FIRENZE, 10 giugno 2011– Ammonta a 277 mila Euro il contributo stanziato in parte dalla Protezione Civile (137 mila Euro) e in parte dalla Regione Toscana (140 mila Euro) per finanziare un’indagine approfondita sulla pericolosità sismica in tutti i comuni del territorio regionale. Il fondo, bastante a coprire solo il 2011, crescerà gradualmente ogni anno fino al 2017 grazie agli ulteriori finanziamenti disciplinati dall’Ordinanza P.C.M. (Presidente del Consiglio dei Ministri) n. 3907 del 13 novembre 2010.
E’ quanto emerso dal Convegno promosso dall’Ordine dei Geologi della Toscana presso l’Hotel Londra su macro e microzonazione e al quale hanno partecipato oltre 200 Geologi e vari altri esperti del territorio. In apertura dei lavori anche l’intervento dell’Assessore regionale all’Ambiente Anna Rita Bramerini che ha sottolineato la necessità nonché l’importanza di far realizzare quanto prima a tutti i Comuni toscani le carte sismiche “in cui saranno evidenziate le strutture pubbliche e in particolare gli edifici scolastici presenti nelle zone ad alto rischio”.
Pur senza allarmismi si è arrivati a parlare anche di Firenze come di una zona che presenta una situazione tutt’altro che omogenea. Il Prof. Dario Albarello del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Siena, ha infatti puntato il dito sul margine collinare del capoluogo toscano che, dati alla mano, risulta in grado di creare un effetto di amplificazione sismica. Significa cioè che in questa fascia si può avvertire molto di più l’effetto di uno scuotimento a causa della diversa composizione del terreno, sedimenti “sciolti” che poggiano su uno strato roccioso.
Firenze, come Arezzo, Lucca, Pistoia, ritenute città di media sismicità, saranno quindi oggetto di indagini approfondite grazie ai finanziamenti regionali che consentono finalmente di estendere il raggio di azione su altre e vaste aree. Rimangono escluse dal vaglio quelle zone – es. Grosseto – che in nessun modo fanno pensare ad un rischio terremoto. Altri Comuni, sempre a medio-bassa entità, quali Livorno, Massa e Pisa, saranno coinvolti nell’attività “e – fa presente Massimo Baglioni, responsabile del Programma VEL, Settore Coordinamento Regionale Prevenzione Sismica – in quanto città con almeno 50 mila abitanti, hanno l’obbligo di contribuire all’indagine pagando il 25% dell’ammontare del finanziamento regionale”.
Se non altro, fanno sapere i Geologi, per alcune realtà, questa sarà anche l’occasione per rinnovare e aggiornare il parco strumenti utili al rilevamento sismico. Ad oggi i Comuni ad alto rischio rimangono quelli con minor numero di abitanti – Valtiberina, Garfagnana, Mugello, Amiata, Valdarno Superiore e Inferiore, Chianti – ivi compresi i paesi sul crinale appenninico. Per il cittadino che ne volesse sapere di più esiste una pagina Web della Regione Toscana dove si procede alla classificazione delle zone secondo il loro livello di pericolosità sismica e che verrà senz’altro aggiornata nell’arco dei sette anni di indagini sul territorio.