di Mauro Romanelli, consigliere regionale Il sorgere, senza colpo ferire, senza mediazione con le istituzioni, senza alcuna valutazione e programmazione dell'impatto culturale, sociale, ambientale, urbanistico, di una struttura ad otto sale cinematografiche all'interno del tessuto cittadino di Firenze, che quasi certamente farà chiudere altri cinema di quartiere, e impoverirà culturalmente la nostra città, è una sconfitta della politica. Di tutta la politica, pur certamente con responsabilità diverse. Sconfitta della politica che ha fortemente voluto che le cose finissero in questa maniera, promettendo regolamentazione, sostegno ai piccoli cinema, azioni di compensazione, di cui non si è vista traccia. Sconfitta di chi, pur non d'accordo nelle linee generali, ha cercato di limitare i danni, sostanzialmente non riuscendovi, almeno per questa vicenda (l'avere in ogni caso licenziato una legge che prevede alcune cautele e paletti, speriamo però che per altre vicende nel resto del territorio toscano serva a contenere gli impatti possibili). Sconfitta della politica che ha fatto battaglie di bandiera, senza spostare nemmeno un millimetro nei fatti concreti, quando aveva la posizione e la responsabilità che consentiva ampiamente almeno di gestire alcuni passaggi molto meglio di come è stato fatto. Sconfitta di un'opposizione che non ha fatto opposizione e che è stata ed era in ogni caso più che pronta, con uscite tattiche dall'aula, a consentire che le cose finissero come sono finite. Personalmente mi iscrivo alla seconda categoria e ribadisco che mi sento uno sconfitto. E' vero, ho cercato un accordo di maggioranza per limitare i danni, verificata la assoluta impossibilità (visti i numeri in Consiglio Regionale) di avere una Legge sul cinema come quella originariamente presentata dall'Assessore Scaletti, che avrebbe impedito il sorgere di questa mega-struttura, ripristinando correttamente il parametro delle distanze da altri cinema pre-esistenti per autorizzare la nascita di nuove multisale molto grandi.
Una logica, quella della mediazione della limitazione del danno, che può non piacere ma che succede di dover perseguire quando si è parte di una maggioranza, e che alcuni che oggi si mettono in cattedra a rivendicare purezza perseguono eccome, anzi molto più di me, su tanti altri temi. Sinceramente confesso che probabilmente avrei tentato la strada della limitazione del danno anche stando all'opposizione, perchè ho seguito non solo la mia coscienza ma ho anche cercato di capire quale fosse il concreto interesse di coloro che da questa vicenda venivano maggiormente colpiti, verificando con loro passo passo ogni mio comportamento, in modo di poter concretamente rappresentare, nei fatti e non nelle parole, quelle istanze di cui si ammantano coloro che non hanno ottenuto assolutamente alcun risultato, pur avendo la possibilità di ottenerlo, eccome.
Da questa mia azione di mediazione politica sono scaturite alcune norme, contenute nella nuova legge regionale sul cinema, che, qualora fossero state applicate, avrebbero, FORSE, consentito che la struttura rimanesse a cinque sale e non ad otto, e comunque, CERTAMENTE, costretto la proprietà a sedere ad un tavolo con le istituzioni per verificare l'impatto della nuova struttura eventualmente ampliata ad otto sale. Ora mi si chiederà come mai queste norme di salvaguardia (seppur minime, ne convengo), non sono state applicate. Molto semplice: perchè la nuova legge sul cinema approvata quasi un anno e mezzo fa dal Consiglio regionale, è in vigore da pochi giorni, ovvero dal 16 di Luglio. Trovo quindi sorprendente l'articolo della Responsabile Regionale organizzazione dell'Idv Cinzia Niccolai, che incredibilmente mi attacca attribuendomi la corresponsabilità dell'apertura delle otto sale a Novoli, in seguito al mio aver votato la nuova legge regionale sul cinema. Ma lo sa la Responsabile Niccolai che il nuovo Multiplex ha aperto con cinque sale, e ha oggi ampliato ad otto, a norma della passata legge Regionale sul cinema, e non in base alla nuova, ovvero quella che ho votato io? Lo sa la Responsabile Niccolai che se fosse stata in vigore la nuova legge, la proprietà del cinema Aurora di scandicci, a norma di meccanismi anti-elusivi che il sottoscritto ha fatto inserire nella nuova legge, non potrebbe riaprire nuove sale con procedura facilitata, e forse, dico forse (sarà il tempo a dircelo, vedremo se Aurora riaprirà) non avrebbe venduto i suoi posti cinema alla proprietà del Multiplex, impedendo perlomeno l'ampliamento ad otto sale? E lo sa che, qualora invece la transazione tra Aurora e proprietà del Multiplex, si fosse in ogni caso conclusa, l'ampliamento ad otto sale, avrebbe di nuovo riportato la proprietà al tavolo degli enti locali, per una nuova concertazione e nuove prescrizioni, mentre invece, siccome la nuova legge non è ancora in essere, essa porterà a termine anche questo ampliamento in piena legittimità e libertà, senza dover rendere conto a nessuno? Lascio ai lettori di questo articolo giudicare chi abbia fatto più danno alla causa e chi abbia più cose da spiegare ai cittadini, se il sottoscritto, come sostiene Niccolai, o qualcun altro. Io le spiegazioni del mio agire le ho già date da tempo: mi resta l'amarezza di quella che considero una sconfitta politica, dopo anni di battaglie.
Ma mi resta anche la coscienza limpida.