Si chiude oggi a Siena la due giorni di Se non ora quando, manifestazione nata dall’incontro dei 120 comitati nazionali costituitisi dopo la mobilitazione del 13 febbraio scorso. E da Siena parte l’appello alla modernizzazione del Paese: i comitati di Se non ora quando vogliono contribuire strutturandosi come una rete permanente in tutta Italia. A moderare la mattinata: Anna Carabetta, attrice e Valeria Fedeli, dirigente Cgil. Carabetta ha aperto i lavori citando il video di Maddalena Fragnito proiettato ieri.
“Il filo rosa tra la giornata di ieri e quella di oggi – ha detto - passa attraverso la ricostruzione di un immaginario nuovo nel quale possa definirsi la compiutezza di una libertà delle donne. E questa libertà parte da pratiche politiche fatte anche di parole e immagini nuove”. Il richiamo alla giornata di ieri è arrivato anche dalle parole di Cecilia D’Elia, Francesca Marta, Viviana Simonelli, Rita Cavallari e Donatella Ferrante che hanno illustrato le proposte sui contenuti emersi durante la discussione del giorno prima.
“C’è molta gioia – spiegano le rappresentanti del comitato nazionale- e molta voglia di condividere anche le critiche. Ieri sono arrivate a Siena ben 2mila donne venute per parlare e confrontarsi. Abbiamo registrato ben 55 interventi ed è stato incredibile essere riuscite a far parlare così tante persone che qualificano la nostra azione”. I temi del dibattito Tra le presenze al Prato e sul palco la ricchezza di una pluralità di voci eterogenee unite dalla voglia di dialogare, confrontarsi e condividere.
Una riflessione lunga 180 minuti che ha coinvolto 30 comitati Snoq da tutta Italia, 10 associazioni e 15 donne singole, tra testimonianze e donne delle istituzioni. Due le chiavi di lettura del dibattito tenutosi nel corso della mattinata: il percorso, come racconto dell’esperienza e i temi del movimento. Il dibattito ha ruotato attorno ai temi della precarietà, della maternità e del lavoro. Dalla voce delle protagoniste sono stati sottolineati i rischi della manovra finanziaria che, in un Paese come il nostro con un welfare inadeguato, aggrava la situazione, colpendo soprattutto le donne e scaricando su di loro i costi della crisi.
Da qui la richiesta della maternità come diritto a carico della fiscalità generale e il congedo della paternità obbligatorio. Senza dimenticare che i tagli al welfare costringono le donne a supplire con la loro attività di cura ai servizi e all’assistenza negata. Dal Prato di Sant’Agostino gli interventi hanno offerto nuove riflessioni, proposte e azioni precise: cambiare e guidare il Paese nel segno di una ritrovata unità e forza delle donne, che permetta alla rete – oggi stabile, autonoma e trasparente - di impegnarsi ed estendersi ulteriormente. La rete delle donne A spiegare come si struttura la rete delle donne italiane sono salite sul palco Serena Sapegno, docente universitaria letteratura italiana La Sapienza e Titti di Salvo, presidente Civ Enpals e presidenza Sel.
“Oggi nasce un nuovo movimento delle donne, non un partito ma un patto tra donne diverse – ha detto Titti Di Salvo - Snoq ha contribuito alla sua nascita, rispondendo a un’esigenza condivisa, a un desiderio emerso dal 13 febbraio in poi anche in seguito al fallimento della classe dirigente maschile. Abbiamo costruito una rete stabile, autonoma dai partiti, abbiamo promosso la circolarità delle informazioni. Il comitato promotore nazionale è solo un nodo della rete, che continuerà a mantenere rapporti con i comitati delle altre città e con le altre associazioni, nel rispetto della loro autonomia”. L’Itc e la comunicazione in Snoq A relazionare sul ruolo dell’Information and Communication Technology, Giorgia Serughetti, ricercatrice ed Elisa Davoglio, poetessa.
“Con Snoq abbiamo costruito un nuovo modo di comunicare – hanno spiegato- non professionista, spontaneo e non strumentalizzato che ha favorito l’approccio anche delle singole al di fuori del corporativismo dei partiti e delle associazioni. Facebook, Twitter e il forum sono stati i supporti scelti. A premiarci grandi numeri: 80mila contatti sul blog al giorno, 46mila iscritti alla pagina di Facebook. Segno questo, di un nuovo e valido modo di fare politica a partire dall’ascolto delle voci del Paese.
Per il futuro – concludono- abbiamo bisogno di organizzarci tenendo presente le necessità dell'autonomia di ogni elemento, per fare di questa rete una casa inclusiva, in cui interagiscano e si confrontino le differenti esperienze delle donne sul web, senza prevaricazioni allo scopo di unificare, raccogliere e non disperdere la mappa non solo virtuale ma anche reale del paese delle donne”. Il dibattito è proseguito con l’intervento di Annamaria Tagliavini, dell’associazione Orlando e le conclusioni di Serena Sapegno, docente universitaria di letteratura italiana e studi di genere la Sapienza e di Carla Fronteddu, dottoranda in filosofia.
“La due giorni di Siena – ha commentato Fronteddu – è stata utile a mettere a confronto due generazioni, per una circolarità che a partire dallo spettacolo della Comencini Libere ha pervaso tutto il movimento. Credo che il 9 e 10 luglio abbiano trasformato Se non ora quando in un bene collettivo che va alimentato, ciascuno con le proprie competenze, in modo che possa uscire dalle piazze. Io come giovane rappresentante del comitato senese sono la dimostrazione che Snoq è un movimento intergenerazionale che ha dimostrato la voglia di confrontarsi e il desiderio di aprire uno spazio di riflessione libero”.
“La spinta arriverà - conclude Serena Sapegno docente della Sapienza – da un lavoro capillare di radicamento attraverso l’apertura a tutte le donne, diversamente impegnate nella società a tutte le competenze e a tutte le associazioni che fin ad ora separatamente e senza contatti hanno cercato di rispondere al desiderio delle donne di contare e trasformare la società”.