Siena, 20 ottobre 2012- Un fatturato che sfiora i 90 milioni di euro in un anno. Una forza lavoro cresciuta complessivamente del 5%. È la fotografia di Cooplat, cooperativa toscana tra le maggiori in Italia impegnate nei settori del Facility management e dell'ecologia, che stamani a Siena ha presentato il suo bilancio sociale 2011. Un incontro sul ruolo del lavoro e della cooperazione al tempo della crisi, a cui hanno preso parte, oltre al presidente di Cooplat Fabrizio Frizzi, anche l'assessore regionale all'ambiente Anna Rita Bramerini, il presidente della Provincia di Siena Simone Bezzini e l'europarlamentare Leonardo Domenici. I dati dimostrano che nonostante il difficile momento generale di crisi, Cooplat continua a crescere.
La cooperativa di servizi, che in Toscana ha sedi operative a Firenze, Livorno, Siena, Grosseto, Pistoia e Piombino, e – fuori regione – a Cagliari, Siracusa, Torino, Roma e Napoli, nel 2011 registra ricavi delle vendite e delle prestazioni per 87,3 milioni di euro. Un risultato in crescita rispetto agli 85,3 milioni di fatturato del 2010 e rispetto ai 77,6 milioni dell'anno precedente. Il 'peso' maggiore in Toscana, dove nel 2011 Cooplat registra ricavi per 51 milioni (erano 47 nel 2010 e 43 nel 2009), pari al 59% del totale. Quanto alla forza lavoro, Cooplat nel 2011 arriva a contare 1.631 soci lavoratori e 1.381 dipendenti per un totale di 3.012 addetti (1.897 donne e 1.115 uomini): rispetto al 2010, quando gli addetti tra soci e dipendenti erano 2.872, si registra quindi una crescita del 5% della forza lavoro.
Un aumento che spicca ancor di più in Toscana: nel 2010 Cooplat registrava nella nostra regione 1.786 addetti, saliti a 1.917 nel 2011, per una crescita del 7%. 442 i lavoratori stranieri (di cui 258 donne e 184 uomini) provenienti da 44 Paesi diversi e pari a circa il 15% della forza lavoro totale. Una presenza sempre più consistente in Cooplat, che nel giro di un anno è cresciuta del 13% (nel 2010 i lavoratori stranieri erano infatti 394): un dato che conferma il carattere ''interculturale'' della cooperativa. Particolare attenzione è stata dedicata dalla relazione sociale alla presenza di Cooplat sul territorio senese.
Una sezione comprende un ciclo interviste rilasciate dai lavoratori del cantiere Sma di Badesse, in cui Cooplat in Ati con Cft svolge dal 2007 attività di logistica per rifornire i supermercati toscani di generi alimentari. 40 i lavoratori, dalle cui testimonianze emerge come l'importanza data da Cooplat alle regole e alla sicurezza sul luogo di lavoro, il dialogo e il coinvolgimento dei lavoratori nei processi e nelle scelte produttive, siano elemento di motivazione per i dipendenti e impulso alla redditività e alla competitività del cantiere.
Nel complesso, nella provincia di Siena, Cooplat conta 184 soci e 35 dipendenti, per un totale di 219 addetti, e un fatturato che in linea con il 2010, si attesta nel 2011 sui 7,5 milioni di euro. "La crisi – trae le conclusioni il presidente di Cooplat Fabrizio Frizzi- persiste e tocca anche il comparto dei servizi. Tuttavia, in un mercato che sempre più subordina i diritti, la sicurezza e la qualità del lavoro, minato dai ritardi dei pagamenti e costretto nel vicolo cieco delle gare al massimo ribasso, Cooplat riesce a crescere in fatturato, patrimonio netto, addetti e soci, rispettando i diritti fondamentali del lavoro e della responsabilità sociale dell’impresa, ispirandoci ai dettami della carta costituzionale".
"Dal mondo cooperativistico – conclude Frizzi - e dal suo modo di stare nell'economia, che antepone il valore del lavoro a quello del profitto, può arrivare la spinta per il cambiamento, l’opportunità politica di indirizzare mercato ed economia verso il bene comune". La presentazione della relazione sociale di Cooplat è stata l'occasione per approfondire il tema del lavoro al tempo della crisi con un dibattito a cui hanno preso parte, oltre al presidente di Cooplat, l'assessore regionale all'ambiente Anna Rita Bramerini, il presidente della Provincia di Siena Simone Bezzini e l'eurodeputato Leonardo Domenici.
Bramerini ha affrontato il tema della Finanziaria regionale e delle misure previste per il mondo dell'impresa. "Ho chiesto – spiega – di premiare sul fronte della tassazione quelle aziende che si sono fatte promotrici di politiche attive per la tutela ambientale. Serve un cambio di passo, prima di tutto culturale, e far passare il messaggio che la green economy e l'ambiente possono essere un volano di sviluppo per uscire dalla crisi. L'esempio più eclatante, i rifiuti. Mentre nel nostro Paese continuano ad essere considerati un problema, nel resto d'Europa sono un'occasione per fare impresa, uno stimolo alla produttività". Sulla crisi e sulle misure che l'Europa dovrebbe mettere in campo per superarla, si è soffermato Domenici.
"Questa crisi – spiega l'europarlamentare - ci viene raccontata in maniera volutamente sbagliata: per risolvere i problemi nati dentro la finanza si stanno utilizzando soldi pubblici, i soldi di tutti. Infatti da crisi finanziaria è diventata crisi economica e sarà sempre più sociale". "La crisi - prosegue Domenici - è più difficile da gestire in Europa, perchè qui le istituzioni sono frammentate e incompiute, e la politica, almeno in alcuni Paesi, è più debole e priva di una visione strategica".
Secondo l'eurodeputato, "la risposta dei governi conservatori si è basata su politiche di austerità a senso unico, dobbiamo trovare nei cittadini gli alleati per superare questa politica. La risposta dev'essere europea e far capo alle forze di sinistra, socialiste e social-democratiche europee". Interpellato dai giornalisti, Domenici interviene anche sul tema delle agenzie di rating. "Oltre a battaglie come per la tassa sulle transazioni finanziarie, l'altra questione è il dover garantire trasparenza anche al rating e a chi lo fa.
Non c'è alcuna competizione in questo settore, non c'è un mercato e non ha regole. Le agenzie sono spesso costruite su un conflitto d'interessi. Sono finanziate dalle stesse persone che vengono valutate", ha concluso Domenici, che è anche relatore sul tema della regolamentazione delle stesse agenzie al Parlamento europeo. Al centro dell'intervento del presidente Bezzini, il patto di stabilità "i cui effetti sull'economia locale – dice – sono stati sottovalutati anche dal governo dei tecnici".
Bezzini ricorda il piano di investimenti da 130 milioni di euro steso dalla Provincia di Siena due anni fa. "Un piano già finanziato – spiega – che eppure adesso è fermo per colpa del patto: non si fanno più gare, oppure quelle che sono state già aggiudicate non sono contrattualizzate, mentre nelle casse della Provincia vi sono 26 milioni di euro 'congelati' e da inizio anno non riusciamo a pagare diversi soggetti". Se il governo, ipotizza Bezzini, "domani allentasse le maglie del patto di stabilità, la Provincia in 24 ore sarebbe in grado di pagare le imprese locali con 8 milioni di euro".