di Nicola Novelli OSWIECIM (Polonia) – 5 sotto zero. Paesaggio imbiancato da una neve che cade incessante. 600 studenti medi toscani varcano i cancelli di Birkenau poco dopo l'alba invernale. Ad accompagnarli due bambine di 70 anni, le sorelle Tatiana e Andra Bucci, a cui le porte del campo di sterminio si aprirono quando avevano sei e quattro anni. Con loro i ragazzi arrivati dalla Toscana visitano il lager dove centinaia di migliaia di ebrei furono eliminati dai nazisti.
L'occasione è il Giorno della Memoria, che ancora una volta la Regione celebra oggi con una enorme visita-studio delle nostre scuole. Un'intera mattinata sotto la neve della Polonia per sperimentare solo vagamente le sofferenze patite da un popolo innocente. Gli studenti arrivati dalla Toscana all'alba con il Treno della Memoria raggiungono subito la Judenrampe, dove dal giugno 1940 i deportati venivano scaricati dai treni sui binari nel pressi del campo, per subite la prima sommaria selezione che avrebbe decretato la morte immediata, in gran parte dei casi. In silenzio e compostezza i ragazzi, scortati dalle guide del Museo di Auschwitz, raggiungono alcune restaurate baracche di legno, dove per anni vissero segregati i prigionieri, anche a 35 gradi sotto zero, con indosso una divisa leggera ed un paio di zoccoli.
Poi la visione umiliante delle latrine di massa. Infine di nuovo in cammino, attraversano l'enorme campo di sterminio, progettato per ospitare fino a 200 mila persone, lungo la Judenstrasse, alla volta dell'altro lato della città infernale, dove venivano perpetrati i misfatti peggiori. Ecco emergere, in mezzo a un bosco di betulle, i ruderi della "casa rosa", dove il sopravvisuto Sholomo Venezia ha testimoniato di aver trascinato fuori migliaia di cadaveri gasati per incenerirli insieme ai compagni del Sonderkommando.
Infine la così detta Sauna, dove i nuovi arrivati venivano spogliati e selezionati per il lavoro-schiavo nelle industrie del regime. C'è una mostra fotografica nel restaurato edificio della zona Kanada, con decine e decine di foto di famiglia ritrovate tra i beni personali avanzati alle razzie delle SS.
Approfondimenti
La lunga giornata a Birkenau per i ragazzi di Toscana si conclude in corteo al monumento del campo di sterminio.
E' lì, in una atmosfera gelida e irreale che ha luogo una toccante cerimonia. Uno ad uno, gli studenti si avvicinano al microfono e -titubanti- pronunciano ciascuno il nome di un italiano internato. Poi in una atmosfera di commozione, prendono la parola Ugo Caffaz, l'organizzatore del Treno della Memoria, e il Presidente della Giunta Regionale, Enrico Rossi, che ha voluto partecipare ancora una volta insieme ai giovani. Il viaggio -nella parole di Enrico Rossi- serve a perpetuare il ricordo dei sopravvissuti, per trasmettere di generazione in generazione il valore prezioso della testimonianza.
In un periodo di crisi come l'attuale sono facile tentazione le scappatoie razziste per additare un nemico pur che sia. Solo un anno fa -spiega il Presidente della Regione- la civile Toscana è stata teatro di un eccidio di matrice razzista, anche se attribuito ad uno squilibrato. Ma non è l'unico segnale di cui il nostro paese è stato protagonista. Recentissima l'inchiesta napoletana sul tentato stupro ad una ragazza ebrea -elenca Rossi- le ripetute violenze contro i braccianti africani in Campania e Calabria.
Oltre alle migliaia di morti, forse 17.000, affogati nel tentativo disperato di varcare lo stretto di Sicilia. "E' un grave errore -si conclude il discorso improvvisato di Enrico Rossi- quello di confondere la storia, da parte di chi arriva ad affermare che il solo errore di Benito Mussolini furono le leggi razziali, ma per il resto avrebbe fatto cose giuste".