Firenze – Sono 15 i “magnifici” Pif, i progetti integrati di filiera che saranno finanziati con 25 milioni di euro dalla Regione Toscana. Il volume di investimenti complessivo sarà di oltre 57 milioni di euro. I progetti riguardano, complessivamente, tutto il territorio toscano ed avranno ricadute positive dirette ed indirette. Sono stati presentati stamani durante un incontro con la stampa tenuto a Palazzo Strozzi Sacrati, sede della presidenza della Regione, dal Presidente Enrico Rossi, insieme all’assessore all’agricoltura, Gianni salvadori, ed ai rappresentanti dei soggetti capofila dei 15 progetti ammessi al finanziamento regionale. Occupazione: 7000 addetti complessivi.
1250 imprenditori coinvolti Complessivamente si stima che siano oltre 7000 mila gli addetti interessati, dei quali 1536 fra i soli partecipanti diretti ai progetti (946 dipendenti e 590 autonomi) e 5600 indiretti. Come soggetti imprenditoriali i partecipanti agli accordi sono stati 1250 di cui 270 diretti (soggetti che sostengono l’onere finanziario degli investimenti di propria competenza) e 980 indiretti (soggetti che partecipano alla realizzazione degli obiettivi del progetto ma non richiedono contributi), suddivisi fra aziende agricole, imprese di trasformazione primaria e secondaria, imprese che svolgono la commercializzazione, soggetti pubblici Territorio: oltre 17 mila ettari.
Animali: oltre 60 mila fra bovini e ovini La superficie complessiva interessata dagli investimenti sarà 17.534 ettari. La superficie più ampia con quasi 13 mila ettari riguarda la filiera cerealicola, seguita dalla zootecnica (2371 ettari) e altre filiere (2171). Nella filiera zootecnica, il numero totale di capi interessato è pari a 60.369 fra bovini e ovini. Cereali: oltre 26 milioni di investimenti con 5 progetti Alla scadenza del bando (10 giugno 2011) erano stati 21 i progetti presentati per i PIF. Una specifica commissione ha valutato rigorosamente tutti i preliminari pervenuti entro la scadenza e ha redatto tre graduatorie, che sono da considerare ancora provvisorie in attesa della presentazione dei progetti definitivi. Dei 6 progetti presentati sulla filiera “Cereali e proteoleaginose”, 5 sono risultati finanziabili.
L’importo complessivo di contributo concedibile è pari a 11.101.226 euro, a fronte di un investimento previsto di € 26.183.884. Zootecnia: oltre 16 milioni di investimenti con 5 progetti Nel gruppo delle filiere “Zootecniche”, dei 7 progetti presentati 5 sono risultati finanziabili. L’importo di contributo complessivo concedibile è di 7.521.560 euro e l’investimento previsto di 16.394.603 di euro. Olio, vino e vivaismo: 14 milioni di investimenti con 5 progetti Nel gruppo “Altre filiere”, nel quale sono compresi i progetti relativi alle filiere vitivinicola, olivo-oleicola e florovivaistica, degli 8 progetti presentati 5 sono risultati finanziabili (2 della filiera florovivaistica, uno della filiera vitivinicola e 2 della filiera olivo-oleicola), per un importo complessivo di contributo concedibile pari a euro 6.377.215, a fronte di investimenti per 14.521.445 euro. Oltre all’attivazione delle misure di investimento, molti dei progetti ammissibili hanno colto la sfida innovativa della progettualità integrata propria dei PIF, attivando anche le misure “Attività di informazione e promozione” (7 progetti) e “Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nei settori agricolo e alimentare e in quello forestale” (7 progetti). Parole d’ordine: innovazione, filiera corta, niente sprechi, salvaguardia ambientale Gli investimenti riguardano in prevalenza macchinari e immobili, promozione, prodotti e tecniche innovative, lo sviluppo delle filiere locali, le agro energie, la certificazione di qualità.
