Firenze - Mucche mugellane alimentate con cereali e foraggi prodotti da una 50ina di aziende toscane, suini dell'entroterra grossetano che ingrassano con il siero che avanza dopo la produzione dei formaggi, vivai pistoiesi che usano come ammendante il “nocciolino” delle olive dopo la produzione di olio. Sono questi alcuni dei progetti di filiera presentati alla regione Toscana nell'ambito del bando sui PIF (progetti integrati di filiera) chiuso nei giorni scorsi. Un bando, che rappresenta una novità per la Toscana, che alla prima edizione ha riscosso un grosso successo, tanto che i 21 progetti presentati, per un totale di 74 milioni di investimenti, hanno rischiesto contributi pubblici per circa 33 milioni.
Una cifra superiore alla stessa “dote” del bando regionale che era di 25 milioni di euro a valere sul Piano di Sviluppo Rurale. Soddisfatto l'assessore regionale all'agricoltura, Gianni Salvadori, che sottolinea come le “aziende toscane abbiano raccolto l'invi to a fare squadra” e come i Pif garantiscano all'interno della filiera tutti i soggetti partecipanti. Inoltre l'assessore sottolinea “l'innovatività dei progetti stessi che presentano soluzioni volte a garantire ulteriormente la qualità e i consumatori e ad abbattere ancora di più l'impatto ambientale con il riuso intelligente di materiali che altrimenti sarebbero considerati scarti e andrebbero perduti”.
Innovazione di progetto e di prodotto, promozione, adozione di tecniche innovative, investimenti in macchinari e immobili, agroenergie, certificazione di qualità: questi sono, infatti, i principali filoni di intervento dei progetti. I fondi saranno concessi, a fondo perduto, dopo la selezione che verrà effettuata da una apposita Commissione di Valutazione. Si calcola che nel giro di 2 mesi la graduatoria sarà resa nota e i progetti potranno partire. La filiera che aveva maggiore dotazione finanziaria, quella cereali cola (12 milioni in totale) ha visto la presentazione di 6 progetti.
7 progetti sono stati presentati per la filiera zootecnica (4 per carne e latte bovini, 3 per quelli ovini). I restanti 8 progetti sono così distribuiti: 3 per la filiera della vite e del vino, 3 per l'olio e 2 per il vivaismo.