Massa Carrara – Più di 60 tra esemplari di rare tartarughe terrestri e uova in attesa della relativa schiusa destinati al traffico illegale sono stati scoperti e sequestrati dal personale del Corpo forestale dello Stato a Massa Carrara. L’operazione, frutto di una lunga ed intensa attività di indagine finalizzata alla repressione del mercato clandestino di animali protetti dalla Convenzione di Washington (CITES), è scaturita in seguito alla scoperta su alcuni siti INTERNET di inserzioni pubblicitarie per la cessione o la vendita di tartarughe di terra e di mare appartenenti alle specie in via d’estinzione. Le indagini del personale del Servizio CITES Centrale di Roma, quello di Firenze, Pisa, Genova e del Comando Provinciale di Massa Carrara del Corpo forestale dello Stato hanno permesso di risalire al responsabile del commercio illegale, in questo caso un soggetto residente nel Comune di Massa, denunciato all’Autorità Giudiziaria per detenzione e vendita illegali di specie tutelate dalla Convenzione di Washington.
Il reato prevede in questo caso la pena dell’arresto (da tre mesi ad un anno) e dell’ammenda (da 7.550 a 75.000 euro) oltre alla confisca degli animali. In seguito agli accertamenti effettuati e alla perquisizione disposta dalla Procura della Repubblica di Massa Carrara, si è scoperto che l’uomo era in possesso di 10 tartarughe appartenenti alle specie Testudo marginata e Testudo hermanni/Boettgeri di circa 20 giorni, di 12 esemplari adulti di Testudo hermanni/Boettgeri di età compresa tra i 30 e gli 80 anni e di 41 uova di Testudo hermanni/Boettgeri.
Gli animali, privi della relativa documentazione CITES prevista dalle normative vigenti in materia di tutela delle specie in via di estinzione e pronti ad essere commercializzati, sono stati scoperti all’interno del bagagliaio dell’auto del responsabile mentre il soggetto tentava di venderle dopo avere procurato il suo acquirente via INTERNET. A questo link è possibile visualizzare il video girato dal Corpo Forestale dello Stato L’attività di vendita delle tartarughe avrebbe consentito un cospicuo giro d’affari, valutabile nell’ordine di diverse migliaia di euro.
Gli esemplari sono stati sottoposti a sequestro penale in attesa dell’individuazione di un’idonea collocazione presso una struttura di recupero. Il sequestro si inserisce in un più vasto scenario investigativo che vede impegnate diverse unità specializzate di varie città italiane coordinato dalla Sezione Investigativa CITES del Corpo forestale dello Stato di Roma. Trattasi della proposizione e vendita di specie protette tramite il canale INTERNET attraverso siti dedicati agli animali. Dalle inserzioni sui giornali, fenomeno diffuso negli anni passati, i trafficanti usano sempre più spesso la rete per proporre specie di difficile reperibilità annunciando la presenza delle certificazioni CITES previste dalla legge che poi risulta invece falsa o inesistente.
Una nuova forma di crimine che permette di condividere contatti, domande e offerte senza necessariamente avvalersi di un’organizzazione criminale di riferimento. Questo rende il lavoro investigativo sempre più difficile e specialistico per l’individuazione degli inserzionisti e dei trafficanti. Questi operano inoltre una concorrenza sleale rispetto ad un mercato legale di animali che può essere controllato con più facilità e mette a disposizione una serie di infrastrutture di legge che assicurano anche la corretta detenzione e custodia degli animali (strutture, quarantene, controlli sanitari, ecc.). L’indagine segue importanti casi già condotti dagli investigatori della CITES in Sardegna, in Sicilia, in Emilia Romagna e in altre regioni del Nord Italia.
Un esemplare di tartaruga marginata, originaria della Sardegna, può essere pagata dai 50 euro appena nata sino ai 5.000 euro se di età matura. Questi esemplari vivono sino ad oltre 100 anni e gli zoologi hanno da tempo lanciato l’allarme per la loro rarefazione negli ambienti naturali. Lo stesso vale per la tartaruga terrestre di Hermann o per la specie Greca. Il Corpo forestale ha istituito da tempo una speciale unità di indagine denominata Wildlife Web Crime Unit dove personale specializzato si occupa di scandagliare le inserzioni e tracciare gli indirizzi di rete per risalire ai responsabili sul territorio nazionale o all’estero