Firenze- “La difficile Finanziaria della Toscana non sarà fatta solo di conti ma anche di iniziative concrete”. Lo ha assicurato il presidente Enrico Rossi, intervenendo in aula sulla manovra economica del Governo e spiegando a cosa andrà incontro la nostra regione. Tre gli imperativi categorici più volte sottolineati: “innovazione”, “equità” e “investimenti”, per rilanciare lo sviluppo e redistribuire la ricchezza. Quale la ricetta del Governatore? Partendo dalla situazione drammatica a livello internazionale, che chiede all’Europa di svolgere un ruolo di primo piano, Rossi ha focalizzato lo sguardo sul paese ed ha parlato di manovra “che non può che preoccupare”. “Penso al sistema delle autonomie locali e delle Regioni – ha spiegato –: se il taglio del 2010 era stato pesante, l’attuale intervento rischia di dare un colpo definitivo, soprattutto in tema di servizi e quindi di risposte ai cittadini”.
Nello specifico della Regione Toscana “i tagli rendono impraticabile il federalismo fiscale”. Non solo: il tetto di stabilità si va ulteriormente abbassando, lo scorso anno il tetto di spesa era calato di 270 milioni, cui devono sommarsi i circa 130 milioni di impatto dell’attuale manovra, “un colpo dal quale difficilmente potremo riprenderci”, ha commentato. Da qui le richieste precise al Governo: ripristino della spesa per il trasporto pubblico locale; riattivazione dei 900 milioni per il sociale; possibilità di investire i finanziamenti che la Toscana ha e che non gravano sul debito pubblico.
“Sono convinto che la manovra debba essere fatta al più presto – ha affermato Rossi – ma il giudizio è sostanzialmente negativo, e rischiamo di perdere l’occasione di fare un intervento di giustizia”. “Noi cercheremo un nostro profilo – ha annunciato Rossi – nel 2012 l’Isee in Toscana sarà strumento di equità per l’accesso a tutti i servizi”. Questa la via maestra da seguire, accanto alle opere di interesse strategico regionale, al progetto giovani, al riordino complessivo degli enti, all’attenta revisione della spesa della macchina regionale e ai costi della politica. L’assemblea toscana conosce “il percorso di sobrietà che con questa legislatura il Consiglio ha avviato ed efficacemente perseguito” e ha visto “l’entità dei risparmi realizzati e posti a regime”.
Alberto Monaci, presidente del Consiglio regionale, apre la seduta speciale dedicata agli effetti della manovra del Governo sulla Toscana con un richiamo deciso al passo impresso sotto la sua presidenza al Consiglio. Quello che, ricorda Monaci, già prima della pausa estiva “ha avviato il percorso per affrontare passaggi riformatori importantissimi” riferiti a procedure della programmazione, legge elettorale, status di consiglieri ed assessori.Un percorso su cui si innestano le misure adottate dal Governo – previste nel decreto legge del 13 agosto, in specie agli articoli 13 e 14 - , con aspetti che più direttamente riguardano le Regioni e le loro prerogative di autonomia costituzionale.
Monaci richiama le disposizioni con ricaduta sulle indennità di consiglieri e assessori, e l’obbligo di riduzione del numero dei consiglieri, commisurando il trattamento economico all’effettiva partecipazione ai lavori consiliari. C’è poi la previsione di un collegio dei revisori dei conti come “organo di vigilanza sulla regolarità contabile, finanziaria ed economica della egstione dell’ente regione” e anche, in tema di vitalizio dei consiglieri, il passaggio al sistema previdenziale contributivo per gli eletti regionali.
Le assemblee elettive sono quindi chiamate, in un lasso di tempo “oggettivamente breve, all’adozione di atti di forte impatto sulla stessa istituzione”, chiosa il presidente. Al quale “Non sfugge la necessità non tanto di caratterizzare la nostra esperienza di una qualche stravagante primazia come forse è successo in passato”, quanto di affrontare nodi “frutto di politiche del passato oggi non più sostenibili, politiche di cui ci troviamo a dover rendere conto ai cittadini”.
