La Regione Toscana svolge una costante attività di vigilanza, tramite il CeRRTA, Centro di riferimento regionale sulle tossinfezioni alimentari. Secondo il Rapporto pubblicato dal CeRRTA e relativo al periodo 2002-2009 (il Rapporto si trova sul sito della Asl 3 di Pistoia, dove ha sede il CeRRTA), in quell’arco di tempo (non ci sono dati più aggiornati) i casi di MTA – malattie trasmesse da alimenti – sono stati 3.210, con un andamento stagionale: picchi evidenti nei mesi estivi, diminuzione degli episodi nei mesi invernali (con l’eccezione di gennaio, in cui gli episodi sono probabilmente riferibili alle abitudini alimentari tipiche dei periodi natalizi).
Le maggiori responsabili delle malattie trasmesse da alimenti in Toscana continuano ad essere le infezioni da salmonella. Gli alimenti che fanno da veicolo delle infezioni alimentari: a livello domestico le uova; nei pubblici esercizi la carne e il pesce. Gli altri veicoli: dolci e gelati, molluschi, pasta e minestre, latte e latticini, acqua. Negli otto anni presi in considerazione dal Rapporto, i casi di tossinfezione alimentare sono stati sostenuti soprattutto dalle salmonelle (responsabili del 46% dei focolai) ma negli ultimi anni hanno assunto molta rilevanza il Clostridium perfringens (un batterio identificato più volte nel terreno, nella carne cruda e congelata, nella polvere, nell’intestino degli animali e dell’uomo, nel pesce e nei molluschi, e responsabile di forti disturbi gastrointestinali) e le intossicazioni da istamina (un composto azotato, presente per esempio nel pesce conservato troppo a lungo o in maniera inopportuna). Queste le raccomandazione dell’Oms per alimenti più sicuri: massima pulizia delle mani e dei luoghi in cui si conservano e si lavorano i cibi; separare gli alimenti crudi da quelli cotti; far cuocere bene gli alimenti; tenerli alla giusta temperatura; utilizzare solo acqua e materie prime sicure. Un cenno a parte meritano le intossicazioni da funghi.
Nel triennio 2007-2009 i micologi e gli Ispettorati Micologici Regionali hanno ricevuto un totale di 136 chiamate per sospette intossicazioni da funghi, provenienti dai pronto soccorso degli ospedali. Le persone coinvolte sono state in totale 331. Nel 59% dei casi si è trattato di intossicazioni da funghi tossici, nel 21% di indigestione da funghi non tossici, nel 19% non è stato possibile identificare correttamente il tipo di patologia. Le regole essenziali per i cercatori di funghi: non raccogliere funghi che non si conoscono; se non si è certi, rivolgersi all’Ispettorato micologico; non raccogliere funghi troppo maturi ed eliminare le parti che non sono in buono stato di conservazione; ricordare che esistono allergie e intolleranze anche ai più comuni funghi commestibili; consumarli con moderazione.