FIRENZE- Il nuovo Piano dei rifiuti parte dal basso. Ha preso il via da pochi giorni quella che va sotto il nome di “Fase di accompagnamento alla formazione del Piano dei rifiuti della Regione Toscana” ovvero un percorso che cercherà di rendere il nuovo Piano dei rifiuti un progetto il più possibile condiviso. Per tre mesi, fino a dicembre, verranno ascoltati e consultati amministratori pubblici, esponenti di associazioni ambientaliste, esponenti della cultura scientifica e professionale.
Il risultato di quanto emergerà sarà la base di conoscenze, opinioni e suggerimenti fondamentali a elaborare le scelte future che riguarderanno quel grande e complesso universo che si chiama gestione dei rifiuti in Toscana. Questo percorso naturalmente si aggiungerà a tutte le fasi di partecipazione comunque previste dalla legge regionale 1/2005 gestite dal Garante della comunicazione. “La Regione – commenta l’assessore all’ambiente e all’energia Anna Rita Bramerini – con questa iniziativa fa una scelta coraggiosa e di massima apertura verso la partecipazione su un piano di grande rilevanza sociale e culturale.
L’obiettivo è sempre lo stesso: fare prima e meglio, discutere prima e non dopo le decisioni prese, informare e confrontarsi, con tempi certi e in modo trasparente”. “La legge toscana sulla partecipazione - spiega l’assessore regionale a bilancio e rapporti istituzionali Riccardo Nencini – è stata la prima in Italia e ha permesso in questi anni di sperimentare forme innovative di coinvolgimento dei cittadini all’interno di delicati e articolati processi decisionali. Stiamo lavorando per riformarla e per renderla uno strumento ancora più efficace.
Oggi, la gravità e la complessità del quadro politico impone soluzioni nuove, che ribadiscano la centralità dei luoghi decisionali pubblici e spingano per una rivitalizzazione della partecipazione”. Le tre fasi dell’”accompagnamento”
1 – Il sistema di raccolta dei rifiuti, il sistema degli impianti, gli incentivi, le sanzioni, la tassazione, le compensazioni ambientali e economiche: saranno questi i temi su cui verranno sondate le opinioni dei cosiddetti portatori d’interesse che verranno individuati e “mappati” in questa prima parte del processo di ascolto.Chiara BiniSaranno loro a portare sul tavolo quelle questioni utili a buttare giù un’indagine preliminare che conterrà temi di interesse comune, punti di divergenza, esigenze di chiarimenti e le vere e proprie questioni controverse, quelle che dovranno poi essere esportate in una consultazione allargata. 2 – L’analisi preliminare sarà discussa e approfondita nell’ambito di un Tavolo specifico degli stakholder (amministratori, rappresentanti di istituzioni e di Ato, di associazioni ambientaliste, imprenditori, gestori) che affiancherà la Regione per selezionare i dati e le informazioni più importanti da veicolare attraverso una campagna di informazione di un ampio pubblico per diffondere il quadro conoscitivo della situazione rifiuti, insomma lo stato dell’arte: la differenza tra rifiuti urbani e speciali, lo stato del sistema impiantistico, il sistema di governo e di controllo della gestione dei rifiuti, le dimensioni quantitative di produzione e smaltimento dei rifiuti.
Il Tavolo degli stakholder sarà affiancato da un Tavolo dei sindaci destinati a focalizzare gli approfondimenti necessari sul territorio. 3 – Saranno scelte alcune questioni chiave in accordo con i tavoli degli stakholder e dei sindaci e saranno quindi sottoposte a un incontro pubblico per gruppi di lavoro con i cittadini e i portatori di interesse, in pratica il Town Meeting. I partecipanti potranno così esprimere il proprio punto di vista su quale sia per esempio il miglior sistema di raccolta rifiuti, o quali impianti servano in Toscana, o quali strumenti possano facilitare l’attuazione del Piano regionale dei rifiuti.
I risultati della consultazione saranno discussi e analizzati all’interno del settore regionale competente in modo da poter verificare la possibilità di accogliere le indicazioni all’interno della proposta di Piano.