Sun Chemical. L'assessore al Lavoro Elisa Simoni, su domanda d'attualità presentata dai consiglieri di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi, ha fatto il punto in Consiglio provinciale sulla situazione dello stabilimento di Castello. Nel corso di oltre un decennio, a partire dal 1997, l’azienda ha dato vita ad una ristrutturazione iniziando dall’individuazione di 50 esuberi in cambio di investimenti, riducendo l’organico da 220 addetti agli attuali 82.
Grazie alla suddetta ristrutturazione e al valore aggiunto rappresentato dal territorio, l’azienda è uscita dalla crisi. L’ultima procedura di mobilità risale al 2001. Quando l’idea degli insediamenti nell’area di Castello si è fatta più insistente, le parti hanno chiesto un incontro al Comune di Firenze per valutare la possibilità di reperire un’altra area che era stata individuata ma l’azienda avrebbe avuto modo di occupare solo 30 dipendenti in un centro ricerca e dunque, gli stessi sindacati, si sono mostrati contrari.
In questo momento i lavoratori sono in stato di agitazione; hanno scioperato il 29, 30 e 31 marzo ed il 1 aprile perché dopo due anni di cassa integrazione ordinaria ed un anno di contratti di solidarietà, adesso l'azienda ha annunciato dai 22 ai 27 esuberi su un totale di 82 dipendenti, decidendo di trasferire il reparto inchiostro rotocalco a Etten in Olanda. Inoltre, l'AD Deflorian ha comunicato il trasferimento di 60 commesse di inchiostro all'acqua dallo stabilimento di Firenze a quello di Torino, svuotando quindi anche il reparto che ha la maggiore attività. Le Rsu chiedono la proroga di un anno dei contratti di solidarietà scadono il 31 maggio) ma l'azienda insiste per la mobilità.
L'Rsu ha anche presentato un'osservazione al piano strutturale del Comune di Firenze perché non venga cambiata la destinazione d'uso del sito produttivo. L’Unità di crisi della Provincia di Firenze, al momento, non è stata interessata della vicenda, anche se l'assessorato al Lavoro ha preso contatto con la Presidenza della Commissione Lavoro di Firenze e con i lavoratori. Vi è disponibilità da parte della Provincia ad intervenire. "La sensazione - ha commentato Calò - è che rimettendo in discussione assetti contrattuali, salariali e giudicici, siamo di fronte a un’operazione che presenta solo il profilo del profitto.
La delocalizzazione viene giustificata per spendere meno. Non interessa niente il prodotto di qualità che negli anni è stato raggiuto proprio da questi lavoratori"