A lanciare l’allarme è il Segretario Generale aggiunto del Li.Si.A.P.P. (Libero Sindacato Appartenenti Polizia Penitenziaria) Giuseppe Boccino. "Il sovraffollamento degli Istituti toscani afferma Boccino rischia di non garantire più neanche gli standard minimi di sicurezza, se si pensi che al 31 Maggio 2010 erano 4341 i detenuti ristretti negli Istituti toscani rispetto ai 3186 previsti". "Inoltre, la preoccupante carenza di personale di Polizia Penitenziaria su tutto il territorio Regionale è quantificabile in piu di circa 1000 unità e questo, rende ancora più grave la circostanza. Se poi si analizziamo i 792 atti di autolesionismo, le 8 evasioni, i 4 suicidi in cella e i 171 tentati suicidi, appare subito chiaro il quadro della situazione. Eppure - sottolinea il segretario generale agg.
Lisiapp - non possiamo pensare che il Dipartimento che da sempre si distingue per l’impegno profuso nel recupero di quell’estrazione sociale rimasta vittima di un fallimento esistenziale nella società in cui vive si manifesti così assente. Gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria sono tutti consapevoli di esercitare una professione pericolosa, ma le Istituzioni, hanno il sacrosanto dovere di garantire un’adeguata tutela al personale impiegato. Ma senza risorse finanziarie, senza risorse umane, tutto questo rischia di diventare pura utopia. Infatti - continua Boccino - la mancanza di fondi non garantiscono la tutela del personale e questo condiziona anche la vivibilità nei luoghi di lavoro. Inoltre, da troppo tempo il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria si limita solo a verificare quali sono le problematiche che affliggono il mondo penitenziario in questo caso quello Toscano, ma nessuno prende atto che c’è una totale mancanza di volontà di chi ha l’arduo compito di legiferare nella nostra amministrazione. Le ultime forze sono quasi esaurite e il Provveditorato regionale del Dap versa in uno stato patologico cronico. Eppure - dichiara il segr.
gen. - occorre un progetto serio che riformi il sistema penitenziario nella sua totalità mettendo fine a questi interventi di carattere temporaneo che di fatto non risolvono il problema, ma lo posticipano soltanto. Come possono le istituzioni pensare di rieducare i detenuti per poi reinserirli nella società, se poi si continui a fare tagli in settori strategici, indispensabili per garantire il buon funzionamento del sistema penitenziario. Senza risorse economiche, e senza strumenti non si arriva da nessuna parte, e per questo che chiediamo con urgenza un intervento di tutte le istituzioni regionali affinchè si evitino situazioni di disagio sul posto di lavoro e si garantisca la sicurezza personale in servizio senza che sia lasciata al caso come accaduto negli ultimi episodi di aggressione. In conclusione auspico che la prevenzione non sia soltanto un modo per alleggerire le coscienze dei vari legislatori che si avvicendano sul sistema carcerario"