"Una generazione da salvare" questo il motto dei tremila studenti fiorentini partiti questa mattina da piazza San Marco, cui si sono aggiunti i ragazzi arrivati da Empoli e da altre realtà vicine. "Negli anni nulla è stato fatto - hanno spiegato - sottovalutando la nostra situazione ed il nostro futuro. I tagli che dobbiamo subire nel nostro piccolo servono a coprire danni fatti da altri in altri settori, per questo diciamo cose come 'La crisi la paghino i padroni' perché non è la nostra crisi". Cosimo portavoce della Rete degli Studenti: "Protestiamo per il taglio trasversale all'edilizia ed alla didattica della scuola, ai servizi scolastici.
L'attenzione c'è stata perché noi abbiamo lavorato bene, ma mancano le risposte. La società civile si è smossa grazie ai cortei. A Firenze c'è grande attivismo, siamo messi bene, in altre regioni sono messi peggio perché hanno meno spinta, forse per radici storiche e culturali del territorio" Tanti gli striscioni presenti in corteo e non mancano le battute al Governo, il ''Tunnel Gelmini'' è presente nella mente degli studenti che sottolineano "Non ci sentiamo rappresentati da questa classe dirigente". Per quanti si manifestano impegnati socialmente e seriamente volenterosi di cambiare le cose non manca chi, al primo scroscio di pioggia sussurra agli amici "Era meglio se stamani restavo a letto".
Ma i problemi ci sono e sono sentiti, anche se tra i passanti, che condividono l'attivismo dei ragazzi "meglio in piazza che morti dentro" dice una signora di passaggio a Firenze, l'impressione è che si ripeta con ciclica e deprimente costanza una richiesta di attenzione che sembra la stessa da sempre. "Ricordo le nostre manifestazioni negli anni '60" dice una rappresentante del movimento NoTav fiorentino, presente con alcuni esponenti ai margini del corteo, perché la 'crisi' tocca tutti e se non è dei ragazzi, da qualche parte il debito è nato e da qualche parte dovrà essere ripianato.
"Occasione di più per segnalare la realizzazione di un'opera che un inno allo spreco" sottolineano. Immagini dal Corteo (Foto di Nove da Firenze)
Punto di arrivo la Fortezza da Basso. “Il diritto alla protesta va colto e sostenuto, perché è sintomo di una presa di coscienza e di responsabilità dei nostri ragazzi”. Così l’Assessore all’Istruzione della Provincia di Firenze, Giovanni Di Fede, nella sua introduzione alla due giorni di lavori intitolata “Itinerari e collaborazioni per dare futuro ai giorni” in corso di svolgimento, fino a domani, all’ITIS Leonardo da Vinci di Firenze. “La missione formativa degli insegnanti – ha sottolineato l’assessore Di Fede – viene portata a termine solo con il coinvolgimento e la partecipazione attiva delle famiglie.
Deve esserci corrispondenza tra i valori promossi da famiglie e scuole, in modo da contrastare i disvalori che sono propinati da alcune parti della società”. All’interno della discussione, incentrata sul rilancio della partecipazione dei genitori attraverso gli strumenti esistenti (consigli di classe e d’istituto e i forum provinciali delle associazioni dei genitori), è stato poi sottolineato anche il momento di difficoltà che coinvolge i giovani: secondo i dati della Direzione Regionale dell’Assessorato all’Istruzione, la disoccupazione under25 in Toscana è arrivata nel 2010 al 23%, mentre quasi il 16% dei ragazzi tra i 15 e i 29 anni risulta completamente inoccupato (né lavoro né studio). Le due giornate sono state organizzate dall’associazione genitori AGe Toscana e dal Forum provinciale delle Associazioni dei Genitori (Fopags) di Firenze con la collaborazione della Direzione Scolastica Regionale per la Toscana, della rivista Tuttoscuola, con il patrocinio della Regione Toscana e la partecipazione della Provincia e Comune di Firenze. "Mi sento di ringraziare tutte le ragazze e i ragazzi che oggi hanno manifestato per la Scuola Pubblica" - lo dichiara il Consigliere Regionale Mauro Romanelli.
"Dimostrano una reazione di dignità, di non voler accettare supinamente una politica fatta di tagli, che comunica la chiara sensazione che il Governo considera la Scuola un peso, uno spreco, un fastidio, che non la chiude solo perché proprio non può farlo, sennò farebbe pure quello, per lasciar posto ai privati, ai loro amici, a cominciare dalla scuole confessionali cattoliche" "Questi ragazzi hanno sete di partecipazione e di impegno. Vogliono poter credere in una nuova scala di valori, in un mondo con altre priorità.
Il peggior delitto da parte nostra, come Sinistra, sarebbe il pensiero, la tentazione, di usarli come arma politica, senza essere capaci di offrire loro un'alternativa di governo concreta, un canale di impegno serio e continuativo, formativo, non episodico, per costruire un cambiamento possibile e realistico. Mi sento addosso, penso che tutti dobbiamo sentirci addosso, una responsabilità enorme verso questi ragazzi" - conclude Romanelli. AntLen