di Dario Rossi FIRENZE– La Toscana torna ad Auschwitz: riparte dalla stazione di Santa Maria Novella di Firenze, per l’ottava volta, il Treno della memoria, che dal 27 al 31 gennaio 2013 porterà in Polonia ai campi di sterminio di Auschwitz-Birkenau 506 studenti delle scuole superiori toscane di 82 istituti diversi accompagnati da 83 insegnanti (quasi tutti alla loro prima esperienza), 51 studenti universitari, sette rappresentanti del Parlamento regionale degli studenti.
Con loro e con il presidente della Toscana Enrico Rossi, ex deportati a portare la loro testimonianza (le sorelle Andra e Tatiana Bucci, il partigiano Marcello Martini, il soldato internato Antonio Ceseri, e per la prima volta il regista e scampato al Ghetto di Varsavia Marian Marzynski, col suo docu-film sulla vita nel ghetto), rappresentanti delle istituzioni (per il Consiglio regionale il consigliere Enzo Brogi), delle comunità ebraiche, delle comunità Rom, di associazioni lgbt. La Regione Toscana, che organizza il treno della memoria dal 2002, ha trovato in particolare l’irrinunciabile collaborazione delle Province e della Fondazione Museo della Deportazione e della Resistenza di Figline e Prato per mettere in piedi l’iniziativa; con loro il Comune di Firenze, il Comprensorio Empolese Valdelsa, le aziede per il diritto allo studio.
Un’esperienza pilota in Italia e in Europa, un modo diverso per celebrare il 27 gennaio, giorno della liberazione del campo di Auschwitz, quando nel 1945 vi entrarono le truppe sovietiche, designato Giornata internazionale della memoria. Un’iniziativa che ha già portato nelle sue edizioni precedenti quasi 6mila studenti toscani e centinaia di insegnanti, passati tutti attraverso ore di studio e confronto sulla materia. L’obiettivo è sempre raccontare per non dimenticare, ricordare la Shoah non solo come strage di un popolo, quello ebraico, e di tante altri soggetti sociali sgraditi ai nazisti; ma come ammonimento sulla crudeltà e sull’indifferenza umana, in agguato ancora oggi, ascoltando dalle vive parole dei sopravvissuti e vedendo da vicino per attivare nei giovani forti anticorpi nei confronti del razzismo e dell’intolleranza. Nel 2013 a tutto questo si aggiunge il tema, non così ben conosciuto, della rivolta, della ribellione nei confronti degli aguzzini.
Molti ebrei, specialmente nell’Europa dell’Est, trovarono la forza per dire no e affermare la loro dignità di uomini. In Polonia e in Unione Sovietica rivolte armate scoppiarono in un centinaio di ghetti, fino alla più clamorosa, quella del 1943 nel Ghetto di Varsavia che i nazisti riuscirono a soffocare solo dopo settimane di combattimenti, radendolo letteralmente al suolo dopo aver rastrellato casa per casa. Ma anche i campi di sterminio non furono solo un luogo di annientamento, come ricorda ad esempio Shlomo Venezia nel suo libro su Auschwitz, ma sedi di rivolte armate, ad Auschwitz appunto come prima era successo a Treblinka e Sobibor. Tornando al Treno della memoria 2013 e alla sua composizione, occorre ricordare che degli 82 isitituti superiori rappresentati, 2 sono della provincia di Arezzo, con 42 studenti e 6 insegnanti; 10 dalla provincia di Firenze, con 58 studenti e 10 insegnanti (di cui 4 scuole dal Circondario Empolese Valdelsa con 20 studenti e 4 insegnanti, e 1 dal Comune di Firenze con 6 studenti e un insegnante); 5 dalla Provincia di Grosseto, con 30 studenti e 5 insegnanti; 11 dalla provincia di Livorno, con 44 studenti e 11 insegnanti; dalla provincia di Lucca 8 con 48 studenti e 8 insegnanti; 7 sono della provincia di Massa Carrara, con 56 studenti e 7 insegnanti; dalla provincia di Pisa 10 con 63 studenti e 10 insegnanti; 9 dalla provincia Pistoia, con 63 studenti e 9 insegnanti; dalla provincia di Prato vengono 7, 42 studenti e 7 insegnanti; dalla provincia di Siena, 9 con 63 studenti e 9 insegnanti. Toscana notizie, l'agenzia di informazione della giunta regionale toscana, racconterà per cinque giorni, in presa diretta, il viaggio e la visita ai campi.
