Firenze– A 10 anni dal muro tra Israele e Cisgiordania arriva al cinema Odeon di Firenze (domani, domenica 15 aprile, ore 21), per la quarta giornata del Film Middle East Now, festival di cinema internazionale, “5 Broken Cameras“ del regista israeliano Guy Davidi, che insieme al palestinese Emad Burnat, ha realizzato un documentario sull'impatto della costruzione del muro sulla vita di una famiglia di Bil’in, un piccolo villaggio palestinese dove avvengono soprusi da tanti anni.
Il regista Burnat acquistò la sua prima videocamera nel 2005, in occasione del compleanno del figlio, e da allora ne ha rotte ben cinque per riprendere quanto sta avvenendo in questa terra dimenticata da tutti. Presente alla proiezione il regista Guy Davidi. La quarta giornata del Festival parte al cinema Odeon alle 11 con una tavola rotonda dal titolo “Vero/Falso/Interpretato: Cinema e Società nell’Iran dell’Oscar”, con gli interventi di Mehrdad Oskouei (regista), Emad Aleebrahim Dehkordi (regista), Antonia Shoraka (critica cinematografica), Roberto Toscano (ex-ambasciatore in Iran), Ahmad Rafat (giornalista), Fabrizio Cassinelli (giornalista) e Roberto Di Caro (giornalista).
Modera Felicetta Ferraro (iranista, ex-addetto culturale a Tehran). Le proiezioni partono alle ore 16.00 con la sezione dedicata al Cartoons dal Medio Oriente. A seguire (ore 17) la proieizone di The Boy Mir di Phil Grabsky (Afghanistan, Regno Unito 2011, 90'), un incredibile documentario che segue 10 anni di vita di Mir, ragazzino afgano cresciuto in un villaggio vicino ai celebri Buddha scolpiti nella roccia a Bamiyan. Un viaggio verso l'eta' adulta, in uno dei luoghi piu' difficili del mondo (anteprima italiana).
Alle 18.15 la proiezione di Haneen di Ossama Bawardi sulla storia di Haneen, una donna sulla sessantina, che vive da sola in una città palestinese. Presente Suad Amiry scrittrice e architetto palestinese. A seguire l’anteprima italiana di The Last Days of Winter di Mehrdad Oskouei (Iran, 2011, 52'), l‘ultimo film di uno dei più importanti documentaristi iraniani, premiato al festival di Amsterdam. L‘opera è un ritratto intimo e toccante della vita e delle speranze per il futuro, di sette ragazzini in un riformatorio di Tehran (alla presenza del regista).
Alle 20.30 Blue Line di Alain Sauma (Libano, Israele, 2011, 20'), un esilarante cortometraggio in cui una mucca Libanese assetata, immergendosi in uno stagno attraversato dalla Linea Blu, si spinge un po' troppo in la' ed entra in territorio israeliano. A seguire 5 Broken Cameras di Guy Davidi e Emad Burnat. Allo Stensen si parte alle 17 con i corti di animazioni. A seguire #Syria di Hamza El-Abdulla (Siria, Giordania, 2012, 59‘) in anteprima mondiale: il film racconta la rivoluzione siriana attraverso i social network (Facebook, Twitter), e il ruolo che questi hanno avuto nel mobilitare i giovani e la coscienza collettiva.
Alle 18.30 la proiezione di Ok, Enough, Goodbye di Rania Attieh e Daniel Garcia (Libano, 2010, 95’), la pluripremiata commedia libanese a basso budget, ambientata nella piccola citta' di Tripoli. Alle 21.00 Felicity Land di Maziar Miri (Iran, 2012, 90’), lungometraggio che ha da poco debuttato al festival di Tehran, su tradimenti e crisi matrimoniali nella Tehran del quartiere dei nuovi ricchi (anteprima europea).