Con l’eccezione della pelletteria, nel 2011 fatturati in calo in tutti i comparti artigiani e in tutte le province. Vanno meglio le aziende che esportano e quelle più strutturate. Per il 2012 imprenditori pessimisti, anche a causa delle difficoltà della gestione della liquidità e delle restrittive condizioni di accesso al credito. Complice anche il rallentamento dell’economia internazionale e la nuova fase recessiva che, nella seconda parte del 2011, ha caratterizzato l’economia italiana, per le imprese artigiane toscane, il bilancio del 2011 è ancora una volta negativo, con notevoli contrazioni di fatturato (-10,2% in media, passando dal -6,5% del manifatturiero al -8,7% dei servizi al -15,6% dell’edilizia).
L’unica eccezione è la pelletteria (+0,8%), mentre perdono terreno il complesso del sistema moda (-4,8%, punta negativa nella maglieria con -11,4%), la metalmeccanica (-5,2%, la cantieristica cala del 9,7%), l’oreficeria (-11,5%) e il lapideo (-11,0%). Questo quanto emerge dal rapporto “La congiuntura dell’artigianato in Toscana. Consuntivo anno 2011 - Previsioni 1° semestre 2012” elaborato dall’Ufficio Studi di Unioncamere Toscana. L’economia dei settori artigiani, che già da un decennio deve affrontare difficoltà strutturali, ha subìto più di altri sistemi d’impresa i contraccolpi derivanti dalla ridotta capacità di spesa delle famiglie, dai vincoli posti all’espansione della spesa pubblica e dalle rinnovate preoccupazioni sul fronte della liquidità d’impresa e dell’accesso al credito, fattori negativi che hanno caratterizzato soprattutto la parte finale del 2011 e l’inizio del corrente anno.
Nel 2011, solo il 7,2% delle imprese artigiane regionali presenta incrementi di fatturato, a fronte del 18,7% del 2010. Da sottolineare però alcune differenziazioni: le aziende esportatrici vanno meglio di quelle non esportatrici; la contrazione del volume d’affari colpisce di più le imprese di minori dimensioni (fatturato -14,8% per quelle fino a tre addetti) rispetto a quelle più strutturate (nel settore manifatturiero e nei servizi le imprese artigiane con oltre dieci addetti si stabilizzano a -0,1%).
A livello territoriale, chiudono in negativo tutte le province: si va dal -7,0% di Massa-Carrara e dal -8,6% di Livorno per arrivare fino al -14,1% di Grosseto ed al -14,3% di Pistoia. Escluse Livorno e Massa-Carrara, per tutte le province toscane il 2011 risulta ben peggiore del già non brillante 2010. Le conseguenze delle riduzioni di fatturato sono pesanti sia sul sistema delle imprese che sui livelli occupazionali: nel 2011, per il terzo anno consecutivo, le cessazioni di impresa hanno superato le iscrizioni di 447 unità e il tessuto imprenditoriale artigiano perde lo 0,4%; gli organici aziendali si sono ridotti di circa 3 mila addetti nel 2011 (-1,3%) e del 6,8% negli ultimi tre anni, con una punta del -11,8% nell’edilizia.
Anche le forme dell’occupazione cambiano: la crisi determina un incremento delle forme flessibili e la riduzione delle forme contrattuali a tempo pieno. Infine nel 2011 peggiorano, ma non potrebbe essere altrimenti, anche la propensione all’investimento e il clima delle aspettative imprenditoriali.La quota di imprese che hanno aumentato i propri investimenti è infatti passata dal 17,0% del 2010 al 5,9% del 2011, peggiorando anche rispetto al minimo storico registrato nel pieno della recessione derivante dalla passata crisi finanziaria (10,4% nel 2009).Al ciclo congiunturale “ostile” si associa un clima di aspettative imprenditoriali che torna a guardare con prudenza e preoccupazione al prossimo futuro.
Il primo semestre 2012 è atteso fortemente negativo, anche a causa delle difficoltà della gestione della liquidità e delle restrittive condizioni di accesso al credito. Il punto di vista di Roberto Nardi – Vicepresidente Unioncamere Toscana “Le previsioni per il 2012 per il tessuto artigianale toscano disegnano un quadro negativo. Nel 2011 con differenze dovute soprattutto alla propensione all’export e alla dimensione delle imprese, il trend del calo di fatturato è evidente in tutti i comparti.
