Una cinquantina di finanzieri si sono presentati presso la sede del Monte dei Paschi di Siena, qui si sarebbero limitati a chiedere la dislocazione dei singoli uffici e le generalità dei dipendenti in arrivo all'orario di apertura. Si tratta del terzo istituto di credito per importanza presente in Italia, alla guida Alessandro Profumo. Secondo le prime indiscrezioni si tratterebbe di un blitz disposto dalla Procura della Repubblica di Siena sul quale però vige il più stretto segreto. Il comunicato congiunto di del Presidente della Provincia, Simone Bezzini e del Sindaco di Siena, Franco Ceccuzzi: “Sia fatta chiarezza in tempi brevi per il bene della comunità” "Questa mattina la Procura della Repubblica di Siena ha ritenuto di disporre l’acquisizione di atti amministrativi e documenti all’interno delle nostre sedi, in considerazione delle competenze che lo Statuto della Fondazione Monte dei Paschi attribuisce a Comune e Provincia, come enti nominanti.
Si è trattato di un’attività di acquisizione che non ha riguardato le nostre persone. Chiariamo, anche, che non ci sono indagati all’interno del Comune e della Provincia. Esprimiamo la massima fiducia nei confronti dell’operato della Magistratura, augurandoci a nome di tutta la comunità senese che sia fatta chiarezza, in tempi brevi, su tutta la vicenda che coinvolge uno dei più importanti patrimoni di questo territorio. L’auspicio è che l’indagine si concluda in tempi rapidi, per il bene della città e della sua provincia, in un momento già particolarmente delicato per il contesto economico e finanziario". La reazione di Lega Nord Toscana: “Ora le dimissioni di Ceccuzzi e di chi dirige la Fondazione” Di seguito il comunicato: «La Lega Nord di Siena, che per prima si attivò in città, assieme alle Liste Civiche Senesi, contro l’acquisizione dell’Antonveneta, plaude alla seppur tardiva operazione della Magistratura senese, auspicando che questa riesca a mettere in luce quello che è avvenuto in tutti questi anni e la clamorosa distruzione di ricchezza che è stata operata proprio nella nostra città. Ricordiamo che sull’operazione Antonveneta i parlamentari leghisti presentarono nel febbraio 2008 un esposto presso la Procura della Repubblica di Siena dove si invitava a verificare il prezzo esageratamente elevato speso per l’acquisizione dell’Antonveneta da Santander, preannunciando (all'epoca!) che quella sarebbe stata solo un’operazione politica che “rischia di far soffrire solo i piccoli azionisti ed il socio principale, la Fondazione Monte, con evidenti e rischiose conseguenze per la città di Siena e per quella miriade di piccoli Enti che ogni anno partecipano alla distribuzione degli utili”.
Parole lungimiranti, che preannunciavano, all'epoca, quello che è avvenuto a Siena. Chi in questi giorni ha cercato in modo grottesco di difendere il “Groviglio armonioso”, il “Sistema Siena” che ha distrutto la nostra città e che oggi l’ha fatta finire sulle prime pagine dei giornali, non si deve limitare a fare un “mea culpa”, ammettendo il fallimento, ma deve semplicemente eclissarsi alla svelta, per il bene di Siena e dei senesi. Il Pd di Mussari, di Cenni, di Ceccuzzi, di Bezzini, di Ceccherini, di Mancini e compagnia bella è stato la rovina di questa città: chi guida la Fondazione ed il Comune di Siena deve dimettersi immediatamente, senza aspettare il Consiglio della prossima settimana.
In particolare, il sindaco di Siena, che da parlamentare, al momento dell’acquisizione di Antonveneta, aveva avuto la faccia tosta di affermare che questa era “l’anima gemella” di MPS. Ceccuzzi non può più continuare a prendere in giro l’intera cittadinanza paventando discontinuità: se ne vada lui e con lui tutto il “groviglio” che, dalla 121 in poi, ha contribuito a creare tutto questo disastro». I segretari provinciale e comunale del Pd di Siena intervengono sull’inchiesta coordinata dalla Procura di Siena.
Carli e Meloni (Pd): “Fiducia nella magistratura per salvaguardare l’interesse della città, del territorio, della Banca Mps e dei suoi dipendenti” “Il Pd senese segue con grande attenzione lo sviluppo delle indagini, esprimendo la propria fiducia nel lavoro della magistratura. E’ necessario che sia fatta chiarezza al più presto, nell’interesse della città, della Banca Mps e dei suoi dipendenti”. Questo il commento di Elisa Meloni e Giulio Carli, rispettivamente segretari provinciale e comunale del Pd di Siena, in merito alle indagini, che hanno visto oggi, mercoledì 9 maggio, la Banca Monte dei Paschi di Siena al centro dell’attività della Procura di Siena. “Ci auguriamo che le indagini facciano piena luce con rapidità sulla vicenda al centro dell’attività della magistratura, soprattutto nell’interesse della città, del territorio senese, della Banca e dei suoi dipendenti.
E’ importante in un momento così delicato che la Banca possa pienamente operare e attuare il difficile lavoro di rilancio avviato da alcuni mesi e che ha già prodotto alcuni primi segnali positivi.” Le parole di Evangelisti e Lannutti dell'Idv: Mussari si dimetta "Chiediamo le dimissioni del Presidente dell'ABI Giuseppe Mussari, in attesa che la Magistratura faccia chiarezza sulla gestione scellerata del Monte dei Paschi di Siena, in particolare per quanto riguarda l'acquisizione di Banca Antonveneta, acquistata al doppio di valore di mercato per una cifra di circa dieci miliardi di euro".
Lo dichiarano, in una nota congiunta, l'on. Fabio Evangelisti, Segretario Idv Toscana, e il Senatore Elio Lannutti, Capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione Finanze al Senato, a proposito del blitz della Guardia di Finanza nella sede di Banca Monte dei paschi di Siena. "Gli ultimi anni di gestione del Monte dei Paschi stanno conducendo una delle più antiche istituzioni bancarie del mondo al disastro", spiegano i parlamentari Idv. "Tutto questo avviene sulla pelle degli azionisti, dei clienti e dei lavoratori di Mps.
Per questo siamo convinti che Giuseppe Mussari dovrebbe fare un passo indietro dalla presidenza di ABI, in attesa che la magistratura verifichi il ruolo che ha svolto quando era alla guida del Monte. Ovviamente non ci interessa in questa fase l'eventuale profilo penale che potranno assumere le indagini, perché su questo piano anche per il Presidente dell'ABI deve valere la presunzione d'innocenza. Mussari, però, non è diventato presidente di Mps per aver vinto un concorso pubblico, ma è stato indicato e scelto sulla base di valutazioni di carattere eminentemente politico.
Per questo, quella che noi poniamo è una questione di opportunità politica. Appare infatti improbabile che, da vero e proprio dominus della Banca, Mussari non abbia avuto alcun ruolo in queste acquisizioni". "L'auspicio - concludono Evangelisti e Lannutti - è che Guardia di Finanza e Magistratura possano fare piena luce su questi ultimi anni di gestione del Monte dei Paschi di Siena e sugli investimenti di centinaia di milioni di euro effettuati sulla piazza di Londra, probabilmente con contabilità parallele, come ha affermato un ex dirigente di Mps intervistato durante l'inchiesta di Report di domenica scorsa.
In una fase di altissima difficoltà di accesso al credito per imprese e famiglie, restituire trasparenza e credibilità a Mps e all'Associazione Bancari Italiana è un dovere morale e civile".