Nella pagina speciale ci saranno lanci, racconti, foto ma anche video, reportage e un blog realizzati da Intoscana.it, la redazione giornalistica della fondazione Sistema Toscana. I ragazzi in Polonia, ma anche chi è rimasto in Toscana e partecipa magari ad una delle tante altre iniziative di ricordo in programma, potrà inoltre condividere emozioni e pensieri (o postare anche foto e video) utilizzando twitter. E' una delle novità di questa edizione.
Basterà aggiungere al messaggio un hashtag dedicato (#trenomemoria2013), una sorte di parola chiave, e i tanti cinguetti potranno essere raccolti da tutti e da qualsiasi luogo in un unico grande contenitore virtuale.i. A questi vanno aggiunti i 51 universitari dei tre atenei toscani di Firenze, Pisa e Siena (17 da ciascuna università). E’successo e dunque può succedere di nuovo. Magari in altre forme, ma con la stessa aberrazione. Lo diceva Primo Levi, lo scrittore sopravvissuto ad Auschwitz, e ne è convinto il presidente della Toscana, che lo ripete durante la conferenza stampa in cui presenta il programma dell’ottava edizione del treno della memoria.
Parteciparvi, dice, è un modo per vaccinarsi, anche se purtroppo violenze non troppo diverse si ripetono anche oggi e ideologie altrettanto aberranti infestano più parti del mondo. Cita l’Ungheria il presidente, un esempio tra i tanti della cronaca contemporanea su cui fin troppo flebile, sottolinea, è la voce internazionale. Per questo occorre vaccinarsi: anche per non essere indifferenti. Ed è per questo che la Toscana organizza dal 2002 il treno della memoria. Su quel treno sono saliti (o stanno per salire) più di seimila ragazzi in otto diverse edizioni.
Ed è un’esperienza che ti segna, racconta il presidente della Toscana. Ci è salito la prima volta due anni fa e si dice contento di farlo di nuovo, con i ragazzi: un’esperienza che segna gli adulti ed ancor di più i ragazzi, per tutta la vita. Per l’assessore toscana alla cultura, anche lei presente alla conferenza stampa, i campi come Auschwitz lasciano nell’animo di chi si trova a visitarli il segno della lucida pianificazione dell’orrore e della programmazione della morte. Per questo è essenziale far vivere iniziative come il Treno della memoria, che la Regione ha voluto fortemente mantenere non togliendo un euro al complessivo bilancio del settore culturale; perché solo attraverso la cultura, la conoscenza si investe sulla consapevolezza e si può insegnare a dire no e combattere il silenzio che l’oblio impone alle coscienze, consentendo la rinascita di fenomeni oscuri. Il coordinatore del Treno della memoria ed esponente della comunità ebraica toscana, Ugo Caffaz, ha da parte sua tenuto a sottolineare quanto la partecipazione ad iniziative come questa contribuiscano ad alzare la soglia della sensibilità ai temi del razzismo e dell’antisemitismo, in particolare tra le giovani generazioni.
Svela anche in anteprima un inedito: una ricerca del giovane sociologo Luca Bravi con un questionario distribuito a più giovani e da cui emergono l’atteggiamento diverso tra cui è stato ad Auschwitz ed è salito sul treno e chi no. La riprova del valore educativo e didattico dell’iniziativa toscana. Caffaz ha poi sottolineato come l’edizione 2013 del Treno della memoria sia dedicata a Shlomo Venezia, deportato e sopravvissuto scomparso di recente, testimone diretto delle atrocità di Auschwitz raccontate in quello che è ormai un testo classico sulla Shoah, “Sonderkommando Auschwitz”.
La rivolta, in memoria della sanguinosa sollevazione del maggio 1943 del ghetto di Varsavia, è il tema della giornata della memoria che ricorre domenica. La rivolta e la ribellione, ricorda sempre Caffaz, si legano al tema della possibilità della scelta: come quella che spinse nel 1938 il Cardinal Elia Della Costa ha tener sbarrate chiese e sede dell’Arcivescovado durante la visita di Hitler a Firenze.