Stamani il Presidente della Regione Enrico Rossi ha incontrato, presso la sede dell’Unione Valdera, le istituzioni del territorio, gli operatori economici, i rappresentanti dei sindacati e delle forze imprenditoriali. La tavola rotonda, introdotta e moderata dal Presidente dell’Unione Simone Millozzi, ha visto la partecipazione di una numerosa platea ed è stata l’occasione per fare il punto sullo stato dell’economia di questo territorio e sulle possibili strade percorribili per affrontare la crisi in atto. Intervenire sulla proprietà per richiamare, impresa e imprenditore, alla propria responsabilità sociale; sollecitare le banche, a fronte di un serio piano industriale, ad un maggiore impegno verso l’azienda; mantenere aperta e per quanto possibile attiva l’impresa primo e principale obiettivo per scongiurarne la chiusura; intervento della Regione per garantire l’anticipazione delle risorse per la cassa integrazione.
Sono questi gli impegni che il presidente della Regione, Enrico Rossi, si è assunto al termine dell’incontro con sindacati e lavoratori della CDC a Pontedera, che si è svolto in mattinata alla presenza del sindaco Simone Milozzi e di Ivan Ferrucci, consigliere regionale. “Siamo in una fase – ha detto Rossi – nella quale paghiamo la mancanza di scelte strategiche dell’Europa e in particolare di questo Paese. Dobbiamo recuperare competitività e dobbiamo puntare sull’innovazione e la ricerca, sulle grandi qualità del nostro territorio, sulla razionalizzazione del nostro sistema Paese.
Ma razionalizzare non significa tagliare indiscriminatamente”. Rossi ha evidenziato i guasti causati dalla mancanza di decisioni importanti da parte dello Stato che in questi ultimi anni ha inseguito il mito delle “piccole patrie”. “Non è con uno Stato debole che si potrà risolvere questa crisi – ha detto – ; occorre capire che decisioni importanti devono essere prese nell’ottica della giustizia sociale e della efficienza del Paese”. Per quanto riguarda il territorio della Valdera Rossi ha citato la Piaggio garantendo che la Regione è pronta a fare la sua parte sul progetto che riguarda l’asse del Dente Piaggio, relativamente ad investimenti nel settore dello sviluppo, dell’innovazione produttiva e della formazione.
“Chiediamo alla Piaggio di sapere se è sempre disposta a portare avanti i progetti su cui la stessa azienda aveva sollecitato le Istituzioni” Intanto la Toscana affonda da qualsiasi prospettiva la si guardi, il vortice risucchia tutti, nessuno escluso. Il caso Menarini oltre ad aver fatto il giro del mondo ha gettato nello sconforto la realtà fiorentina e toscana al suon di "Anche loro? Allora è finita" perché si tratta di un settore che non può avere flessioni, non è umanamente possibile che la cura dell'essere umano attraverso i farmaci possa entrare in crisi.
Farmaceutica: "I propositi del Gruppo Menarini, che ha annunciato un esubero di oltre mille addetti a causa delle ripercussioni dei provvedimenti sulla Revisione della Spesa in materia di Sanità della cosiddetta Spending Review, sono assolutamente inaccettabili". Lo dichiara, in una nota, Roberto Rizzo, Responsanbile del Dipartimento Lavoro Idv Toscana. "La proposta dell'azienda, che rappresenterebbe gli esuberi più consistenti nel settore farmaceutico e di tutto il panorama industriale italiano, appare totalmente strumentale, oltretutto in assenza di un progetto industriale di sviluppo.
E' indubbio che in questa vicenda svolge un ruolo pesante la legge che obbliga in sostanza il medico a fare prescrizioni indicando la sola denominazione del principio attivo contenuta nel farmaco, una norma che siamo convinti debba essere modificata e migliorata", continua Rizzo. "Riteniamo indispensabile che questa vicenda non determini un contraccolpo pesante sull'occupazione e sui livelli occupazionali. Non possiamo accettare che siano i lavoratori a pagare queste scelte né che si determini l'indebolimento dell'industria farmaceutica italiana che in Toscana ha uno dei poli più rappresentativi in termini di fatturato e di occupazione". I rappresentanti sindacali delle aziende Menarini e Guidotti, i sindacati provinciali e le istituzioni locali saranno martedì prossimo in Regione a convocarli l’assessore alle attività produttive, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini che, per i giorni successivi, ha già messo in calendario anche un incontro con l’azienda.
“In attesa che venga convocato il tavolo nazionale che abbiamo sollecitato con forza – ricorda l’assessore Simoncini – per discutere delle ripercussioni della nuova normativa nazionale, ribadisco che non possono essere comunque i lavoratori a pagare per queste scelte e che la Regione si sta impegnando per difendere la permanenza del gruppo sul territorio toscano e, più in generale, per tutelare l’occupazione nel settore dell’industria farmaceutica che nella nostra regione ha uno dei poli più importanti in termini di fatturato e posti di lavoro”. Trasporti: Presa di posizione della Commissione Lavoro della Provincia di Firenze, presieduta da Maurizio Cei,dopo l’incontro con le organizzazioni sindacali e la Rsu, oggi in Palazzo Medici Riccardi, sulla difficile situazione della Opi-Tec e della Tecnobus, dovuta "al mancato pagamento dei lavori di manutenzione sui mezzi di trasporto da parte di Ataf Spa".
