FIRENZE – “La ripercussione di scelte nazionali sul fatturato di un’azienda non può essere scaricata sui lavoratori. Lanciare l’ipotesi dei 1.000 esuberi è stata una forzatura da parte di Menarini. Ora occorre con forza far ripartire la discussione dal punto zero e avviare un sereno confronto tra istituzioni, azienda e parti sindacali”. L’assessore alle attività produttive, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini ha incontrato stamani le rappresentanze sindacali della Menarini e i sindacati provinciali, per fare il punto sulla vicenda Menarini, dopo l’annuncio da parte dell’azienda dell’apertura di mobilità per 1.000 lavoratori. Simoncini ha annunciato anche che venerdì incontrerà l’azienda, e che scriverà una nuova lettera al ministro Passera, per informarlo dell’incontro di stamani e chiedere nuovamente l’attivazione di un tavolo sulla farmaceutica, richiesto anche dalle organizzazioni sindacali nazionali.
Già nei giorni scorsi l’assessore aveva inviato lettere ai ministri Passera e Balduzzi, per sollecitare l’apertura del tavolo. “Quella creata dalla legge sull’obbligo di prescrizione del principio attivo – dice Simoncini – è una situazione che riguarda non solo Menarini, ma anche altre aziende. E comunque – sottolinea – la ripercussione di scelte nazionali sul fatturato non può essere scaricata sui lavoratori. Anche perché, dalle prime verifiche fatte dagli uffici dell’assessorato alla sanità, verifiche che sono tuttora in corso e devono essere approfondite e puntualizzate, risulterebbe che un contraccolpo c’è, ma non tale da ipotizzare i numeri messi sul tavolo da Menarini.” Nell’incontro con l’azienda fissato per venerdì 19, Simoncini ha annunciato che per prima cosa chiederà il blocco di ogni atto che riguardi l’occupazione, e la riapertura della discussione.
“E’ necessario capire quali sono realmente le conseguenze del decreto – ha chiarito Simoncini – e qual è la vera situazione della Menarini a medio e lungo periodo. Quali che siano le ricadute, noi siamo per il mantenimento dell’attività produttiva in Toscana e in tutto il Paese. La farmaceutica deve essere uno dei settori qualificanti del manifatturiero, una presenza all’altezza della qualità delle competenze da sempre sul nostro territorio”. La Menarini ha 3.600 dipendenti sul territorio nazionale, in Toscana, Lombardia, Lazio, Abruzzo: il 40% impegnati nella produzione, il 60% impiegati e informatori scientifici.
“L’azienda ha fatto due affermazioni molto gravi – hanno detto i rappresentanti sindacali – Prima di tutto, ha attribuito tutte le responsabilità al decreto sui generici. Ma, ancora più grave, ha affermato che intendono chiudere la produzione in Italia e portarla all’estero”.