Molte le innovazioni, gran parte delle quali incentrate sulla riduzione dell’impatto ambientale, l’ottimizzazione delle risorse idriche, l’utilizzo di residui della lavorazione. Alcuni esempi? L’utilizzo degli scarti dei frantoi come ammendanti nei vivai pistoiesi, con la conseguente integrazione della filiera olivo-oleicola con quella florovivaistica e la sostituzione della torba (in via di esaurimento) con un materiale che finora era da smaltire. L’ ingrasso dei suini del grossetano con il siero che deriva dalla produzione dei formaggi locali, trasformando gli “avanzi” della caseificazione in valore aggiunto per la filiera suinicola, con una riduzione dei costi di smaltimento.
Ancora: in provincia di Firenze uno dei progetti riutilizza gli scarti della lavorazione dei molini (tegumenti, paglia residua, ecc.) per la produzione di energia (impianto a biomasse). Altri progetti propongono nuovi sistemi organizzativi. In Mugello si punta a valorizzare la carne bovina e si fanno accordi con aziende cerealicole locali per l’alimentazione degli animali, realizzando un centro di stoccaggio che oltre ad aumentare la disponibilità di granelle di provenienza toscana (tracciabilità garantita e filiera corta) determina la disponibilità di alimenti di migliore qualità e a costi più competitivi per gli animali Gli accordi di filiera: accordi certi e prezzi equi per tutti Per ogni Progetto di Filiera, i vari soggetti partecipanti firmano un apposito Accordo di filiera.
Questi accordi garantiscono, attraverso vincoli di carattere contrattuale, gli obblighi e le responsabilità reciproche in merito alla fornitura dei prodotti destinati alla trasformazione e commercializzazione agroindustriale, alla realizzazione degli investimenti ecc.., compresa la determinazione del prezzo per i prodotti conferiti. Un elemento questo di equità e di certezza che mette al riparo il soggetto più debole (di solito il produttore) dalle variazioni del mercato. In alcuni casi vi sono sistemi innovativi di accordo sui prezzi fra i vari conferitori/acquirenti, come ad esempio il riconoscimento, in un progetto della filiera cerealicola, di un premio aggiuntivo per il processo produttivo adottato e un premio per il contenuto proteico, da definire per ogni singola campagna di ritiro e per categoria di cereale. Pif: per la prima volta in Toscana.
Gradimento al di sopra di ogni aspettativa La selezione dalla quale sono scaturiti i 15 Piani integrati di Filiera, che verranno finanziati è stata la prima in Toscana e fra le prime in Italia. La risposta del mondo produttivo a questa innovativa modalità di intervento è stata sopra ogni aspettativa. I 15 progetti che saranno finanziati hanno dato infatti un buon esempio di progettazione integrata, dove la produzione agricola, la trasformazione e la commercializzazione si aggregano per favorire i processi di riorganizzazione e consolidamento delle principali filiere agroindustriali regionali, presupposto fondamentale alla creazione di migliori relazioni di mercato. Nell’arco di un paio di mesi è prevista la graduatoria definitiva – a seguito della valutazione da parte della Commissione dei PIF definitivi – e la successiva consegna, da parte dei partecipanti diretti, delle singole domande di aiuto sulle varie misure attivate. Più competitività, più sicurezza sul lavoro, più qualità dei prodotti I progetti presentati contengono inoltre importanti idee innovative i cui principali obiettivi riguardano la riduzione dei costi sia nella fase colturale che nella fase di trasformazione, l’aumento della competitività delle aziende agricole, il miglioramento quali-quantitativo dei prodotti da immettere sul mercato, l’aggregazione dei diversi attori delle filiere agricole e agroalimentari a livello locale, l’ammodernamento e l’introduzione di nuove tecnologie all’interno delle aziende finalizzate all’ottimizzazione delle operazioni colturali, all’aumento della sicurezza sui luoghi di lavoro ed alla riduzione dell’impatto ambientale.