Le sale cinematografiche hanno una funzione culturale e quindi vanno escluse dalle liberalizzazioni del decreto Salva Italia. E’ la richiesta che l’assessore regionale alla cultura Cristina Scaletti fa al Governo. L’appello è contenuto in una lettera inviata oggi al coordinatore degli assessori regionali alla cultura con lo scopo di formulare una proposta comune per affermare la funzione prevalente delle sale cinematografiche, che è di natura culturale. “Il rischio è che le nuove norme possano danneggiare i piccoli cinema – sostiene l’assessore Scaletti – .
La Toscana è in prima fila per salvaguardare queste realtà, che non sono semplici attività commerciali, ma veri e propri presidi di cultura, elemento fondante dell’identità della nostra Regione. Abbiamo chiesto alle altre Regioni di unirsi a noi per chiedere al Governo di precisare l’esclusione del cinema dal processo di liberalizzazione.” Per questo nella lettera si afferma che “… preme a tale proposito ricordare le sentenze della Corte costituzionale n. 255 e n. 256 del 2004 che hanno chiaramente ricondotto lo “spettacolo” nell’ambito della materia concernente la “valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione delle attività culturali” specificando inoltre che “le attività di sostegno degli spettacoli”, tra i quali evidentemente rientrano le attività cinematografiche, sono riconducibili alla materia “promozione ed organizzazione di attività culturali” nonché lo stesso dettato costituzionale in attuazione del quale, con particolare riferimento agli articoli 21 e 33, il cinema viene riconosciuto quale fondamentale mezzo di espressione artistica, di formazione culturale e di comunicazione sociale”.