Sono stati resi noti questa mattina i risultati per l’anno 2010 di Cred.os, l’Osservatorio sul credito delle micro, piccole e medie imprese della provincia di Firenze, nato su progetto di Confartigianato Imprese Firenze, con il contributo della Camera di Commercio di Firenze, per monitorare le richieste di credito della piccola imprenditoria della provincia. Un vero e proprio unicum, centrato su parametri “non rilevati” dai dettagli delle statistiche ufficiali: la provenienza locale delle domande, con i relativi esiti, e la piccola dimensione delle aziende che avanzano richiesta. A presentare i dati dell’Osservatorio: Gianna Scatizzi, Presidente Confartigianato Imprese Firenze; Cristina Ricciardi, Dirigente Area Servizi Promozione Camera Commercio Firenze; Giovanni Guidarelli, Responsabile Area Credito Confartigianato Imprese Firenze.
A commentarli: Dario Nardella, ViceSindaco Comune Firenze; Giacomo Billi, Assessore Sviluppo, Programmazione, Turismo Provincia Firenze; Michele Benvenuti, Responsabile Ufficio Studi Banca d’Italia-Firenze; Gloria Bartoletti, Dirigente Prefettura di Firenze; Paolo Rafanelli, Presidente Fiditoscana; Ferruccio Vannucci, Direttore Generale Artigiancredito Toscano; Giovanni Doddoli, Presidente Comitato promotore BCC Scandicci; Gianni Parigi, Relazioni esterne Federazione Regionale Toscana BCC; Vezio Manneschi, Direttore Generale Banca Federico del Vecchio; Fulvio Turio, Responsabile Small Business Banca CR Firenze; Enrico Totaro, Capoarea Toscana Nord Monte dei Paschi di Siena; Roberto Barbi, Capoarea Italia Centro Artigiancassa; Andrea Fraschetti, Direttore centro sviluppo Firenze Unicredit Banca; Paolo Marcucci, Assessore Attività produttive Montelupo Fiorentino. La ricerca si basa su un campione rappresentativo della piccola e media imprenditoria fiorentina (1.000 imprese di tutti i settori che nel 2010 hanno richiesto credito), che costituisce i 3/4 dell’intero panorama economico locale (108.724 imprese, di cui 93.866 attive e 31.347 artigiane).
Le pmi risultano essere strutturalmente deboli nei confronti del mondo bancario, come dimostrato dalle forme giuridiche scelte dagli imprenditori (le società di capitali, con il 24% del totale, sono residuali rispetto al totale) e dal limitato numero medio degli addetti (meno di 5 a testa). Parametri che, spesso, inducono il sistema bancario a considerare micro e piccole imprese come clientela retail, dunque paragonabile a quella privata familiare. “Confartigianato, però, non condivide le convinzioni di coloro che legano la fragilità del tessuto economico locale alle piccole dimensioni delle imprese – spiega Gianna Scatizzi, presidente dell’associazione di categoria – Da sempre, infatti, sottolineamo come proprio questa nuclearità sia la chiave di volta che assicura alle aziende grandi elasticità e capacità di adattamento”.
Secondo i dati dell’Osservatorio, le imprese hanno chiesto nuovo credito più per esigenze di liquidità (66,1% del totale) che per investimento (33,9%), invertendo una tendenza che aveva caratterizzato il periodo pre-crisi (predominanza delle richieste per investimento), e testimoniando così un presente di forti difficoltà economico-finanziarie. Per oltre 1/3 dei casi esiste difformità tra le richieste avanzate ed il loro esito, ovvero richiesta di maggiori garanzie (7,9% del totale delle domande), riduzione dell’importo (7,9%) ed esito negativo (20.2%). Per quanto riguarda i tempi, le risposte alle domande arrivano nella quasi totalità dei casi (93%) in 30-60 giorni: una tempestività che può (e deve) essere migliorata in quanto elemento fondamentale del servizio offerto dal sistema bancario. “Dati che, in definitiva, dimostrano come la questione dell’accesso al credito delle piccole e medie imprese artigianali e commerciali rimanga irrisolta, nonostante proclami e annunci di buone intenzioni da parte di banche e istituzioni – commenta Scatizzi – Occorre invece che gli istituti di credito accompagnino passo passo il percorso di uscita dalla crisi del tessuto imprenditoriale”. “Gli importi richiesti sono di limitata entità (41.577 euro in media) e rappresentano perciò un rischio contenuto per gli istituti, in quanto frazionato – spiega Giovanni Guidarelli, Responsabile dell’Area Credito di Confartigianato Imprese Firenze – Ad esempio, finanziare 100 artigiani e commercianti per 10.000 euro ciascuno fraziona il rischio per l’istituto di credito in maniera più efficace rispetto a finanziare una sola grande impresa per 1.000.000 di euro, a parità di somma prestata”. Nonostante le recenti vicende bancarie relative a fusioni ed acquisizioni di istituti di credito, le aziende continuano ad mostrarsi legate alle banche locali (a Banca CR Firenze nel 34,9% dei casi e alle piccole territoriali – in specie al sistema del Credito Cooperativo – nel 34,3%), optando per i grandi gruppi bancari italiani e le banche nazionali con sede sul territorio regionale nel restante 30,8% dei casi.
La percezione del rapporto banca/impresa mostrata dagli imprenditori non può essere definita sostanzialmente positiva. Il 64% dei micro e piccoli imprenditori, pur riconoscendo il ruolo essenziale svolto dal sistema bancario nel supporto allo sviluppo dell’imprenditoria, ritiene i costi aumentati e il 51,5% non indicati in maniera chiara e comprensibile se non agli addetti ai lavori. Inoltre, il 54,6% stima che sia più difficile accedere al credito, sebbene il rapporto con la banca si sia mantenuto stabile (né peggiorato, né migliorato) per il 49,3% degli intervistati. Per quanto riguarda le differenze di genere e di età, giovani imprenditori e giovani imprenditrici si collocano su posizioni differenti.
La maggior parte dei giovani imprenditori ha infatti sostenuto che le condizioni di accesso al credito siano rimaste sostanzialmente immutate, mentre la maggioranza delle giovani imprenditrici ha ritenuto siano peggiorate. I primi hanno considerato che il rapporto sia rimasto stabile. Per più della metà delle giovani imprenditrici, invece, i rapporti si sono deteriorati. Dati e risultati di Cred.os sono riuniti in volume disponibile gratuitamente in tutte le sedi Confartigianato della provincia di Firenze e presso la Camera di Commercio.
La pubblicazione è anche in download libero dal sito.