Presentato il piano di riorganizzazione delle redazioni da parte dell’azienda, cambiamenti che hanno condotto al licenziamento del direttore de La Nazione Mauro Tedeschini. Un licenziamento che ha sorpreso e amareggiato il comitato di redazione della storica testata fiorentina. L'accaduto ha gettato una preoccupante ombra sulla libertà di stampa, il dubbio che si è insinuato tra le pagine del quotidiano fiorentino è quello dell'ingerenza esterna, un 'male' sempre più presente e grave che appare minare, nonostante i tempi e nonostante tutto, il variegato mondo dell'informazione, con conseguenze pesanti non solo per i diretti operatori e collaboratori del mondo giornalistico, ma soprattutto per l'utente finale, il cittadino italiano costretto ad aumentare la propria capacità interpretativa per difendersi al meglio dall'oblìo, opinione critica e costruttiva spesso sopita, ancor più spesso dimenticata. Il Consigliere regionale del Pdl in Commissione Sviluppo economico, Marco Taradash, dichiara: «Esprimo tutta la mia solidarietà al Cdr de La Nazione per la protesta organizzata a partire da ieri in difesa dell’autonomia della testata.
Sono inoltre preoccupato per la tenuta dei livelli occupazionali, alla luce del piano di riassetto dell’azienda che prevede tagli di alcune redazioni e uffici di corrispondenza e licenziamento di numerosi giornalisti». Taradash si esprime anche sulla vicenda Tedeschini: «Se è vero ciò che i giornalisti affermano e che i quotidiani hanno riportato questa mattina, ovvero che il direttore sarebbe stato cacciato “a seguito delle pressioni di una lobby politica e bancaria, e ciò mentre il giornale dava segnali significativi di successo nelle vendite”, allora dobbiamo prendere atto di come in Toscana si respiri un clima da Anni 50 nel quale la libertà di stampa rischia di rimanere una parola vuota.
Mi auguro – conclude – che le cose non siano andate in questa maniera, ma a questo punto si rende necessario che l’editore spieghi con chiarezza i motivi che hanno spinto l’azienda alla repentina sostituzione di un direttore che ha implementato le vendite, dato che fa venir meno eventuali ragioni economico-industriali». Dopo l'allontanamento dell'ormai ex direttore de La Nazione, Mauro Tedeschini, la Lega Nord Toscana esprime la propria solidarietà a Tedeschini e ai giornalisti de La Nazione.
«Quando in un Paese – scrive l'eurodeputato Claudio Morganti – viene negata la libertà di informazione si rischia di finire in un regime. La libertà di informazione è evocata dalla Comunità Europea e limitarla, in questo caso con il licenziamento, non solo va a ledere la dignità del giornalista, ma incute preoccupazione per il futuro del giornalismo in Toscana. Non è nuovo, infatti, che certe notizie e Movimenti politici vengano oscurati per favorirne altri e questo è sintomo che dietro c'è una vera e propria lobby di potere che non solo gestisce l'informazione, ma addirittura cerca di manovrarla verso il proprio interesse.
Provo profondo sdegno per quanto successo e mi auguro venga fatta al più presto luce». "La rimozione del direttore de La Nazione Mauro Tedeschini costituisce un grave sintomo delle storture che affliggono il nostro sistema informativo. Da quanto si apprende, infatti, le notizie pubblicate da La Nazione sulle vicende interne al Monte dei Paschi di Siena non sarebbero risultate gradite al gruppo di controllo della banca stessa, e sembra dunque che questa abbia premuto con la proprietà del giornale per ottenere la rimozione del direttore".
E' la denuncia lanciata questo pomeriggio in Aula a Montecitorio dall'on. Fabio Evangelisti, Segretario Idv Toscana, intervenendo sull'ordine dei lavori a proposito dell'improvvisa rimozione dell'ormai ex direttore de La Nazione Mauro Tedeschini. "Questa mattina - ha spiegato Evangelisti dai banchi della Camera - su la Repubblica, l'Unità, il Corriere della Sera, Il Nuovo Corriere di Firenze e Il Fatto Quotidiano è riportata la seguente notizia: in pratica, il direttore de La Nazione, giornale edito in Toscana dalla metà dell'800 e il cui primo direttore fu Bettino Ricasoli, Mauro Tedeschini, sarebbe stato rimosso e sostituito da Gabriele Canè, già direttore de Il Resto del Carlino e candidato alle elezioni regionali del 2000 per il centrodestra, in seguito a pressioni fatte sull'editore, che, come noto, è il petroliere Rissefer Monti.
Un fatto che, se confermato, sarebbe assai grave per una democrazia e che, anziché agganciare il nostro Paese alle grandi realtà dell'Europa democratica, ci relegherebbe a Paese paragonabile all'Ungheria di Orban". "Questo fatto farebbe seguito - ha continuato Evangelisti - ad un precedente scontro della proprietà del giornale con la Menarini, la grande società farmaceutica, che non avrebbe, in passato, apprezzato i riflettori della cronaca. In tale occasione, il Cané si sarebbe dimostrato, invece, assai sensibile alle pressioni del gruppo Menarini e questo gli darebbe, oggi, titolo per ingraziarsi gruppi imprenditoriali e assicurare flussi pubblicitari in Toscana.
