«Grazie all’intervento della Regione Toscana presso i ministeri delle Politiche agricole e dell’Ambiente, è stato risolto un problema annoso per gran parte delle aziende agricole-olivicole toscane: la sansa di oliva vergine non è più un rifiuto ma un sottoprodotto dell’attività agricola». Soddisfazione da parte di Giordano Pascucci, presidente della Cia Toscana, per il riconoscimento da parte del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e del Ministero dell’Ambiente che hanno risposto positivamente alla richiesta di chiarimento degli assessori regionali Salvadori (Agricoltura) e Bramerini (Ambiente).
Le sanse di oliva vergini, quindi, possono essere considerate, a tutti gli effetti, come “sottoprodotti” in tutte le fasi di trattamento che permettano il loro utilizzo di mercato. Non solo, considerarle anche a tutti gli effetti tra le biomasse combustibili nel caso in cui vengano destinate ad uso energetico. Il Mipaaf oggi, li definisce “sottoprodotti in quanto rispondono a tutti i requisiti descritti dalla normativa, poiché subiscono un semplice trattamento meccanico, ovvero il denocciolamento della sansa vergine rientrando nella normale pratica industriale per l’utilizzo della produzione di energia elettrica”.
«Un risultato importante – aggiunge Pascucci - che può trasformare il tema degli scarti di lavorazione dei frantoi da un problema e un costo, che ricade poi sugli olivicoltori, ad una risorsa che invece può contribuire al rilancio della filiera olivicola, purché vengano abbassati fin da questa campagna olearia i costi di molitura». Soddisfazione anche da parte di Gionni Pruneti, coordinatore del Gie (Gruppo d’interesse economico settore olivicolo della Cia Toscana) :«per un pronunciamento importante e atteso da tempo e sul quale avevano riposto grande fiducia perché convinti delle nostre buone ragioni.
Gli scarti dei frantoi – aggiunge Pruneti -, le sanse, devono trovare forme opportune di valorizzazione per dare benefici a tutta la filiera in particolare ai produttori sul fronte della diminuzione dei costi di produzione e di molitura».