Kore, la ragazza indicibile di Virgilio Sieni in prima nazionale al Teatro della Pergola di Firenze, da martedì 20 a domenica 25 marzo. La Fondazione Teatro della Pergola affianca la produzione del nuovo spettacolo di Virgilio Sieni, al prossimo debutto in prima nazionale a Firenze il 20 marzo, per valorizzare una delle realtà artistiche più celebri del territorio e per rinnovare e consolidare la tradizione di un dialogo trasversale tra le arti.Nel nuovo spettacolo Virgilio Sieni si lascia nuovamente ispirare dalle suggestioni delle parole del filosofo Giorgio Agamben, già drammaturgo dello spettacolo La natura delle cose del 2008, e dai pastelli di Monica Ferrando del volume dedicato al mito e al mistero di Kore, La ragazza indicibile.
Si realizza così “un’intensa relazione di fisicità, poesia e pensiero filosofico” cifra stilistica riconosciuta e premiata di recente dall’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro e che si accorda felicemente anche in questo spettacolo alle motivazioni del premio speciale Ubu 2011 che coglieva "Non solo il complesso del suo lavoro sul movimento, ma anche la ricerca di nuovi linguaggi con interpreti non professionisti" “Kore si ispira al testo del filosofo Giorgio Agamben La ragazza indicibile dedicato al mito di Persefone - racconta Virgilio Sieni - Un manifesto sulla femminilità, ma anche l'impulso a superare tutto ciò che è umano lasciando intravedere il viaggio ininterrotto dell’uomo.
Kore è dunque quella lontananza che declina verso di noi giungendo dal passato per farci vivere la vita stessa: tra la figlia e la Madre, tra l'umano e l'animale, appare una terza figura che mette in questione tutto quello che crediamo di sapere della femminilità, e più in generale dell'uomo e della donna. Il corpo si dona alla danza, cioè si mostra in un gioco inaspettato che trascolora in continue metamorfosi. Qui la danzatrice utilizza tutti elementi che la possano condurre oltre un vocabolario prestabilito: si scuote verso il senso profondo che la congiunge, o meglio, la rende tangente, all'animale.
Vuole dirci, con la sua geografia di muscoli e tendini aperti con gioiosità all'ospite, cos'è la bellezza dei margini: un viaggio tra l'essere ragazzina e giocattolo, bambolina trasfigurata che rimanda a Las meninas di Velazquez così come al centro di gravità delle marionette descritto al pari del cammino dell'anima del danzatore ne Il teatro delle marionette di Kleist. Ospiti della femminilità che abitano il corpo di Kore sono anche figure ancestrali, aloni, ombre che fanno apparire una narrazione che attraversa epoche e territori.
Figure silenziose, ammutolite ad occhi chiusi, così venivano descritti gli iniziati ai riti sacri.Il mistero eleusino consiste in un'azione drammatica, in una sorta di pantomima accompagnata da canti sacri e da formule che rappresenta la sacra storia del rapimento di Kore, dell'erranza di Demetra e del ricongiungimento delle due dee. In questo dramma iniziatico, in questo chiudere gli occhi, in silenzio si comincia il viaggio, si attraversano territori, si giunge altrove. Nello spettacolo Kore affronta tre viaggi e tutte le volte parte dall'oggi per lasciarsi affascinare dal passato: prima bambolina (Korai sono le bamboline che venivano appese ai rami in prossimità di un tempio), poi ombra assieme animale e dio, infine madre e vergine.
Kore è il corpo e il suo guscio, la figura che appare e la culla della dinamica: così la danzatrice guarda al passato, diviene madre nel momento che scopre nuovi gesti, torna alla sua pelle per intuire sempre il tempo dell'inizio. In questo farsi della figura il corpo diviene tramite di infiniti tragitti. Nello spazio del corpo dunque abitano questi due mondi apparentemente opposti. Terre lontane, figure stratificate, passato e presente. La ragazza indicibile è la soglia che si manifesta con le sue pratiche di attraversamento fra i vari territori, tra luoghi e ere.
Appaiono nove donne africane, non solo come testimonianza dell' esodo, ma per lasciarci intuire quel magnifico sbriciolamento del gesto nella tenuta del corpo, di come le opposizioni che l'uomo porta in sé rappresentano un'opportunità nel profondo gioco della vita. Lei si volta sempre indietro ad osservare il passato che metricamente la nutre: Bambina, madre, donna, animale, bambolina, in cammino, vergine. Ed è veramente misterioso come ancora oggi si possa cadere nel corpo della danza per essere iniziati al tempo.
Scorre il tempo nel ballo della ragazza, danzando via le gocce sul terreno. Lei si inizia, sempre, ogni mattina nuova, restituendo il buon umore.” Il debutto dello spettacolo sarà preceduto lunedì 19 marzo alle 17.00, alla Biblioteca delle Oblate, dall’incontro con Giorgio Agamben e Monica Ferrando organizzato nell’ambito della rassegna Leggere per non dimenticare a cura di Anna Benedetti, al quale interverranno Francesco Donfrancesco e Virgilio Sieni.