A Firenze 5mila professionisti dell'architettura interessati dalle misure della manovra Monti. L'Ordine partecipa con due suoi membri al gruppo di lavoro nazionale che si sta confrontando con il governo sulla riforma Otto mesi per decidere il futuro degli Ordini professionali, tra cui quello degli architetti di Firenze che conta quasi 5mila iscritti. La manovra del governo Monti ha fissato la deadline: se entro il 13 agosto 2012 non verrà approvata una riforma delle professioni, gli Ordini decadranno. Per aprire anche pubblicamente un confronto sulla possibile riforma, l'Ordine degli architetti di Firenze ha organizzato un incontro con l'associazione degli architetti britannici, il Royal Institute of British Architects: l'iniziativa, aperta a tutti i cittadini, si svolgerà giovedì 15 dicembre alle 17 nella sede dell'Ordine di piazza Stazione e vedrà la partecipazione dell'architetto Paola Boffo, presidente del R.I.B.A di Londra.
Il Consiglio dell'Ordine fiorentino, insediatosi nel 2009, ha sempre guardato con favore la possibilità di una riforma delle professioni, a patto che sia vera e condivisa, e partecipa con due suoi membri (Antonio Bugatti e Marzia Magrini) al gruppo di lavoro nazionale che si sta confrontando con il governo, così come con quello precedente, sul tema. L'intento dell'iniziativa del 15 dicembre è quello di capire e far capire quali sono le strade percorribili per rinnovare il “governo” delle professioni, a partire dalle esperienze europee.
Nel Regno Unito, ad esempio, un architetto non ha bisogno di essere iscritto a nessun albo per poter firmare un progetto: chiunque può fare una planning application e richiedere un permesso. Ma gli architetti possono solo fare architettura in senso stretto, non pianificazione o urbanistica né architettura dei giardini né design degli interni. Per tutti questi campi e relative professioni ci sono altrettanti Royal Institutes che a loro volta attribuiscono il titolo di “chartered member”. Il R.I.B.A, al pari delle altre associazioni professionali britanniche, fornisce standard di formazione, sostegno e riconoscimento per i suoi iscritti (nel Regno Unito e all'estero) e collabora a livello governativo a leggi e riforme per migliorare la qualità delle abitazioni.
Fondato nel 1834 con il proposito di avanzare l’architettura civile, promuovere ed aiutare la conoscenza delle varie arti e scienze connesse a questa, l'Istituto ha ancora oggi l'obbiettivo di difendere, promuovere e migliorare l’architettura (intesa appunto come la costruzione di edifici), le comunità che crea e l'ambiente nel quale sono inserite.