Con oltre cento capolavori (vasi, anfore, piatti, formelle, oggetti da giardino) le due celebri manifatture Ginori e Cantagalli sono al centro della mostra Il Risorgimento della maiolica italiana con cui il Museo Stibbert anticipa un vasto calendario di esposizioni dedicate all’artigianato artistico fiorentino e all’epoca d’oro dell’antiquariato e del collezionismo con il titolo collettivo Le stanze dei tesori. Questa prima rassegna è curata da Oliva Rucellai e Livia Frescobaldi Malenchini, è promossa dall’Associazione Amici di Doccia e fa parte della collana Piccoli Grandi Musei, ideata e organizzata dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze con Regione Toscana, Comune e Provincia di Firenze.
La mostra è realizzata sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali e il sostegno di Arcus, Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Banca di Cambiano. Collaborano Polo Museale Fiorentino, Associazione degli Antiquari, XXVII Biennale Antiquaria e Osservatorio dei Mestieri d’Arte. Le opere esposte, molte per la prima volta, hanno varia e prestigiosa provenienza internazionale: l'Ashmolean Museum di Oxford, il Victoria & Albert Museum e la Fondazione William De Morgan di Londra, il Musée National de la Céramique di Sèvres, il Museo del Bargello, alcune raccolte private inglesi e il Museo di Doccia.
Ben 43 appartengono invece alla sterminata collezione Cantagalli del Museo Stibbert, per lo più inaccessibile. Sono tutti pezzi acquistati di persona dal fondatore Frederick Stibbert (1838-1906), magnate inglese, fiorentino di nascita.La mostra è ovviamente dedicata agli appassionati di un genere apprezzato moltissimo in tutta Europa, come dimostra anche la partecipazione finanziaria della prestigiosa fondazione svizzera Ceramica Stiftung alla pubblicazione del catalogo italiano-inglese (editore Polistampa). La spettacolare bellezza di questi manufatti, vibranti di colori e dagli stili più diversi (neoclassico, rinascimentale, rococò, liberty), è comunque destinata ad affascinare anche il grande pubblico.
Per gli addetti ai lavori sono invece fonte di importanti novità i numerosi inediti sia artistici che documentali (in particolare dall’archivio del Museo di Doccia). Di inedita anche una serie di disegni, tra i più significativi della documentazione emersa con la recente catalogazione del Fondo Cantagalli, conservato a Faenza dal Museo Internazionale delle Ceramiche, realizzata dall’Associazione Amici di Doccia. Con la mostra inizia anche un interessante programma didattico artigianale rivolto alla ceramica, che coinvolge quattro musei: oltre allo Stibbert e a Doccia (Sesto Fiorentino), quello di Montelupo e il Museo Galileo Chini di Borgo San Lorenzo. E’ una delle iniziative progettate per promuovere un circuito della ceramica che a Montelupo comprende anche la Fondazione Bitossi.Quanto al Museo Stibbert, grazie al progetto Piccoli Grandi Musei viene riaperta al pubblico la Sala della Piatteria Antica e le sale del primo piano, dove il collezionista abitò con la madre Giulia.
Si conclude così un decennio di restauri, realizzati con il sostegno dell’Ente Cassa, che hanno tra l’altro consentito di ricreare l’allestimento che Stibbert aveva scelto per la villa, ma rivoluzionato dopo la sua morte.Approfondite ricerche hanno ora permesso di ricostruire con esattezza la disposizione dei locali e delle collezioni. Sono state ripristinate le antiche decorazioni e i pavimenti erosi dal passaggio del pubblico, e mobili e quadri sono stati ricollocati dove Stibbert li aveva voluti.
Le armerie hanno così riacquistato tutto il loro fascino e le grandi sale di rappresentanza la loro eclettica ricchezza e armonia. Grazie a questi interventi è di nuovo possibile visitare anche la camera di Stibbert con il suo semplice letto di ottone; lo Studiolo affollato dai suoi dipinti preferiti; la fastosa Camera Impero abitata dalla madre; la Galleria con gli affreschi neoclassici di Ademollo e il Salotto Giallo con il bel pavimento alla veneziana. La Sala della Piatteria Antica, decorata da Stibbert con piatti e maioliche Cantagalli, era destinata anche alla raccolta dei costumi e vi è esposta una delle rarità della collezione, il Petit Costume d’Italie indossato da Napoleone I quando nel 1805 fu incoronato a Milano Re d’Italia.
Il mantello è stato perfettamente restaurato e l’intera sala diventa così uno dei punti focali dell’intero percorso museale. Maioliche, per lo più Cantagalli, si trovano distribuite anche in molte sale del museo, oppure murate sulle pareti esterne della villa e disposte nel giardino. Una nuova campagna fotografica avviata con la mostra ne ha documentato l’intera collezione, compresi gli oggetti conservati nei depositi