianti Classico potranno essere commercializzate solo se provviste del relativo giudizio di idoneità. Restyling Gallo Nero: Il marchio che dal 2005 rappresenta l’intera denominazione e che da allora è presente nella Fascetta di Stato per tutti i produttori di Chianti Classico (soci o non soci del Consorzio), è stato interessato da una rivisitazione grafica tesa a renderlo ancora più protagonista in ogni bottiglia di Chianti Classico. Proprio in questo senso si inserisce anche il nuovo posizionamento del marchio previsto dal riassetto: il Gallo Nero esce dalla Fascetta di Stato, nel cui contesto risulta essere piuttosto “sacrificato” per dimensioni e risoluzione di stampa, per essere posto in maniera più visibile sulla bottiglia.
Il restyling del marchio, realizzato dallo studio milanese specializzato in strategic design Robilant & Associati, mette in evidenza un’immagine essenziale e di immediata lettura che, nella sua pulizia, sposa le molteplici identità di uno dei territori del vino più famosi al mondo. Il focus sugli elementi più fortemente identitari del Gallo, il becco, la coda, e il petto, lo rendono meno descrittivo e sempre più simbolico e figurativo. Il cerchio rosso attorno, anch’esso semplificato, garantisce una maggiore visibilità del segno in contesti diversi, guadagnando in contemporaneità. “Il Chianti Classico rappresenta una di quelle eccellenze del made in Italy che abbiamo il dovere di sviluppare per risultare vincenti e competitivi nel confronto con i mercati esteri - afferma Maurizio Di Robilant, presidente e fondatore di Robilant & Associati - un incarico importante che, oltre il mero adeguamento del marchio a stilemi visivi più contemporanei, coinvolge la dimensione della protezione e della valorizzazione di un saper fare tutto italiano, mediante la definizione di un’immagine all’altezza dei suoi valori distintivi”. “Oggi si chiude un percorso iniziato più di due anni fa con il preciso intento di rilanciare la denominazione attraverso una serie di modifiche al disciplinare finalizzate ad assecondare quell’innalzamento qualitativo del prodotto conseguito dai nostri vini negli ultimi anni” afferma Sergio Zingarelli, Presidente del Consorzio Vino Chianti Classico.
“Sono sicuro che con questi nuovi strumenti saremo in grado di affrontare le nuove sfide del futuro con una serie di regole capaci di rendere il Chianti Classico più forte davanti alla crescente concorrenza internazionale”. Si chiama Fabrizio Torchio l’enologo di 32 anni, piemontese di Asti, che ha ricevuto il Premio Nazionale “Giulio Gambelli” promosso dall’Associazione stampa enogastroagroalimentare toscana (Aset) e dal gruppo di giornalisti I Giovani Promettenti (IGP) con la collaborazione dei Consorzi di Tutela di Brunello di Montalcino, Chianti Classico e Vino Nobile di Montepulciano.
Laureato con lode all’Università di Torino e attualmente amministratore delegato del Gruppo Ricerche Avanzate Per l’Enologia (Grape), che si occupa di analisi avanzate su uve e vino, Fabrizio Torchio è stato indicato dalla commissione giudicante come l’enologo che meglio ha sposato la filosofia produttiva gambelliana. A lui vanno i 1500 euro del premio, messi in palio dalle aziende amiche da sempre di Giulio Gambelli. Il premio è stato creato in ricordo del “Maestro del Vino” e per premiare i giovani enologi vicini all’idea produttiva che fu di Giulio Gambelli: massima fedeltà e attinenza al vitigno, alle caratteristiche del terreno, alla diversità delle annate, in assoluta pulizia e correttezza esecutiva.
Massimo rispetto per la materia prima e prodotti che esprimano in maniera “chiara e netta” sia i vitigni di provenienza che il territorio di origine. Notevole il successo di partecipazione alla prima edizione del premio. Sono stati 19 gli enologi ammessi al concorso (questa la lista completa: Claudia Galterio, Matteo Bertè, Mattia Filippi, Luca Faccenda, Erik Dogliotti, Fabio Rossi, Elena Fucci, Paula Cook,Sieghard Vaja, Rocco Vallorani, Arianna Occhipinti, Marta Rinaldi, Dino Dini Angelo Molisani, Francesco Bordini, Gabiele Gadenz, Davide Fasolini e Cristiano Garella).
Si tratta di giovani che lavorano in tutta Italia (qualcuno anche all’estero) che hanno potuto partecipare inviando da 1 a 5 vini da loro seguiti ed entrati in commercio nel 2012. Questi vini sono stati assaggiati il 20 gennaio da una giuria formata dai cinque giornalisti IGP e da cinque soci ASET. In quell’occasione è stato scelto il vincitore. In tutto 74 i vini (5 spumanti, 2 rosati, 10 bianchi e 57 rossi). Rappresentate al banco d’assaggio produzioni provenienti da Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia.
Con la collaborazione dell’Ais della Valdelsa, la commissione ha degustato tutti i campioni in forma anonima. Alla prima edizione del Premio “Giulio Gambelli” hanno contribuito le aziende “amiche” di Giulio Gambelli: Castello di Cacchiano, Fattoria di Rodano, Il Colle, Montevertine, Poggio di Sotto, San Donatino, Tenuta di Bibbiano, Tenuta di Lilliano, Tenuta Ormanni. Il premio si svolgerà ogni anno e la premiazione avverrà a rotazione durante le Anteprime delle tre Docg sopra citate.
L’Aset è l’associazione nata nel 2012 per fungere da punto di riferimento e di aggregazione tra i giornalisti toscani attivi nel settore dell’agroalimentare e dell’enogastronomia. IGP è un gruppo informale di giornalisti specializzati che, condividendo una filosofia di fondo, contribuiscono ai reciproci blog con articoli e commenti.