"Impoverire il patrimonio del Comune attraverso vendite di immobili per fare cassa (e intanto spendere 2.2 milioni di euro per ripavimentare via Panzani) è una scelta sbagliata -afferma Ornella De Zordo, consigliera comunale perUnaltracittà-lista di cittadinanza- Utili argomentazioni di merito e di principio esistono per tutti i 13 casi di variante al PRG che verranno discusse col bilancio. Villa di Rusciano è una di queste, il lotto n 10 dei beni che il Comune vuole alienare.
Sarebbe una perdita grande rispetto al patrimonio comunale (cioè di tutta la collettività) e un rischio per la conservazione dell'intero complesso, visto che si vuole vendere la villa e una porzione di terreno di pertinenza della casa ex rurale. Il resto, cioè il magnifico parco, rimarrebbe pubblico, vale a dire manutenuto a spese dell'amministrazione comunale a tutto vantaggio del futuro proprietario della villa che ne beneficerebbe in pieno. Privatizzare uno di questi luoghi significa dunque interrompere un circuito collegato alla cultura scientifica fiorentina che oggi potrebbe ben ospitare istituti culturali e di ricerca avanzata.
Una soluzione che darebbe introiti al Comune proprietario e garantirebbe l'utilizzo pubblico e il buon mantenimento del bene. Inoltre ci appare ancor più insensato ritagliare una piccola pertinenza di terreno per una grande villa storica dentro un giardino-parco pubblico. Giusto un modo per svalutare entrambi, la villa e il parco. Sembra una vendita dettata dal cinico batter cassa più che dalla ragione, quando poi si spendono somme assurde per ri-pavimentazioni orribili nel centro storico. Oltretutto il trasferimento degli uffici comunali comporterebbe costi tali da ridurre il guadagno proveniente da una vendita così mal congegnata: nel bilancio infatti è previsto un mutuo di 11 milioni di euro per acquisto di un immobile per uffici comunali.
Per molti, troppi motivi, villa di Rusciano non va venduta, come sta dicendo anche il comitato spontaneo che in pochi giorni ha raccolto 670 firme e che chiede al Sindaco di sospendere la procedura di vendita e di trovare altre soluzioni". La villa, costruita da Luca Pitti, secondo Vasari sotto la direzione di Brunelleschi, è il caposaldo est del sistema agrario che insiste sull’arco collinare sud a semicorona della città. Il caposaldo ovest è Monte Oliveto e il suo apice è il crinale di s.
Margherita a Montìci che scende verso l’Arno e si conclude nella villa di Rusciano con il giardino e l’ampio spazio già agricolo. La villa appartiene ad un sistema naturalistico e insediativo fortemente connesso alla città antica, suscettibile di nuovi e più articolati itinerari di turismo e attività culturale, che si appoggia a luoghi pubblici o di interesse pubblico di prim’ordine quali: villa Strozzi, l’ex Convento di S. Gaggio, l’Istituto del Poggio Imperiale, l’Osservatorio di Arcetri e la villa il Gioiello di Galileo oggi dell’Università, la torre del Gallo e la Gallina (dove si conserva un prezioso affresco del Pollaiolo) a cui corrispondono gli avamposti di Belvedere e S.
Miniato, S. Margherita a Montìci e infine Rusciano; tutti luoghi idonei ad accogliere attive e potenziali attività legate alla tradizione scientifica fiorentina.