La vicenda costituisce, dunque, un grave sintomo delle storture che affliggono il nostro sistema informativo. L'obiettivo primo delle testate giornalistiche in questa chiave distorta e malata, sarebbe, dunque, non quello di fare inchieste approfondite, riscontrate e scomode, ma quello di assicurarsi buone relazioni con i potentati". "Quel che è più grave - ha concluso il Deputato dell'Italia dei Valori - è che tutto ciò si ripercuote sui singoli come lesione inaccettabile dei diritti di libertà, in barba alla funzione dei cronisti di essere il cane da guardia dell'opinione pubblica, come principio assodato nella civiltà contemporanea e anche nella giurisprudenza della nostra Corte costituzionale e della Corte europea dei diritti dell'uomo.
Quello che una democrazia non può accettare è il condizionamento della libera informazione e l'intimidazione dei giornalisti. Tutti ci scandalizzammo, giustamente, quando Indro Montanelli fu cacciato da il Giornale di Berlusconi, ma quello scandalo deve valere sempre, non solo se e quando se ne rende colpevole Berlusconi, altrimenti non servirebbe essercene liberati. Pertanto, preannuncio un'interrogazione sull'accaduto al Presidente del Consiglio che vorrà interpellare su questo il Dipartimento per l'informazione e l'editoria". In merito al licenziamento del direttore de La Nazione, Mauro Tedeschini, Alessandro Cresci, coordinatore provinciale fiorentino di Italia dei Valori intende esprimere in una nota, a nome del partito fiorentino, la sua solidarietà all'uomo e al giornalista.
I settori vitali del paese, dall'economia alla comunicazione solo per citarne due, subiscono tutti i giorni l'ingerenza e l'attacco delle lobbies che difendono l'interesse di pochi a danno dei molti e se ne vedono gli effetti. La libertà di stampa, caposaldo di un reale paese democratico, la si difende anche attraverso le necessarie garanzie per l’indipendenza e l’autonomia dei giornalisti. Per l’equilibrio tra le diverse e legittime esigenze, serve una reale disponibilità di incontro. Pregiudizi e forzature sono solo dannosi, non credo che la vicenda piacerà ai suoi lettori.
Ci preoccupa anche il piano di ristrutturazione cui andrà incontro La Nazione, quando mancano pochi giorni alla chiusura totale del Nuovo Corriere di Firenze, che prevede tagli al personale, chiusure di redazioni e uffici di corrispondenza. L'informazione in radio, in televisione, sui giornali, sui siti internet, arricchisce il dibattito pubblico e la crescita delle coscienze individuali e dell’intera collettività. E' una risorsa per una cittadinanza attiva in grado di interpretare e affrontare le sfide che ci aspettano. “Non staremo a guardare le testate giornalistiche che chiudono.
Acceleriamo sulla legge regionale sull’editoria”. Lo dichiara la consigliera regionale Marina Staccioli, vicepresidente della Commissione Emergenza Occupazionale. “La crisi che sta colpendo il mondo dell’informazione – aggiunge – è ancor più grave in quanto colpisce direttamente un organo vitale per la democrazia. Non possiamo permettere che la lista delle testate chiuse si allunghi ancora. Per questo ribadisco tutto il mio sostegno, come consigliere regionale e amministratore, al Nuovo Corriere di Firenze e alle altre redazioni che versano in condizioni precarie”. “Sottolineo – continua Staccioli – anche che le Istituzioni non sono rimaste in silenzio.
Il Consiglio regionale, a partire dalla mia Commissione, ha sollecitato numerosi incontri con il Cdr, per cercare una soluzione al problema. Proprio da questi incontri è maturata l’idea di una legge regionale sull’editoria: adesso si tratta di passare ai fatti”. “Ma non saremo mai muti di fronte a vicende come queste – conclude la consigliera – né di fronte a ciò che è successo all’ormai ex Direttore de La Nazione, cacciato dall’editore per aver parlato troppo sulla questione Mps.
L’ennesima occasione per ribadire la necessità di una stampa plurale e libera”. In relazione allo sciopero del quotidiano “La Nazione” conseguenza del licenziamento in tronco del direttore Tedeschini Alessio Gramolati, segretario generale della Cgil Toscana ha rilasciato la seguente dichiarazione stampa: “Il licenziamento in tronco del direttore de La Nazione Mario Tedeschini per motivi, a quanto è dato sapere, insopportabili è un fatto grave che mette in discussione l'autonomia dei giornalisti del quotidiano.
Comprensibile, condivisibile e giusta la giornata di sciopero decisa dai redattori in difesa della loro autonomia, condizione senza la quale non può essere garantito il diritto costituzionale ad una libera informazione. Ai giornalisti e a tutti i lavoratori del giornale vada il sostegno e la solidarietà attiva mia personale e della Cgil Toscana”.