Con una costante territoriale: tutte le province sono in difficoltà.Il quadro economico generale spinge le famiglie a tagliare la spesa e la difficoltà di accesso al credito denunciata anche sui media negli scorsi giorni è il maggior ostacolo alla crescita e agli investimenti del settore.La differenza fra aziende di medie e di piccole-micro dimensioni rappresenta ad esempio un segnale importante, che conferma come, anche all’interno di un segmento imprenditoriale in forte sofferenza, esista la possibilità di intraprendere percorsi di crescita che sono in grado di rafforzarne in maniera significativa la capacità competitiva.La questione di come creare le condizioni perché questa crescita sia possibile e si inverta la tendenza alla diminuzione delle imprese artigiane toscane, che si sono ridotte di quasi mezzo punto percentuale nel 2011, deve diventare una priorità.
Non dimentichiamoci che la figura dell’artigiano toscano arricchisce l’offerta regionale da più punti di vista, contribuendo a caratterizzare il territorio anche agli occhi di un turista o di un imprenditore estero. Sono un primo passo in questo senso gli accordi per l’imprenditoria, in questo caso non solo artigiana, firmati recentemente da Sistema Camerale e Regione Toscana per assicurare attività d’informazione, orientamento, consulenza e formazione per neoimprenditori.” Il problema del credito bancario, specie negli ultimi mesi, è balzato agli onori della cronaca in maniera prepotente.
La questione è così seria che necessita però di letture meditate, poi di azioni conseguenti e concrete. Innanzi tutto quale è la situazione. Per ACT, la diminuzione dei volumi nel 2011 ha sfiorato il 20%, nei primi tre mesi del 2012 supera il 30%. Il dato è sostanzialmente omogeneo per tutta la Regione e con punte diverse tocca tutti gli istituti di credito. La differenza tra il deliberato Artigiancredito e l’erogato dalle banche è di poco inferiore al 10%: uno scarto, specie in questo periodo, da considerare fisiologico.
Aumenta il credito a breve rispetto a quello a medio/lungo termine. La percentuale delle pratiche lavorate dai nostri uffici è comunque in netta flessione. Ne possiamo trarre alcune conclusioni: il sistema delle PMI Toscane, almeno quello a cui si rivolge ACT, avverte profonde difficoltà, tant’è che il ricorso al credito è fortemente diminuito, in particolare per gli investimenti. Gli alti tassi praticati dalle banche, la forte crescita delle insolvenze, hanno poi aggravato una situazione già di per sé precaria.
Con le banche ACT sta sviluppando un azione dialettica, cercando di coniugare le difficoltà che anche il sistema bancario registra con la necessità per le imprese di avere crediti alle migliori condizioni possibili. Con questa logica, i tavoli negoziali non si sono mai fermati (compreso con Unicredit con cui, contrariamente a quanto si è sostenuto, continuiamo a lavorare in modo positivo). Vi è poi il problema del sistema toscano delle garanzie che la Regione deve cominciare a pensare complessivamente, poiché le garanzie rilasciate dai Confidi sono ad oggi superiori a quelli della finanziaria pubblica.
Le cose da fare sono dunque molte ed ACT si propone come strumento attuativo di politiche di sviluppo che a mio avviso non possono che nascere da un confronto tra istituzioni, banche, soggetti pubblici e privati del sistema delle garanzie. Quanto a notizie apparse negli ultimi giorni, vorrei precisare che i dati da noi forniti evidenziano una situazione di cali importanti ma generalizzati con il sistema bancario. Chiariamo inoltre che non ci appartengono né graduatorie né giudizi verso i singoli Gruppi Bancari. Il comunicato del Direttore del CNA Toscana, Saverio Paolieri : “Il quadro che emerge dal rapporto “La congiuntura dell’artigianato in Toscana.
Consuntivo anno 2011 - Previsioni 1° semestre 2012” elaborato dall’Ufficio Studi di Unioncamere Toscana, è chiaro: la Toscana è in piena recessione e l’artigianato e la piccola impresa subiscono pesantemente i contraccolpi della crisi, tanto che il morale degli imprenditori non è mai stato così sfiduciato e sconfortato, le previsioni per il futuro così pessimistiche” lo ha dichiarato questa mattina in conferenza stampa il Direttore CNA Toscana Saverio Paolieri, intervenendo anche a nome di Confartigianato Toscana.
