Firenze, 30 agosto 2007- La mosca olearia ha colpito con estrema virulenza in gran parte della campagna fiorentina. La variazione delle condizioni climatiche, con pioggia e calo delle temperature verificatosi agli inizi di agosto, ha infatti favorito il moltiplicarsi dell’insetto e delle larve, sino ad allora bloccate dal caldo. Un’infestazione ampiamente diffusa sul territorio, con la presenza di ovodeposizioni fertili e di larve di ‘Bactrocera oleae’ nelle drupe (le piccole olive appena allegate) rilevata in gran parte dei comuni dell’area fiorentina: Scandicci, Montespertoli, San Casciano, Panzano, Bagno a Ripoli, Impruneta e in alcune zone del basso Mugello, come Barberino.
“Agli inizi di agosto – spiega Simone Tofani, agronomo responsabile dell’Area Tecnica della Cooperativa Agricola di Legnaia –, con il variare delle condizioni climatiche, avevamo lanciato l’allarme per il rischio mosca olearia, sino a allora praticamente assente. Purtroppo, molti agricoltori si sono fatti cogliere impreparati, nonostante l’avviso, correndo ai ripari in questi ultimi giorni, con trattamenti parzialmente tardivi. La raccomandazione è quella di non abbassare la guardia anche nelle prossime settimane, perché il trattamento potrebbe non essere sufficiente”.
L’attacco della mosca olearia rischia di penalizzare ulteriormente la produzione di olio del prossimo autunno.
“L’infestazione della ‘Bactrocera oleae’ – prosegue Tofani - può ridurre ulteriormente la quantità di olive, già decimate dal caldo, con la caduta delle drupe in cui si sono sviluppate le larve. Il pericolo maggiore è però per la qualità dell’olio, per l’ossidazione dell’oliva, legata alla galleria nella quale la larva si nutre, che rimane vuota dopo la sua uscita.
L’oliva, una volta colta, subisce un processo di ossidazione accelerato e dovrebbe essere franta nel giro di poche ore, per evitare che l’olio perda le sue caratteristiche qualitative, risultando difettoso all’assaggio”.
Sul fronte viti-vinicolo, da segnalare la presenza di focolai di botrite (muffa grigia) nei vigneti a Montalcino, Montespertoli, San Casciano, in Valdisieve e nella zona del Chianti, sui vitigni di Sangiovese.
“L’attacco del patogeno – ricorda Tofani – è legato alle piogge dei giorni scorsi e rischia di essere molto dannoso.
Siamo a ridosso della vendemmia anche per i vitigni di Sangiovese e questo obbliga a effettuare interventi solo con prodotti a basso tempo di carenza (il tempo minimo previsto perché non si trovino residui del prodotto sul frutto), per non compromettere la raccolta. Grazie ai nostri tecnici, sempre operativi sul territorio, in aziende agricole di soci e non, abbiamo un punto di vista privilegiato sull’andamento agricolo, con la possibilità di valutare e segnalare per tempo i problemi che si manifestano.
Per quanto riguarda i vitigni di Merlot, invece, siamo già in fase di vendemmia o si sta per iniziare la raccolta. Come avevamo già rilevato, le condizioni climatiche di questa prima metà del 2007 hanno comportato un netto anticipo rispetto agli anni passati”.