Varare una nuova legge di governo del territorio, rilanciare il Servizio Geologico Nazionale, promuovere lo studio della geologia alle scuole superiori e all’Università, correggere la Legge Gelmini per consentire la sopravvivenza dei Dipartimenti di Geologia nelle Università. Questi in estrema sintesi i cinque punti chiave di un appello-denuncia lanciato dai geologi italiani, al termine di una giornata di studi, convocata oggi, venerdì 25 novembre, a Firenze a Palazzo Vecchio per ricordare la storia della geologia in Italia dal Risorgimento in poi.
La comunità scientifica e professionale dei geologi denuncia l’attuale “momento di difficoltà senza precedenti nella storia del paese, determinato dalla mancanza di investimenti a sostegno delle attività di ricerca e di formazione, dalla insufficiente attenzione ai problemi geologici dell'ambiente e del territorio, dallo scarso interesse per la cultura geologica nazionale e dalla sostanziale assenza di riconoscimenti istituzionali. Ancora una volta, mentre tante aree del Paese sono interessate da frane ed alluvioni, dobbiamo dolorosamente constatare – scrivono i geologi - quanto l’Italia sia esposta per la quasi totalità a rischio idrogeologico e quanto sia estremamente vulnerabile agli eventi meteorologici ed ai cambiamenti climatici: a causa della incontrollata speculazione edilizia, dell'assenza di monitoraggio, della parziale se non inconsistente prevenzione.
A questo si devono aggiungere terremoti ed eruzioni vulcaniche che rappresentano altri fattori permanenti di elevato rischio geologico per il Paese”. Nonostante che, dopo il 1998, l'Italia, unico Paese al mondo, abbia completato la perimetrazione delle aree a rischio idrogeologico – denunciano i geologi - ancora oggi “come dimostrano i recenti eventi di cronaca, le prime piogge autunnali si traducono in disastri e le nostre costruzioni, anche recenti, risultano vulnerabili a terremoti di modesta intensità.
Quello che manca è probabilmente un adeguato collegamento e coordinamento della normativa e dei relativi strumenti operativi. Una nuova Legge di Governo del Territorio è probabilmente necessaria, non per introdurre nuovi vincoli o strumenti, ma per coordinare quelli esistenti in un quadro organico integrato: strumenti urbanistici, Piani di Bacino, Piani di Assetto Idrogeologico, Piani di Protezione Civile e normativa tecnica per le costruzioni devono essere integrati e coordinati fra loro e si devono basare su un'analisi multi-rischio del Territorio, condotta secondo rigorosi criteri scientifici.
L'assetto geologico deve rappresentare il criterio centrale per la valutazione dei rischi e per la pianificazione di uno sviluppo del territorio sostenibile e in condizioni di sicurezza”. Nel documento si chiede, inoltre, di rilanciare il Servizio Geologico d’Italia e completare la Carta Geologica d’Italia, realizzata solo per il 40% del territorio nazionale.