Di più: “Ci sono anomalie strutturali in alcune condizioni, una per tutte il vitalizio nel regime attuale, la cui correzione prescinde da qualunque imposizione mediatica, ma che attiene alla loro stessa sostenibilità”. Di qui l’auspicio che il presidente rivolge all’Assemblea, perchè “sappia e voglia proseguire nell’azione di rafforzamento della propria funzione e dei propri strumenti di lavoro all’insegna di quella sobrietà che i tempi, le condizioni date e le nostre convinzioni, soprattutto, ci impongono”. "Il giudizio sulla manovra fin qui proposta è complessivamente negativo.
Si rischia di perdere una occasione di giustizia, chiedendo di più a chi a di più e tutelando chi ha di meno. La posizione della giunta regionale sarà comunque quello di avere qui in Toscana un profilo nostro, basato sull'equità, sull'innovazione e su scelte che possano rilanciare lo sviluppo". Così si è espresso il presidente Enrico Rossi intervenendo oggi nel corso della seduta straordinaria del consiglio regionale dedicata al dibattito sulla manovra. "Abbiamo avuto il coraggio di introdurre l'Isee per l'accesso ai servizi e specificheremo meglio questa scelta nella prossima finanziaria -- ha proseguito il presidente -- L'Isee non è un toccasana, ma è uno strumento per fare maggiore equità perchè si avvicina di più alla effettiva situazione familiare.
Ho letto con piacere che l'Anci regionale e il comune di Firenze intendono mettersi su questa strada". Il presidente si è soffermato sulla necessità di attivare finanziamenti privati, ad esempio per le infrastrutture, e ha annunciato che sarà ancor di più spinto e arricchito il progetto Giovani Sì per l'autonomia dei giovani. Sul fronte del risparmio e della lotta agli sprechi, mentre prosegue il riordino degli enti regionali, Rossi ha annunciato l'adozione del metodo della "spending review", con cui saranno sottoposti a revisione critica i 2500 capitoli di spesa del bilancio.
Quanto alle conseguenze in Toscana della manovra il presidente Rossi ha affermato che l'impatto sul territorio nel 2013 in termini di minor spesa pubblica è calcolato intorno ai 3 miliardi di euro. "La preoccupazione di tutto il sistema delle autonomie è fortissima -- ha proseguito -- perchè questo comporterebbe un colpo esiziale ai servizi che ci siamo impegnati a erogare. E difficilmente potremo riprenderci dall'abbassamento del nostro tetto di spesa. Le Regioni hanno rivolto al governo alcune richieste e hanno il diritto che se ne tenga conto".
"In primo luogo il ripristino dei finanziamenti per il trasporto pubblico locale (per la Toscana 174 milioni) indispensabili per assicurare i livelli essenziali dei servizi ferroviari e su gomma. Poi il ripristino dei 900 milioni destinati al fondo sociale e cancellati. Questo è un taglio particolarmente odioso -- ha proseguito il presidente -- perchè dentro queste risorse ci sono le misure per l'handicap, la non autosufficienza e se vengono a mancare rischiamo un pesante regresso sociale.
Infine lo sblocco degli investimenti che non producono nuovo debito. In Toscana -- ha concluso il presidente -- buona parte dei 3,5 milioni disponibili". «Vorrei rispondere ad alcune considerazioni avanzate dai banchi della maggioranza per ricordare che all’interno della maggioranza parlamentare e del nostro governo c’è ancora chi pensa che a decidere le sorti della nazione debbano essere i popoli, e non le banche di Bruxelles e le burocrazie che guidano quest’Europa che non ci piace», ha detto Roberto Benedetti vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana. «Noi siamo convinti che questa Europa che sta dissanguando i cittadini debba essere ripensata, altrimenti questa Europa così come è fatta adesso a Maastricht rischia di morire».
«Ancora, noi siamo convinti che il solo ordine del giorno di sfratto ad un governo possa venire dai cittadini tramite libere elezioni – conclude Benedetti - . Queste considerazioni e queste posizioni volevo riaffermare in quest’aula dove gli aspetti tecnici sulla manovra oggi sono stati disattesi per affrontare altre questioni a cui noi, comunque, non vogliamo sottrarci».