Firenze - Le celebrazioni per il 67° anniversario della Liberazione sono iniziate coi rintocchi della Martinella, la campana della Torre di Arnolfo, che quell’11 agosto 1944 suonò a festa per annunciare alla città il ritorno alla libertà e alla democrazia. In piazza dell’Unità Italiana il sindaco Matteo Renzi e i rappresentanti delle organizzazioni partigiane e autorità civili e militari hanno deposto corone di alloro al monumento ai caduti di tutte le guerre. Il pastore Pawel Gajewski per le comunità Evangeliche, il rabbino capo Josef Levi per la comunità ebraica e monsignor Alberto Alberti per la chiesa cattolica hanno letto alcune preghiere.
Poi la banda della Filarmonica Rossini ha preceduto il corteo (fino a Palazzo Vecchio) aperto dal Tricolore, dalla bandiera del Comitato toscano di Liberazione Nazionale, da quella del Corpo volontari della Libertà, dal gonfalone di Firenze col sindaco Renzi, assessori e consiglieri comunali, assieme a quelli della Regione Toscana con l’assessore Daniela Scaramuccia, della Provincia di Firenze con l’assessore Giovanni Di Fede e quelli dei Comuni di Prato, Empoli, Bagno a Ripoli, Scandicci, Lastra a Signa, Sesto Fiorentino, Rufina, Pontassieve, Figline, Pelago, Signa, Scarperia, Calenzano, Fiesole, Vaglia, Montelupo, Borgo San Lorenzo, Rignano, Greve in Chianti, San Casciano e i labari delle associazioni partigiane.
Erano presenti anche il prefetto di Firenze Paolo Padoin, l’ex sindaco Mario Primicerio e i parlamentari Tea Albini, Gabriele Toccafondi, Paolo Amato. Dopo i saluti del sindaco e del rappresentante dell’Anpi Giorgio Pacini, l’orazione ufficiale è stata tenuta dal cardinale Silvano Piovanelli, arcivescovo emerito di Firenze. Le celebrazioni per l’11 agosto si concludono alle 21 col concerto della Filarmonica Rossini sull’arengario di Palazzo Vecchio. “Sarebbe bello che l’entusiasmo e il coraggio che ha portato gli uomini di allora a lottare tutti uniti, anche se di idee politiche diverse, riaffiorasse ora e ci aiutasse ad affrontare uniti, con determinazione, orgoglio e coraggio il momento difficile che il nostro Paese sta attraversando”.
L’ha detto Daniela Scaramuccia, assessore al diritto alla salute della Regione Toscana che ha partecipato alle celebrazioni in rappresentanza del presidente Enrico Rossi e dell’intera giunta regionale, accompagnando il Gonfalone della Regione Toscana da piazza dell’Unità a Palazzo Vecchio. “Sono orgogliosa – ha aggiunto Daniela Scaramuccia – di rappresentare la Regione a questo fondamentale appuntamento con la storia. Una storia che vede Firenze protagonista e artefice, grazie alla partecipazione popolare, della propria liberazione, ma anche una storia che lega profondamente Firenze al destino dell’Italia intera”. “I rintocchi della Martinella commuovono e riempiono ancora oggi di orgoglio, a sessantasette anni dalla liberazione della città di Firenze dall’oppressione nazi-fascista.
Oggi, infatti, è un giorno importante per il capoluogo fiorentino, che da secoli è stella di libertà, democrazia e coraggio nel panorama Europeo”. È il commento dell’on. Fabio Evangelisti, Segretario Idv Toscana, in ricordo dell'11 agosto di sessantasette anni fa, quando Firenze fu liberata dall’assedio tedesco. “Gli anni della guerra mondiale e della guerra civile – dichiara Evangelisti – rappresentano una delle pagine più dolorose e buie della nostra storia. Ricordare gli uomini e le donne che persero la vita combattendo per la nostra libertà è un dovere civile e morale.
Tenere viva la memoria di quei caduti è il modo migliore per continuare a tramandare anche alle future generazioni un messaggio di pace, coraggio e giustizia che nella Resistenza trova il suo apice nella storia del nostro Paese. Firenze, in quegli anni tristi e difficili, dette un grande contributo per la cacciata dell’invasore e dell’oppressore. Per questo, a nome mio personale e di Italia dei Valori, voglio salutare con affetto e profonda gratitudine tutti gli iscritti dell’Associazione Nazionale Partigiani Italiani e i familiari di coloro che persero la vita per gettare le basi della nostra Democrazia”. “Chi invece, ancora oggi – conclude Evangelisti – celebra figure oscure come i franchi tiratori, fa oltraggio non soltanto di chi perse la vita per riconquistare, davvero, la propria libertà, ma a l’intera città di Firenze.
Ricordare, dunque, è uno strumento imprescindibile per continuare a rimanere immuni da queste derive fasciste che ancora oggi inquinano la nostra società”. Una delegazione della Giovane Italia Firenze, guidata dal consigliere regionale e coordinatore regionale del movimento giovanile del Popolo della Libertà Tommaso Villa e dal coordinatore cittadino Andrea Badò si è recata al cimitero americano di Falciani per rendere omaggio alla memoria dei militari statunitensi caduti nella lotta per la Liberazione di Firenze.
La delegazione ha poi preso parte alla cerimonia ufficiale in piazza dell’Unità e al corteo sino a Palazzo Vecchio. “La Giovane Italia – spiegano Villa e Badò - intendono così simbolicamente ricordare tutti coloro che offrirono la loro vita per liberare Firenze dall’occupazione nazifascista. Se oggi l’Italia è una democrazia lo dobbiamo al sacrificio dei partigiani e dei soldati delle Forze alleate, oltre ovviamente all’impegno e all’abnegazione di molti nostri connazionali.
Senza il loro estremo gesto di generosità e di amore per la libertà forse la storia italiana avrebbe preso una strada diversa, e ben peggiore. La libertà e la democrazia sono valori assoluti, doni che abbiamo ricevuto e che abbiamo l’obbligo di preservare. I giovani del Popolo della Libertà si impegnano a mantenere viva la memoria delle lotte per la Liberazione, affinché la pagina buia di un regime autoritario e dell’occupazione non sia oggetto di inutili, deleteri nostalgismi”. “Mi ha colpito la totale assenza di giovani – ha commentato il capogruppo di Lega Nord Toscana Mario Razzanelli - , ai quali il Cardinale Piovanelli ha fatto riferimento in chiusura della sua prolusione, quando ha spiegato che scopo di questa manifestazione è quella di celebrare ‘per trasmettere ai giovani i valori allora tragicamente calpestati’.
C’è qualcosa di sbagliato. È la politica che non riesce a trasmettere questi messaggi, o sono i giovani stessi a non essere interessati? Dobbiamo interrogarci su questo punto, cruciale per comprendere il mondo libero che i nostri padri ci hanno consegnato”. “Trovo poi inaccettabile – ha concluso Razzanelli - che nella prolusione del rappresentante dell’Anpi Giorgio Pacini non una parola sia stata spesa in ricordo del sacrificio delle centinaia di soldati alleati caduti per la liberazione di Firenze; è doveroso al contrario sapere e ricordarsi che, senza il loro contributo, Firenze non ce l’avrebbe fatta, o – chissà – sarebbe stata teatro di un ben più lungo e sanguinoso assedio”.