"Un brivido freddo ci passerà per la schiena domenica prossima - ci scrive il tifoso Stefano, che ancora una volta regala a Nove le emozioni del suo prepartita - il numero 10 del Bologna ci farà rivivere una sensazione tristemente familiare, come fu per noi il rivedere con tal maglia, qualche lustro fa, un certo Roberto Baggio a rilanciare da lì la sua inimitabile carriera che purtroppo mai più lo ricondusse sulle rive dell’Arno. Stavolta, se possibile, sarà anche peggio". Lui, Alberto Gilardino, "Il Gila, non se ne è andato con tanto clamore da Firenze.
Nessuno per lui ha versato lacrime, intonato cori, minacciato la proprietà. Un freddo giorno di Gennaio venne deciso che il suo tempo a Firenze era scaduto, che i milioni per lui rifiutati in estate erano stati un errore a cui si doveva rimediare, una toppa da mettere su un bilancio un po’ disastrato che sarebbe stato bene salvaguardare , anche rischiando un Amauri reietto e un po’ in disarmo, ma che sarebbe costato molto, molto meno. Il resto della storia lo sappiamo, e bene. La Fiorentina si salva all’ultimo tuffo.
Amauri stecca e non rinnova, ma anche Gilardino a Genova non sfonda. Molti ,anzi quasi tutti celebrano il funerale anticipato di uno dei più grandi bomber del calcio italiano, uno che ha una media gol spaventosa per l’età anagrafica, un uomo che ha attraversato gloria e disonore, fischi e rinascita fino a quello che pareva un triste declino, relegando all’ultimo tuffo un giocatore di tale calibro in una realtà come quella felsinea dove si bada a campare con quello che si ha, sperando di centrare ogni anno la salvezza e valorizzare qualche giocatore da rivendere per andare avanti". E siamo al giorno d’oggi. "La Fiorentina è una splendida realtà: molti, forse troppi la delegano come principale antagonista delle squadre di vertice.
Il gioco è bello, spumeggiante, coinvolgente. Possesso palla, pressing, piedi buoni che dialogano fanno però poca breccia nella rete avversaria se non c’è chi la butta dentro. E gli spifferi cominciano a farsi fastidiosi. Manca il centravanti, si avrà a dire.” Maledetto bulgaro”,verrà ripetuto all’infinito, come se sul mercato non ci fossero state alternative all’altezza. Anche l’allenatore ripete quello che diceva a mercato ancora aperto. Che non c’è chi fa i gol. Semplice e chiaro.
E’ un sassolino tolto? O la semplice constatazione che l’attaccante era la priorità assoluta, come ebbe a dire Pradè nel suo discorso di insediamento in casa Viola e che abbiamo fallito il primo e più importante obiettivo?" Cinque gol in sei partite. Alcuni bellissimi, come il colpo di testa a spiazzare due difensori e il portiere a Roma, in una rimonta leggendaria che ha fatto impazzire i tifosi rossoblù. Gilardino arriverà a Firenze con questo bottino di gol e leadership ritrovata, da centrattacco vero, da top player come si dice oggi.
Avrà voglia di riscatto Alberto. Quello che sperava di ritrovare qui, a Firenze,quest’anno. E’ notizia di questa settimana che proprio lui si era proposto per tornare in viola, per riprendere il posto al centro dell’attacco. Invece la sua maglia avrà un altro colore e il violino suonerà verso un’altra curva. In fondo per molti era finito: se cercate bene, quelli che hanno liquidato facilmente il Gila sono gli stessi che hanno esultato per il ritorno di Toni in viola, gli stessi che non volevano Borriello perché non era all’altezza dei mutati obiettivi della società, gli stessi che attendono trepidanti il mercato di Gennaio.
Perché per molti, ma non per tutti, c’è chi qui, a Firenze, non sbaglia mai…" conclude così la sua riflessione in vista del Derby dell'Appennino tra Fiorentina e Bologna, il tifoso viola, Stefano Viciani.