Cia: "La Toscana del vino non può vivere di solo blasone"

Il 20% della Plv agricola toscana è prodotta dalle 27mila aziende vitivinicole (pari al 38% delle imprese agricole regionali). Pascucci, presidente Cia Toscana: «Necessario aggiornare e adeguare le politiche e coordinare gli interventi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 luglio 2012 19:07
Cia:

Serve un rilancio della viticoltura toscana, attraverso una regia unica. E’ necessario agire per delineare delle nuove prospettive per la vitivinicoltura e per l’intera filiera toscana individuando nuove strategie di sostegno e di rilancio. E’ in sintesi quanto è emerso dal convegno “Strategie e azioni a sostegno della viticoltura in Toscana” organizzato dalla Cia Toscana che si è svolto oggi a Firenze, che ha visto la partecipazione dell’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori, oltre che ad addetti ai lavori e rappresentanti di Consorzi e cooperative del vino toscano.

«Bisogna definire l’insieme delle strategie – ha detto il presidente della Cia Toscana Giordano Pascucci - per aggiornare ed adeguare politiche, programmazioni, normative, azioni, interventi e strumenti attraverso il protagonismo di istituzioni, imprese, enti e soggetti. Il contesto, gli obiettivi, le sfide, i processi in atto richiedono un forte impegno per aggiornare ed adeguare politiche e strategie, per raccordare azioni e strumenti, per coordinare gli interventi, per favorire percorsi, relazioni e confronti, per renderli più efficaci e coerenti.

Serve una strategia complessiva, d’insieme, non tante azioni a volte slegate o non raccordate tra loro. E’ necessario innovare anche in fatto di strategie, politiche, programmazioni, sostegni ed interventi. Servono partecipazione, condivisione, forte indirizzo e coordinamento». La vitivinicoltura è un settore trainante dell’agricoltura toscana che pur occupando solo il 7% della Sau produce quasi il 20% della Plv agricola regionale, è la principale fonte di reddito e di occupazione in vaste aree rurali, prevalentemente interne e di collina, contribuisce in maniera determinante all’export ed al successo del brand Toscana nel mondo.

Si contano 27.000 aziende vitivinicole produttrici, il 38% delle aziende agricole, con una media di circa 2,2 ha di vigneto; oltre 62.000 ettari di superficie vitata di cui oltre 37.500 ettari ricadenti in aree delle denominazioni di origine Doc e Docg (per oltre 40 denominazioni). Si producono 2,5 milioni di ettolitri di vino di cui oltre 1,6 a denominazione, più del 70% del totale. Fra le proposte della Cia Toscana rivolte all’assessore Salvadori – che ha annunciato una iniziativa dedicata al settore vitivinicolo per il prossimo settembre – quelle di investimenti per riqualificare e rafforzare il momento produttivo con un forte impulso verso la ristrutturazione e rinnovamento degli impianti vitati, per superare anche la criticità rappresentata dalla loro elevata età produttiva.

E poi, ha aggiunto Pascucci «investimenti per rafforzare il sistema dell’aggregazione – anche con l’attivazione della misura specifica dell’Ocm –; più politiche di filiera e l’aggregazione del prodotto; promozione ricerca di nuovi mercati; valorizzazione e il legame con il territorio; rafforzamento del ruolo dei consorzi di tutela; l’incentivazione della filiera corta e locale». Riguardo al ruolo dei consorzi di tutela la nuova Ocm ne ha rafforzato il ruolo e i compiti istituzionali «ovvero – ha sottolineato Pascucci - la tutela e valorizzazione delle denominazioni, e la legislazione nazionale – (D.L.

61/10) ha posto le premesse per un’ulteriore rafforzamento nella funzione di rappresentanza nell’ambito della filiera». «L’agroalimentare italiano – ha detto Dino Scanavino, vicepresidente nazionale Cia – è un settore anticiclico rispetto alla recessione generale e all’interno di questo comparto il vino è una parte importante. I consorzi devono essere alla base di una strategia di rilancio che comprenda tutte le parti della filiera. E – ha aggiunto –, il brand che tutti dobbiamo vendere è il territorio, chiunque vende il proprio vino vende il territorio, è doveroso non dimenticarlo e fare grande attenzione». Per la promozione del vino sui mercati internazionali, dal 2009 ad oggi, la Regione ha investito quasi 20 milioni di euro.

In tema di reimpianto vigneti e miglioramento della qualità la Toscana ha destinato al settore della vitivinicoltura circa 138 milioni di euro dal 2000 ad oggi e sono stati reimpiantati circa 19 mila ettari di vigneti. Lo ha detto l’assessore all’agricoltura della Regione Toscana, Gianni Salvadori, intervenuto al convegno “Strategie e azioni a sostegno della viticoltura toscana”, promosso dalla Cia (Confederazione italiana agricoltori Toscana) che si è svolto oggi a Firenze. Quanto alla liberalizzazione dei diritti di reimpianto l’assessore ha ribadito la sua “ferma contrarietà”, confermando che questa scelta si riflette nella bozza di legge presentata al Consiglio Regionale.

“Se l’Unione Europea, come pare – ha continuato Salvadori – punta alla massima liberalizzazione, io sono fermamente contrario. Crediamo che una liberalizzazione farebbe solo danno alla Toscana e alla specificità delle sue produzioni, aprendo alla massificazione e alla possibilità di speculazioni. ” Per quanto riguarda invece i PIF, progetti integrati di filiera, Salvadori ha reso noto che dal settore del vino sono arrivati progetti e richieste di contributi per 9 milioni di euro. Infine l’assessore ha annunciato la sua disponibilità, alla ripresa dell’attività dopo le ferie agostane, a convocare un tavolo per fare il punto della situazione e stilare insieme alle organizzazioni professionali, ai consorzi e alle imprese, l’agenda per il settore vitivinicolo.

Con un anteprima, riguardante la riduzione della burocrazia. “Se c’è un problema in tal senso – ha concluso Salvadori – sono disponibile da subito a esaminarlo e a trovare insieme le soluzioni per risolverlo.”

Notizie correlate
In evidenza