Tenuto conto che questa situazione "mette a rischio il pagamento degli stipendi dei prossimi mesi e di conseguenza la futura tenuta dei livelli occupazionali, la Commissione, nel far proprie le preoccupazioni delle organizzazioni sindacali dal punto di vista dell’occupazione e del lavoro, invita Ataf a riallacciare delle positive relazioni sindacali e a chiarire le proprie volontà sul futuro di queste aziende". Al contempo la Commissione si rende disponibile ad aprire un dialogo con le rappresentanze sindacali e con la proprietà delle aziende anche in collaborazione con le commissioni competenti del Comune di Firenze. Alberghiero: L'assessore al lavoro della Provincia Elisa Simoni ha illustrato in Consiglio provinciale la situazione del gruppo NH Hotels, il cui piano di ristrutturazione prevede oltre 300 licenziamenti, 33 dei quali in Toscana.
"La vertenza incontra punte di criticità - commenta per Rifondazione comunista Andrea Calò - per l'arroganza della proprietà nei confronti di un settore tutt'altro che in crisi e che utilizza i profitti attraverso la flessibilità e la scarsa sostenibilità dei rapporti di lavoro. E' un modo di usare la crisi su cui vigilare, con uno sguardo capillare sulle aziende toscane". Per Carla Cavaciocchi (Pdl), nel caso in questione, "la crisi è una scusa. C'è anche il problema dei fornitori. La vertenza non coinvolge solo i dipendenti di NH Hotels". Industrie: “La società Lucchini di Piombino rischia di chiudere nei prossimi mesi se non vi sarà un preciso intervento del governo.
L’esecutivo deve assumersi le proprie responsabilità e cercare soluzioni industriali, garantendo il mantenimento del ciclo integrato e l’occupazione”. E’ quanto chiedono il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, e i deputati Fabio Evangelisti, Giovanni Paladini e Nello Formisano, in un’interrogazione parlamentare rivolta al ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera. “La prima volta che Alexej Mordashov, proprietario della società, annunciò pubblicamente la sua intenzione di abbandonare Piombino era l’agosto del 2009 – spiegano dall’IdV - da lì è seguito uno stillicidio di tre anni prima che le banche creditrici accettassero di ricontrattare il debito.
Una dilazione ripagata con l’impegno di cedere, entro il 2014, la Lucchini anche a un solo euro, con il diritto di prelazione a Imi, capofila degli istituti creditori. Gli investitori russi di Mordashov sono così usciti di scena senza rimetterci un solo euro. Esiste una situazione di grave impedimento nella ricerca di soluzioni industriali in quanto il debito è tutto a carico delle banche, le quali hanno l’interesse primario di recuperare i propri soldi e non certo far prevalere l’approccio imprenditoriale.
Qualunque industriale seriamente interessato al ciclo integrale di Piombino metterà a disposizione risorse finanziarie solo per gli investimenti da effettuare sugli impianti e non certo per pagare i debiti del passato. Di questo passo si sta pericolosamente avvicinando il rischio di un default”. Nell’atto ispettivo, Di Pietro, Evangelisti, Paladini e Formisano chiedono al ministro Passera “se non intenda aprire un tavolo nazionale sulla siderurgia per la realizzazione di un piano nazionale siderurgico e per dare delle risposte concrete sui temi delle bonifiche, delle infrastrutture e del risparmio energetico; se non intenda riconoscere i contratti di solidarietà come intervento straordinario e strutturale per la gestione di periodi di crisi, fuori dal conteggio della Cassa integrazione; se non intenda impegnarsi seriamente nella ricerca di soluzioni industriali al fine di garantire il secondo polo siderurgico italiano; se non intenda impegnarsi con altrettanta perizia nella ricerca di soluzioni industriali per la Magona Arcelor Mittal”. Editoria e librerie: Rifondazione comunista torna sulla vertenza Edison dopo aver appreso dello scontro tra le la proprietà, l'editrice Feltrinelli, e la proprietà della libreria Edison, Bellentani.
Il rischio che l’accordo del 1° ottobre "non sia rispettato dalla proprietà e che si trascini in maniera strumentale i lavoratori e la vertenza stessa è reale - dichiarano i consiglieri provinciali Andrea Calò e Lorenzo Verdi - E' un comportamento inaccettabile, con il forte rischio che i lavoratori, una volta raggiunto l’accordo economico tra le proprietà, vengano abbandonati al proprio destino". Rifondazione chiede alla Provincia che "vigili sul rispetto dell’accordo stipulato il 1° di ottobre tra le organizzazioni sindacali di categoria, la proprietà Bellentani, il gruppo editoriale Feltrinelli".
Presentata a riguardo una domanda d'attualità. "Uno scontro tra le due proprietà che passa sopra le teste dei 36 lavoratori della libreria di piazza Repubblica, ma che in base all’accordo sindacale che impegna Bellentani a versare ogni martedì un anticipo di 800 euro ai dipendenti ma che da parete della Feltrinelli nel sottolineare l’inattendibilità dell’altra parte avverte i lavoratori: «Vigilate che la rinuncia a tre mesi di affitto vada a vostro beneficio e non venga utilizzata da Bellentani in altro modo».
Una affermazione gravissima, se non fosse che comportamenti di questo genere non è la prima volta che li vediamo affacciarsi sulle vertenze sindacali. Un tema che ripropone l’uso strumentale dei lavoratori in un contesto che non appartiene alla materia dei diritti sindacali propri delle vertenze, contratti, salari , rispetto degli accordi e delle clausole sociali, ma si tenta tirare i lavoratori da una parte o dall’altra per poi lasciarli al proprio destino lavandosi i le mani quando gli accordi economici sono raggiunti".