L’eventuale abolizione delle Province comporterebbe l’aumento immediato del 16-20% della spesa pubblica. Lo hanno ribadito oggi, dati alla mano, i dieci presidenti nel corso dell’assemblea generale delle Province della Toscana. La strada per il risparmio e la razionalizzazione istituzionale non è dunque certo quella suggerita recentemente dal Governo Monti; in Toscana da sempre le Province si sono adoperate per garantire servizi all’altezza per i cittadini e, al tempo stesso eliminare gli sprechi.
La conferma è arrivata dall’assemblea generale della Province della Toscana nel corso della quale è stato presentato lo studio del CERTeT della Bocconi “Una proposta per il riassetto delle Province”. Il documento redatto dal dott. Roberto Zucchetti indica chiaramente come il costo della rappresentanza istituzionale incida marginalmente nei bilanci provinciali: la media nazionale è dell’1,4% del bilancio totale, in Toscana il costo è pari a poco più di un caffè per ogni cittadino toscano (€ 2,45). “Quando si parla di costi spesso lo si fa impropriamente – ha ribadito il Presidente di Upi Toscana, Andrea Pieroni -: è bene dunque che si sappia che mandare a casa i rappresentanti eletti direttamente dai cittadini (Presidenti e Consiglio) per decreto, oltre a rappresentare un vulnus della democrazia e della Costituzione,può incidere sui costi solo sull’1,4% del bilancio delle Province italiane, (circa 113 milioni di euro).
I costi invece del trasferimento di competenze a Comuni e Regioni sarebbero elevatissimi più del 16-20% per non parlare dei disservizi immediati per i cittadini. E’ lampante dunque che siamo fuori strada, ma a noi spetta il compito di farlo capire ai cittadini toscani”. Tra gli elementi evidenziati dallo studio della Bocconi ce ne sono alcuni che in Toscana sembrano avere una valenza particolare: le Province spendono circa 15% per svolgere funzioni che non sarebbero di loro competenza come ad esempio il turismo e cultura ecc.; l’efficienza dei Comuni che dovrebbero “ereditare” alcune funzioni è inferiore a quella media delle Province.
La gestione di funzioni di Area Vasta, le dimensioni territorio/abitanti, diventano fondamentali per l’efficienza e le erogazioni dei servizi (e le Province Toscane pur rientrando perfettamente nei parametri indicati) sono disponibili alla loro riorganizzazione territoriale e delle proprie competenze. “Da oltre sei mesi abbiamo sottoposto alla Regione Toscana e alle forze politiche e sociali sette punti per un riassetto vero delle istituzioni toscane – conclude Pieroni – lo abbiamo fatto senza tatticismi, prima di Monti e, nel frattempo senza nessuna pressione ci siamo spesi sul piano della semplificazione e della razionalizzazione.
Lo studio della Bocconi conferma che eravamo nel giusto. Lavoreremo perché dalla Toscana parta un percorso di vere riforme utili al Paese”