“Imprese e privati, che fate tutt’altro e volete investire su una produzione cinematografica, fatevi avanti”. Perché conviene. Conviene perché avrete un forte sconto sulle tasse: il 40 per cento dell’intero investimento, frazionabile anche in più anni. Conviene perché potrete partecipare agli utili, tassati peraltro solo al 5 per cento. Conviene perché il cinema fa bene al turismo, se il luogo del set è facilmente riconoscibile, ed è tutta pubblicità per l’azienda. A lanciare l’appello, che è poi un consiglio, è l’assessore alla cultura della Toscana Cristina Scaletti.
La Toscana ha infatti appena ospitato, nel pomeriggio a Palazzo Strozzi Sacrati, un convegno sul tax credit esterno, ovvero gli sgravi fiscali di cui possono beneficiare le aziende non del settore che investono su una produzione cinematografica. Un seminario organizzato assieme a Toscana Film Commission della Fondazione Sistema Toscana e ad assieme all’Anica, l’associazione dei produttori cinematografici. “Il tax credit esterno, ovvero per le aziende non del settore, è una norma che esiste da poco più di un anno, finanziata dal governo e dal parlamento fino al 2013 ma ancora poco utilizzata – spiega l’assessore -.
E lo possono utilizzare con vantaggio tutti, comprese le piccole e medie imprese come ce ne sono tante in Toscana”. Come funziona è presto spiegato. Prendiamo il caso di un’azienda di calzature, un’ impresa turistica o una banca: al convegno c’era Banca Intesa, che nell’ultimo anno ha finanziato quattro film e due sono stati girati proprio in Toscana, “Nessuno mi può giudicare” con la Cortellesi e Raoul Bova e “Finalmente la felicità”, il film di Pieraccioni prossimamente in uscita nelle asale. L’azienda – l’importante è che non appartenga allo stesso gruppo del produttore o che non ne sia una fornitore per l’opera in questione – può detrarre dalle tasse, da tutte le tasse che paga, il 40 per cento dell’investimento, fino ad un massimo di un milione per anno fiscale. Se il film costa 8 milioni e l’investitore esterno ne mette 2,4 (ovvero il 30%), potrebbe così annullare 510 mila euro di tasse anche nel caso di una perdita di un milione e mezzo.
Se poi l’opera generasse utili – mettiamo un milione di euro – il guadagno sarebbe addirittura di 1 milione e 255 mila euro: 960 mila di tax credit, frazionabile in più anni, e 295 mila euro di quota sugli utili, tolte le tasse. Decisamente un bel investimento. I paletti sono pochi. L’importante è che gli apporti in denaro non superino il 49 per cento del costo di produzione del film (l’80 per cento nel caso di un’opera di cosidetto ‘interesse culturale’ e così certificata).
L’80 per cento deve essere poi speso sul territorio nazionale e la partecipazione agli utili non deve eccedere il 70 per cento. Ma l’investimento può essere cumulato con attività di ‘product placement’, ovvero la presenza di propri prodotti, ben visibili, all’interno dell’opera. “Da molti anni la Toscana fa del cinema un elemento centrale delle proprie politiche culturali” sottolinea l’assessore, che accenna anche ad un’altra proposta di legge regionale inviata in consiglio per defiscalizzare gli investimenti di chi investe in cultura in senso lato.
”Il cinema – prosegue – fa scoprire nuovi territori, sia fisici e mentali. Il cinema è rappresentazione del territorio e fa dunque bene anche al turismo”. Scaletti ricorda il fondo cinema: 1 milione e 800 mila euro solo nel 2011 ed altri 350 mila per attrarre produzioniaudiovisive. Ricorda l’aiuto della Regione alla digitalizzazione delle sale cinemtografiche: due bandi, uno 2 milioni e mezzo nel 2010 ed uno da 1 milione e 300 mila nel 2011. E poi il progetto in corso per la Casa del Cinema, la presenza a Venezia, i 50 giorni di cinema internazionale a Firenze. Il momento sembra particolarmente felice.
I set in Toscana sono in aumento: produzioni che spendono e fanno bene all’economia. Ma bene va anche il cinema italiano: 150 milioni di euro incassati e 24 milioni e 350 mila biglietti staccati nei primi sei mesi dell’anno in tutta la penisola, il 41,14% in più rispetto al 2010. Un motivo in più per investirci, aiutandolo. Set cinematografici in aumento. L’anno scorso spesi in Toscana 20 milioni Aiuta il cinema, che il cinema ti aiuta. Ed aiuta anche l’economia.
Per capire quanto questo succeda pure in Toscana basta un numero. La sezione Toscana Film Commission della Fondazione Sistema Toscana ha calcolato infatti che solo nel 2010 le troupe televisive che hanno attrezzato i loro set nella regione hanno speso almeno 20 milioni di euro. E’ uno stima, ma non per eccesso. Ed ancora di più, tra alberghi e ristoranti, service ed altre forniture, dovrebbero essere nel 2011, grazie anche alle due grandi produzioni cinese e indiana che si stanno girando tra Lucca e Siena.
Budget milionari, per due produzioni destinate a miliardi di spettatori, che sono poi anche i paesi e i nuovi mercati su cui la Toscana investe di più quanto a promozione turistica. La Toscana piace. Nell’immaginario collettivo è un luogo unico e molti registi amano girarvi le loro produzioni. Negli ultimi due anni sono state più di sessanta le produzioni e i set attrezzati, tra film, documentari e cortometraggi. Un trend in continua ascesa, che non coinvolge solo le ovunque conosciute ed immortali colline senesi, il Chianti o Firenze, ma un po’ tutta la Toscana.
Non c’è una città che primeggia sull’altra. Quest’anno è stato girato un film anche a Massa, che già nel 2008 era stato uno dei set di 007. Un ‘altra produzione è stata ospitata ad Arezzo. Gli attori del film indiano “Rajapattai”, diretto da Suseenthiran, uno dei maggiori registi dell’industria cinematografica Tamil, hanno girato tra Lucca, Monteriggioni e Volterra scene con balli e coreografie di massa in puro stile Bollywood. La fiction cinese “The China Story” inizierà le riprese a metà dicembre a Lucca e dintorni.
Sarà trasmessa sul primo canale di Stato e si calcola che sarà vista da almeno un miliardo di persone. E poi ancora Lo Cascio a Siena e a Massa Marittima, Lorenzi a Pisa e Montecatini, il Valdarno per una fiction di fantascienza creata per il web. Tanti luoghi che si aggiungono ai set del passato.