Il Direttore CNA Toscana ha aggiunto:”Ad aggravare una situazione generale già molto pesante, si aggiungono i ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione, la mancanza di credito, le tasse sempre più alte. È una crisi economica, ma anche sociale. Il rischio è che venga distrutto quell’equilibrio sociale, oltre che economico, su cui la Toscana si è retta finora. Un rischio reale, perché l’economia toscana è fatta di piccola e micro impresa diffusa”. 115.446 imprese, 350.000 addetti, 8 miliardi di euro di fatturato, sono infatti i numeri dell’artigianato toscano. “Servono misure urgenti – ha concluso Paolieri - interventi delle banche sulla liquidità delle imprese, sblocco dei pagamenti della PA, contenimento della spesa pubblica; inoltre la Regione Toscana deve destinare le risorse per lo sviluppo economico al rilancio del vero cuore dell’economia toscana, l’artigianato e la piccola impresa”. L'intervento dell'assessore Simoncini: “Su patto di stabilità, credito, tasse il governo faccia la sua parte” Preoccupazione per l’ulteriore contrazione di fatturati e occupazione delle imprese artigiane, ma anche rafforzato impegno per invertire una tendenza che investe tutti i settori dell’economia toscana.
E a fronte di una Regione che sta facendo a ancora di più farà nei prossimi mesi la sua parte, un appello pressante viene rivolto al governo che si invita a mettere in campo con urgenza strumenti per la crescita delle imprese. E’ il senso dell’intervento dell’assessore alle attività produttive, lavoro e formazione a commento dei dati del secondo semestre 2011 elaborati e presentati oggi dall’Osservatorio regionale dell’artigianato a Unioncamere. L’assessore ha anche preso parte, nella prima mattinata, ad un convegno sull’artigianato artistico organizzato nell’ambito della Mostra dell’artigianato alla Fortezza. Le iniziative della Regione “Anche se il 2012 si preannuncia un anno tutto in salita – ha detto Simoncini – credo che si debba più che mai sottolineare quanto di concreto stiamo facendo per riuscire ad invertire la tendenza.
In pochi mesi abbiamo messo in cantiere e reso operativi una serie di strumenti a favore del sistema produttivo nel suo complesso e delle piccole imprese in particolare. C’è un pacchetto di interventi per 125 milioni di euro già operativo e altri 400 milioni saranno destinati a questo nei prossimi mesi. Per l’artigianato è in funzione il fondo rotativo che, ad oggi, ha finanziato 223 imprese, per oltre 27 milioni di aiuti rimborsabili e oltre 47 milioni di investimenti, mentre altre 78 imprese sono prossime ad ottenere il finanziamento per complessivi 12 milioni.
Abbiamo scelto di incoraggiare la propensione delle imprese ad investire in qualità e innovazione, finanziando la ricerca, i servizi qualificati, il trasferimento tecnologico e premiando le aziende che si mettono in rete per sopperire alle piccole dimensioni e reggere meglio nella competizione globale”. Artigianato artistico La capacità di fare sistema e la propensione ad investire sulla qualità e l’innovazione sono sempre più importanti per mantenere alti i livelli del nostro artigianato artistico: Simoncini ne ha parlato oggi alla Fortezza da Basso, ricordando, fra le altre cose, la Carta internazionale sottoscritta anche dalla Toscana con l’obiettivo di promuovere l’artigianato artistico e affermarlo come un settore produttivo ed economico con una specifica identità, per il quale la Regione lavora in stretta collaborazione con Cna, Confartigianato e con il supporto di Artex. Ma i dati rilevati dall’Osservatorio per la seconda parte del 2011 sono stati anche lo spunto per rinnovare il forte richiamo al governo. Appello al governo “Il governo nazionale, dopo le politiche di rigore deve mettere mano al più presto – ha avvertito l’assessore – a politiche per lo sviluppo, perchè altrimenti si rischia una caduta verticale di tutti gli indicatori economici, con pesanti ricadute sul piano sociale”.
Tre, secondo Simoncini, i temi da affrontare con decisione. Il primo è la questione del patto di stabilità. “Non è possibile – ha affermato – che le imprese toscane abbiamo maturato 70 miliardi di crediti nei confronti della pubblica amministrazione e non possano riscuoterli, rischiando in alcuni casi di fallire. E’ una situazione intollerabile che deve essere sbloccata, perchè impedisce investimenti che sarebbero vitali per sostenere l’economia, soprattutto in settori gravemente colpiti come l’edilizia”. In secondo luogo è necessario che il governo intervenga per ridurre la pressione fiscale.
“Siamo al quinto posto fra i paesi Ocse per pressione fiscale e al ventitreesimo per livelli salariali: il differenziale fra questi due livelli va al fisco. Dei segnali in questa direzione devono esserci, magari utilizzando quanto recuperato dalla lotta all’evasione”. Terzo punto, il credito. “La Regione sta lavorando su questo, ma il problema deve essere affrontato dal governo che deve avviare un confronto nazionale con le banche e proporre l’utilizzo del Fondo di garanzia nazionale, lo sblocco delle risorse del fondo Fri della cassa depositi e prestiti per aiutare tante aziende che, pur avendo mercato, rischiano di saltare perchè non accedono ai finanziamenti delle banche”.