“La Regione Toscana non abbassa la guardia per difendere uno dei settori industriali chiave per la Toscana come la costruzione di mezzi ferroviari. Sia per il valore dello stabilimento di Pistoia, per la strategicità nazionale del settore, e anche perché la salvaguardia della Ansaldo Breda è l’asse portante, insieme alla incentivazione del polo tecnologico dell’Osmannoro, del progetto integrato di sviluppo, formulato nel PRS, di valorizazzione del distretto ferroviario. Proprio per questo abbiamo bisogno di garanzie e certezze sull’impegno di Finmeccanica e del governo nazionale in questa direzione”. E’ quanto ha affermato stamani l’assessore regionale alla attività produttive, lavoro e formazione, Gianfranco Simoncini, alle Rsu di Ansaldo Breda e alle rappresentanze sindacali territoriali nell’incontro che si è svolto presso l’assessorato, nel quale sono state illustrate alle organizzazioni sindacali le risultanze dell’incontro del 1 febbraio con l’amministratore delegato di Ansaldo Breda, Maurizio Manfellotto.
Sono intervenuti anche il sindaco di Pistoia, Renzo Berti, e il vicepresidente della Provincia di Pistoia, Fabio Cappellini. L’assessore ha anche informato le rappresentanze sindacali che il presidente della Regione Enrico Rossi è in attesa di una data per l’incontro richiesto con il presidente di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, per definire il quadro degli interventi finanziari a favore dell’Ansaldo Breda. E parallelamente sta sollecitando il ministro alle attività produttive, Corrado Passera, per avere rassicurazioni e certezze sulla centralità del settore ferroviario nelle politiche industriali del paese e sulla velocizzazione degli investimenti per rilanciare l’azienda pistoiese. La riunione si è conclusa con l’impegno a mantenere attivo il tavolo di informazione e collaborazione tra istituzioni e rappresentanze sindacali, e si è fin da ora riconvocato un incontro per il 21 febbraio, a seguire quello già previsto tra sindacati ed azienda. Intanto la vertenza Richard Ginori è approdata in Consiglio provinciale.
L'assessore al Lavoro Elisa Simoni ha fatto il punto rispondendo a una domanda d'attualità del gruppo di Rifondazione comunista. Al tavolo ministeriale, la proprietà della Richard Ginori ha richiesto un interessamento sul fondo di salvataggio e una moratoria dei debiti verso lo Stato(Iva, Inps, Agenzia Entrate). Il ministero ha dato la disponibilità, sulle due richieste dell'azienda, a un interessamento nel velocizzare i tempi per accedere al fondo e alla rateizzazione dei debiti verso lo Stato nel secondo caso.
La Provincia di Firenze, per parte sua, ha lavorato fin dall'inizio per sollecitare l'azienda al pagamento degli stipendi ai dipendenti. Sotto questo profilo il tavolo regionale ha sempre centrato l'obiettivo. Non risulterebbero intanto problemi di speculazione edilizia. Che prospettive ci sono ora per la Ginori? "Sono dispiaciuta del fatto che al tavolo interistituzionale non siano sedute tutte le rappresentanze - ha commentato Simoni - Per conseguire gli obiettivi ci vuole una convergenza: la Ginori si salva solo se tutti sono insieme.
Le Istituzioni ci sono e sono in prima linea". "Non concordo - ha replicato per Rifondazione comunista Andrea Calò - con quanto dichiarato dall'assessore: la proprietà a tutt'oggi non ha ancora presentato un piano industriale, di risanamento economico e una coerente e trasparente stabilizzazione degli assetti societari. Sono questi i presupposti che rendono credibile la permanenza, lo sviluppo e il rilancio dell'impresa. Non interferisca l'assessore sull'autonomia sindacale: i rappresentanti dei lavoratori decidono sulla base della libertà di espressione.
La Provincia deve preoccuparsi, insieme alle altre Istituzioni, di un soggetto, la proprietà, che non è credibile né autorevole perché non dà garanzie attendibili neanche a chi fa credito. E' una proprietà che non si assume il rischio di impresa". Si è svolto intanto il primo sciopero indetto dalla Rsu Cobas per rivendicare il diritto "ad essere regolarmente retribuiti ed è inaccettabile che sia stato loro corrisposto solo il 50 per cento dello stipendio. Grave il fatto che l'amministratore delegato abbia dichiarato che non è in grado di dare il resto dello stipendio, finché non arriveranno le risorse dal ministero e dalla Regione.
In questo modo chiunque può fare l'imprenditore, ma non fa l'impresa". Il tavolo interistituzionale "è utilissimo nella misura in cui proprietà e Confindustria fanno fino in fondo la loro parte senza giocare sulla pelle dei lavoratori".