Firenze - Piani Integrati di Filiera ok in Toscana. Sono 21 i progetti e circa 33 milioni di euro i contributi richiesti per attivare progetti di filiera. Cerealicolo, zootecnia, olivicoltura, viticoltura e florovivaismo i settori più attivi nella realizzazione dei progetti. Stimato intorno ai 50 milioni di euro l’investimento complessivo prodotto dai progetti. Le richieste, è questo il dato eccezionale, sono state superiore alla disponibilità che era di circa 25 milioni di euro. Sono le prime anticipazioni relative ai Piani Integrati di Filiera (PIF), a poche ore dalla chiusura dei termini per presentare alla Regione Toscana, i progetti preliminari.
Un dato straordinario – secondo Coldiretti Toscana – “che riflette la grande voglia dell’agricoltura di investire, e valorizzare i propri prodotti attraverso la creazione di filiere agroalimentari competitive, moderne ed innovative. I piani integrati – sottolinea Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana – vanno nella direzione del nostro progetto per una filiera agricola tutta italiana che stiamo portando avanti come organizzazione attraverso la rete dei mercati di Campagna Amica e nei punti vendita diretta.
I progetti sviluppati, ben 21, produrranno un volume di investimenti di circa 50 milioni di euro consentendo la nascita e lo sviluppo, ed in alcune occasione anche il recupero, di filiere agricole che hanno rappresentato, e rappresenteranno, il Dna della nostra cultura agroalimentare. I progetti portano in dote, pur nel solco dei comparti produttivi, un’innovazione di processo e di prodotto. E’ questa l’altra straordinaria caratteristica”. Tanti i progetti presentati dalle aziende agricole specializzate nel cerealicolo che più di altre hanno vissuto, in questi ultimi anni, gli sbalzi dei mercati internazionali.
L’altro settore ben rappresentato è la zootecnia, in particolare la filiera legata alla carne. “Settori – conclude Marcelli – strategici per il nostro territorio ma che hanno vissuto periodi di grandi difficoltà. I progetti consentiranno di costruire un’agricoltura più sinergica e di filiera proiettata verso il futuro”.