La Fiorentina all'indomani della pesante sconfitta subita in casa dalla Juventus e dopo il lungo confronto tra staff e presidenza difende il gesto di Cerci "Il ragazzo, si beh..", difende la squadra "Giorno libero e poi vediamo cosa fare..." però mette alla porta il Direttore Sportivo dichiarandosi per la prima volta "Insoddisfatta del lavoro svolto negli ultimi due anni". Corvino è il colpevole di tutto quel che è accaduto? Oppure la "ricostruzione", termine usato da Andrea Della Valle, è solo all'inizio? "D’accordo con il direttore Pantaleo Corvino - recita il comunicato ufficiale di ACF - il suo contratto di Responsabile dell’area tecnica non verrà rinnovato alla scadenza. Questo permetterà alla Società di cominciare da subito a ragionare sul proprio futuro e sulla strategia da attuare con chiarezza e trasparenza. A Pantaleo Corvino, che ha operato per molti anni in Società con totale autonomia e fiducia, vanno i nostri ringraziamenti. Noi non dimentichiamo infatti che, a prescindere dalle ultime due stagioni calcistiche che non hanno soddisfatto nessuno, Società per prima, Corvino ha portato la Fiorentina a essere protagonista nel calcio di alta qualità, sia italiano che internazionale" Certo se Corvino ha deluso le aspettative, c'era anche chi aveva il potere e, forse, dovere intervenire e correggere la direzione.
Tante volte il DS si è trovato a dover dare spiegazioni e giustificazioni davanti ai cronisti. Addirittura additato per sovraesposizione mediatica perché mandato sul palco in varie circostanze a nome di tutta la Società. Farsi rappresentare da chi non ti ha soddisfatto è un passaggio delicato della recente storia viola, un piccolo rebus, uno dei tanti che restano irrisolti e lasciano un velo di perplessità. Lo stesso DS alla presentazione del secondo numero 10 stagionale (Ruben Olivera) dichiarava di aver ricevuto l'offerta di un "rinnovo di contratto per tre anni".
Uno che "le ultime due stagioni calcistiche non hanno soddisfatto nessuno, Società per prima"? Curioso. Senza entrare in altri ambiti come quello economico del 'portafogli' concesso o meno a Corvino. Una cosa è avere a disposizione soldi per poter trattare e non farlo volontariamente, un altro è trovarsi costretti a fare aste al ribasso e preferire prestiti o parametri zero piuttosto che inseguire giocatori utili, ma costosi. Siamo in piena "Ricostruzione", con gli occhi alla classifica ed il cuore nel tornello, perché non sa più se entrare e crederci o restare fuori e pensare che sia stato tutto un brutto sogno. AntLen