Menarini firma un accordo plurimilionario nell’oncologia del terzo millennio. L’accordo prevede lo sviluppo e la successiva commercializzazione di cinque farmaci, ciascuno dei quali si indirizzerà a diverse tipologie tumorali attraverso un meccanismo di azione innovativo. Gli investimenti previsti sfiorano gli 800 milioni di euro in un arco di tempo pluriennale. Avvicinare le cellule tumorali con “anticorpi armati” che le individuano in mezzo a quelle sane, e le avvelenano grazie ad una tossina; oppure le “stringono in un abbraccio mortale”.
Questo l’oggetto del contratto di Ricerca e Sviluppo congiunto tra Menarini e Oxford Bio Therapeutics, società internazionale leader nel settore delle biotecnologie, focalizzata sullo sviluppo di farmaci innovativi in ambito oncologico. “Si tratta di un progetto ambizioso e a lungo termine, che conferma la nostra filosofia: investire sul futuro e credere che sia ancora possibile, in Italia, fare ricerca di altissimo livello – spiega Lucia Aleotti, vicepresidente di Menarini. “La ricerca per un nuovo farmaco è ad alto rischio di fallimento e dura mediamente 10-12 anni.
Noi non vedremo i risultati di questo progetto prima del 2022, sempre che tutto vada bene”. Aleotti coglie l’occasione per lanciare un nuovo appello al Governo: “Le leggi varate finora nel farmaceutico penalizzano le imprese che fanno innovazione a beneficio di chi fa imitazione. Abbiamo bisogno che questo trend si inverta per poter continuare a sostenere investimenti di questo livello, per il bene dei pazienti e lo sviluppo del Paese”. In particolare, Oxford Bio Therapeutics collaborerà con Menarini Biotech, centro per le biotecnologie in grado di sviluppare un farmaco biologico a partire dalla scala di laboratorio, passando dalla scala pilota, fino alla produzione su scala industriale. Andrew Slade, Presidente di Menarini Biotech: “E’ un’eccezionale opportunità per un’azienda italiana come Menarini, puntare allo sviluppo di farmaci oncologici utilizzando le più innovative tecnologie in combinazione con la profonda esperienza che abbiamo acquisito nel tempo sia in campo biotecnologico che oncologico.
Nel nostro team c’è un’incredibile determinazione e tenacia nel promuovere la ricerca di nuove terapie per gravi patologie attualmente senza cure, e questo accordo è un concreto esempio di ricerca di frontiera”. Quello annunciato oggi da Menarini “è un accordo importante, perché orientato al futuro”, anche se “non risolve il problema dell’oggi, che consiste in mille esuberi.” E’ il commento del segretario della Femca-Cisl Toscana, Massimo Guerranti all’annuncio della multinazionale farmaceutica fiorentina dell’intesa con la Oxfort Bio Therapeutics. “Si tratta dell’accordo più rilevante sottoscritto da Menarini negli ultimi anni e riguarda la ricerca – dice Guerranti -.
Questo ci porta a valutarlo come un segnale certamente positivo, perché è orientato al futuro. Purtroppo anche se quest’intesa porterà alla realizzazione di nuovi farmaci, come atteso e sperato, questo non sarà certamente a breve. Rimane quindi il problema dei mille esuberi che il gruppo ha annunciato e a proposito dei quali anche stamani al Sole-24 Ore Lucia Aleotti ha detto ‘non cambiamo idea’.” L’assemblea dei lavoratori dell’area fiorentina del gruppo Menarini si è svolta il giorno 26 ottobre 2012 presso l’Hotel Mediterraneo di Firenze ed ha visto la partecipazione di circa 250 addetti.
All’ordine del giorno il mancato ritiro dell’annuncio aziendale di mille esuberi ed la sospensione di un mese della procedura. I delegati RSU di CODIFI, FIRMA, Menarini IFR, Menarini Manufacturing e Menarini Ricerche hanno introdotto l’assemblea rappresentando, con diverse angolazioni, la situazione aziendale. La storia degli ultimi 40 giorni è la stessa degli ultimi 15 anni. L’azienda ha da sempre usato i lavoratori strumentalmente per avere controparti (governi, giudici, ecc.) “sotto ricatto”.
Al contempo non tutte le promesse fatte negli ultimi 15 anni hanno visto la realizzazione. La sospensione della procedura non è il ritiro dell’annuncio, quindi è una brutta notizia, perché certifica e di fatto apre uno scenario nuovo. La fase attuale non sarà di immobilismo passivo in attesa degli eventi, ma si procederà con le iniziative che le RSU decideranno di volta in volta come più opportune nei modi e nella relativa tempistica, anche in relazione al sostegno espresso dai lavoratori.
Trattandosi anche di una battaglia per la dignità dei lavoratori e del lavoro, nessuno si può e si deve sentire escluso. Dopo l’introduzione si è aperta la discussione alla quale hanno preso parte i lavoratori di tutti i siti fiorentini (Capalle, Ponte a Ema, Sette Santi, Via di Scandicci, compresi quelli delle ragioni sociali senza rappresentanza RSU - Menarini Diagnostica e Menarini Internazionale). I 17 interventi hanno toccato i seguenti argomenti: importanza di un’assemblea aperta a tutti i lavoratori dei vari siti; apprezzamento e conferma delle ragioni alla base delle iniziative sinora svolte dalle RSU dell’area fiorentina; critica alla strategia aziendale, che non ha apparentemente tenuto conto della scadenza dei brevetti e del ruolo giocato dai generici da anni su tutti i mercati; I lavoratori hanno votato all’unanimità (solo 2 contrari e 4 astenuti) un documento finale dove si da mandato all’RSU di proseguire sulla linea di contrasto sinora tenuta. I lavoratori dell’area fiorentina del Gruppo Menarini dicono "BASTA al loro utilizzo come armi improprie ora contro i giudici, ora contro il governo di turno.
Sono stanchi di vedersi sbattere in prima pagina come meccanismo di difesa per una qualsiasi indagine o legge intervenga verso la proprietà o l’azienda. I lavoratori appoggiano le iniziative finora intraprese dalle RSU a tutela e salvaguardia della dignità e della professionalità di ogni singolo lavoratore. In modo particolare deve essere sottolineata l’importanza in questa fase del blocco del lavoro straordinario come forma di coerenza minima di fronte ad una richiesta di licenziamenti. I lavoratori sostengono le RSU al fine di continuare nella lotta per la tutela del posto di lavoro, secondo le forme e i tempi che le RSU riterranno più opportuni. I lavoratori della Menarini di Firenze sono consapevoli che la fase impone un’attesa che non deve in alcun modo determinare la caduta di attenzione alla vicenda.
E’ del tutto evidente che siamo di fronte solo ad una breve sospensione a tempo (30 giorni) e non ad un ritiro dell’annuncio aziendale di più di mille esuberi. Per tale motivo i lavoratori chiedono e danno mandato alla RSU di verificare la migliore modalità di organizzare le iniziative senza escludere un pacchetto di ore di sciopero da coordinare anche con le altre sedi del Gruppo e con le OO.SS. territoriali e nazionali. Approvato all’unanimità dall’Assemblea dei lavoratori del gruppo Menarini Area Fiorentina riuniti a Firenze il 26 ottobre 2012".