Pubblicate per la prima volta chiare indicazioni sul ruolo dell’allattamento al seno nella Sclerosi Multipla. Ne parla un articolo sull’ultimo numero della prestigiosa rivista scientifica Neurology firmato da Emilio Portaccio e da Maria Pia Amato, responsabile del Settore Sclerosi Multipla della Clinica Neurologia I dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Careggi ("Breastfeeding is not related with post-partum relapses in multiple sclerosis patients"). Lo studio fa seguito ad altri lavori dei ricercatori che hanno contribuito a fornire indicazioni cliniche per la sicurezza delle pazienti in gravidanza.
Promosso su iniziativa del Gruppo di Studio Sclerosi Multipla della Società Italiana di Neurologia, si basa sulla collaborazione di 21 tra i maggior Centri italiani per la SM, coordinati da Portaccio e Amato. “La malattia colpisce spesso donne che prima o poi esprimono un desiderio di maternità, ed è di fondamentale importanza per il neurologo poter fornire risposte adeguate agli interrogativi delle future madri, non ultimi quelli relativi all'allattamento” afferma Emilio Portaccio. La malattia è caratterizzata da una riduzione dell'attività clinica (frequenze delle riacutizzazioni) nel corso dei mesi di gestazione, a fronte di un netto aumento della stessa subito dopo il parto.
Le terapie modificanti il decorso della Sclerosi Multipla (interferoni, glatiramer acetato, natalizumab) sono controindicate durante l'allattamento, per cui una ripresa dei farmaci subito dopo il parto implica per la madre la rinuncia all'allattamento. “Alcuni studi recenti hanno ipotizzato un possibile ruolo protettivo dell'allattamento nei confronti dell'aumentato rischio di ricadute nel puerperio – spiega il ricercatore - La scelta dell'allattamento è quindi in genere una fonte di preoccupazione ed ansia per la futura madre.” Per fornire delle evidenze chiare, sono stati studiati gli effetti dell'allattamento in un'ampia popolazione di donne con Sclerosi Multipla che sono andate incontro a una gravidanza tra il 2002 e il 2008.
Sono stati analizzati i dati di 302 gravidanze a termine; le pazienti sono state seguite per almeno un anno dopo il parto. Tra queste, 104 hanno allattato continuativamente per almeno due mesi. “L'allattamento non ha mostrato nessun effetto protettivo nei confronti del rischio di ricaduta dopo il parto, che è invece aumentato nelle donne con un più alto numero di ricadute nell'anno precedente la gravidanza e durante il periodo di gestazione – chiarisce Maria Pia Amato, associato di Neurologia all’Università di Firenze - Il ruolo protettivo dell'allattamento emerso negli studi precedenti potrebbe essere semplicemente la conseguenza di una diversa attitudine all’allattamento delle madri in base alle caratteristiche della malattia.
Infatti, nel nostro studio, allattano più frequentemente le donne con un minor numero di ricadute prima e durante la gravidanza, cioè le donne con un minor rischio di ricaduta dopo il parto”. “Questi risultati - conclude la docente - hanno importanti ricadute sulla pratica clinica. L'allattamento non dovrebbe essere proposto come un fattore protettivo contro il rischio di ricaduta dopo il parto. In particolare, nelle donne con più alta attività di malattia, potrebbe essere indicata la rinuncia all'allattamento e la ripresa o l'inizio di una terapia modificante il decorso subito dopo il parto”. La Sclerosi Multipla è una malattia demielinizzante del sistema nervoso centrale che ha un decorso cronico e comporta nel tempo gradi variabili di disabilità neurologica.
La malattia esordisce nella maggior parte dei casi nella fascia di età giovanile-adulta, tra i 20 e i 40 anni e le donne hanno un rischio doppio rispetto agli uomini di ammalarsi.