Firenze – “Abbiamo chiesto poche cose, ma precise” commenta il presidente della Toscana Enrico Rossi riguardo agli emendamenti che le Regioni, tutte assieme, hanno proposto sulla manovra bis che il Parlamento si appresta a discutere. “Prima di tutto – spiega Rossi – abbiamo chiesto che vengano ripristinati i finanziamenti per il trasporto pubblico locale, tagliato per il 75%, e che si reintegrino i finanziamenti per il fondo sociale”. Sono altri 900 milioni che erano stati completamente cancellati dal governo.
E poi gli investimenti in sanità. “Il deficit va tenuto sotto controllo – chiarisce Rossi -, ma Regioni ed Enti locali devono poter fare tutti gli investimenti che non producono nuovo debito: a partire da quelli sanitari già presenti in bilancio per 1,5 miliardi”. Fondi già stanziati, ora bloccati. “Dal Parlamento, che inizia domani l’esame della manovra – auspica il presidente toscano -, aspettiamo risposte”. Sono una quindicina gli emendamenti alla manovra presentati dalle Regioni.
Tra i più importanti c’è quello sui fondi per il trasporto pubblico locale: una partita che vale in tutto il paese 1635 milioni e in Toscana 174. Le Regioni hanno chiesto 1.100 milioni a partire dal 2012, escludendo l’utilizzo dai vincoli del patto di stabilità interno. Altrimenti, spiegano, non si potranno rispettare i contratti. Quello che manca potrebbe essere recuperato dal fondo per gli interventi strutturali di politica economica. Vale lo stesso per il fondo nazionale per le politiche sociali: altri 900 milioni, completamente cancellati, da ripristinare per garantire agli enti territoriali di svolgere funzioni e servizi essenziali in un momento in cui la crisi mette a dura prova famiglie e categorie più deboli. C’è poi lo sblocco, proposto, di tutti gli investimenti che non producono nuovo debito e un diverso patto di stabilità.
Quello delineato dalla manovra è ancor più rigido per le Regioni che per gli Enti locali. La proposta è quella di assegnare alle Regioni un obiettivo complessivo e permettere compensazioni nel corso dell’anno tra Regioni che hanno potuto fare maggiori investimenti e quelle che hanno invece dovuto lasciare indietro qualche intervento (e pagamento): una sorta di patto di stabilità territoriale, come il patto di stabilità regionale che riguarda Comuni e altri Enti locali e che è stato sperimentato negli ultimi due anni. Tra gli emendamenti presentati dalle Regioni ce n’è uno anche sul federalismo fiscale – si chiede il ripristino dei fondi azzerati e una compensazione tra l’eventuale addizionale Irpef regionale in aumento e l’Irpef di competenza statale, fin dal 2012 – e un altro sui fondi per la sanità: 2500 milioni di euro in più, in tutta Italia, per il 2013 e 5000 per il 2014.
Soprattutto si sottolinea che tagli e finanziamenti vanno determinati sulla base del patto per la salute e sui livelli minimi di assistenza stabiliti: e non a prescindere, come in questo caso. Infine ci sono emendamenti anche sui Fas (ovvero i fondi per le aree sottoutilizzate), sulla riduzione dei costi degli apparati istituzionali, sui ticket in sanità per il 2011, sulla soppressione degli enti e sui tirocini. Il testo integrale delle proposte avanzate dalle Regioni può essere scaricato dal sito www.regioni.it nella sezione“Evidenze”. E domani, martedì 6 settembre, alle 14.30 in palazzo Panciatichi, il Consiglio regionale si riunirà in seduta speciale per discutere sui temi della manovra economica del Governo.
È quanto deciso oggi dalla conferenza di programmazione dei lavori convocata dal presidente del Consiglio, Alberto Monaci, cui ha preso parte anche il presidente della Regione, Enrico Rossi. La conferenza di programmazione, alla quale partecipano anche i capigruppo dell’assemblea, ha così definito l’impegno di far emergere proposte e idee che dalla Toscana saranno trasmesse al Parlamento, dove proprio il 6 settembre inizia l’iter al Senato per l’esame della manovra del Governo. Un impegno già oggetto della richiesta di convocazione del Consiglio fatta dal capogruppo Pd, Vittorio Bugli, in una lettera inviata a Monaci durante il mese di agosto.
I sindaci del Circondario Empolese Valdelsa esprimono la loro posizione sulla manovra approvata dal Governo, ora all’esame del Parlamento, con una nota congiunta che si riporta qui di seguito. “Il nostro paese ha bisogno di sicurezza e di affidabilità poiché dobbiamo affrontare una situazione di emergenza, ma non ci sembra che l’attuale maggioranza di governo abbia le idee chiare sulle misure da adottare. Siamo perfettamente consapevoli che l’Italia dovrà fare dei sacrifici, ma rimaniamo dell’avviso che potremo superare questo momento di difficoltà solo se i pesi e gli oneri verranno ripartiti in modo equo, chiamando a raccolta tutta la società e chiedendo a ognuno di contribuire per la propria parte, a partire da chi ha di più”. “Il Governo ha invece preferito, come sempre, seguire una scorciatoia: scaricare ancora una volta gli effetti della crisi sulle fasce più deboli della popolazione e sugli enti locali.
I tagli che i Comuni subiranno mettono in discussione la possibilità di erogare prestazioni e servizi fondamentali, come asili nido, scuole materne, assistenza agli anziani, aiuti ai più deboli. Si va dunque a colpire nella carne viva della popolazione, comprimendo ulteriormente il tenore di vita dei cittadini e riducendo le già limitate possibilità di spesa delle famiglie, con ricadute negative per l’intera economia”. “Ad aggravare questa situazione – concludono i sindaci – è la totale assenza nella manovra di risorse per incentivare le imprese e la ripresa economica.
Per questo rinnoviamo il nostro appello che essa sia riveduta profondamente, con il concorso di tutte le forze politiche e sociali”. Anche il Comitato Regionale Toscano dell’Associazione Nazionale delle Pubbliche Assistenze guarda con profonda preoccupazione alla manovra finanziaria, proposta dal Governo, che è stata discussa in Commissione al Senato e verrà portata domani in aula. “La manovra contiene misure che colpiscono prevalentemente i soliti noti e che aldilà dell’incertezza delle somme recuperate non risolve i problemi finanziari del Paese e la necessità di rilanciare la crescita.
Sono particolarmente odiose le misure che tagliano lo Stato sociale, colpiscono gli Enti Locali, mettono in discussione i livelli di vita delle categorie sociali meno abbienti. Sussidiarietà, prevista dal Titolo V della Costituzione, e federalismo, di fronte ai tagli consistenti nei confronti dello Stato Sociale e degli Enti Locali, diventano parole vuote e prive di significato. Sarebbe ancora più grave se, per raccogliere ulteriori risorse, si provvedesse all’aumento dell’IVA che si scaricherebbe quasi automaticamente sui consumatori finali e quindi anche sulle associazioni di volontari.
Le Pubbliche Assistenze della Toscana saranno comunque in prima fila a fianco dei più deboli per difendere anche il livello dei servizi sociali. Le Pubbliche Assistenze Toscane esprimono la loro solidarietà con quanti, in forme diverse, a fronte della gravità della manovra, si battono per equità e giustizia sociale, che sono i criteri guida per ogni provvedimento, anche finanziario, di risanamento e di rilancio del Paese e non possono prescindere dal restituire fiducia e sicurezza alle persone”.