Nove da Firenze aveva anticipato con un articolo di poche settimane fa una tendenza preoccupante presente nel quartiere 2, proprio per la zona che interessa il Cinema Multisala Variety all'intersezione delle direttrici Via Lanza, via Sella, via del Madonnone. La chiusura, a questo punto definirla casuale appare quanto mai improprio, di molti esercizi commerciali, dall'Autosalone al Bar di vicinato passando per Latterie, Tappezzieri, Pastifici, articoli per l'infanzia e persino dell'Albergo Verrazzano. A questi si è aggiunto dopo pochi giorni l'annuncio da parte della proprietà del Cinema della chiusura del locale divenuto punto di riferimento per gli abitanti della zona e del comparto Firenze Sud, visto che i grandi cinema sono sul versante Nord tra l'Isolotto e Prato.
Fatto salvo il famigerato Multiplex di Novoli il cui futuro resta ancora incerto. Certa è invece la chiusura del Variety che questa mattina si presenta spoglio delle colorate Locandine e con un misero cartello "CHIUSO" affisso all'ingresso principale. Tra il via vai degli operai, dei diretti interessati e di quanti si sono prodigati nel liberare i locali dagli ultimi ingombri anche i residenti, chi per curiosità, chi per affetto perché aveva vissuto anche il fu Teatro Variety. Tra i commenti si va dal consueto "E' una Vergogna" al più malinconico "Stiamo morendo ogni giorno di più" riferito ad una zona che vede sparire i punti di riferimento e si trasforma in dormitorio (Albergo escluso, si intende).
"Ma non dovevano raccogliere le firme?" dice un passante che poi aggiunge "la politica si muove tardi, se si muove davvero, ma che si è mossa?" e gli fa eco una signora "Sì, ho letto tante dichiarazioni, ma un c'ho capito mica nulla, fatto sta che ora l'è chiuso". E le firme sono state raccolte, a darne notizia i consiglieri Stella, Alessandri, Roselli e Torselli: “Raccolte oltre 500 firme in pochi giorni per mantenere aperto il cinema” “In pochissimi giorni abbiamo raccolto oltre 500 firme per chiedere all’amministrazione comunale di mantenere aperto il cinema Variety.
Il cinema è una risorsa per il quartiere, non possiamo permetterci di perderlo, per questo abbiamo chiesto di firmare a tutti coloro che hanno a cuore i cinema di quartiere e la valorizzazione dell’attività cinematografica. La vicenda del Variety è soltanto l’ultima di una lunga serie di chiusure di sale cinematografiche a Firenze dal 1990 ad oggi e mai più riaperte: Ariston, Edison, Odeon, Astra, Ciak Atelier, Excelsior, Gambrinus, Goldoni, Ideale, Stadio, Supercinema, Nazionale, Teatro della Compagnia, Vittoria tanto per citarne alcuni, per non parlare dei cinema parrocchiali od amatoriali scomparsi da un giorno all’altro.
La politica portata avanti dalla grande distribuzione di aumentare il numero degli schermi, pur con capienza ridotta (nel 2006 si contavano 46 schermi contro i 22 del 1993) non ha portato più spettatori nelle sale fiorentine. Anzi, il ricorso alle multisala, ultima quella che sarà realizzata a Novoli, porterà alla chiusura inevitabile delle sale cittadine ancora aperte (come il Flora ed altre) perché questo rientra nei piani della grande distribuzione e dei grandi gestori. Questo perché a fronte di una crisi di spettatori che rende diseconomico per le proprietà gestire cinema con poche presenze in costante calo, si avverte la mancanza di una strategia economica delle amministrazioni locali che si limitano a porre o mantenere vincoli edilizio-urbanistici privi di senso, ma che di fatto, impediscono ristrutturazioni mirate delle sale chiuse e degli edifici che le ospitano.
Occorre oggi più che mai un piano per valorizzare i cinema che esistono a Firenze e contestualmente un piano per recuperare gli immobili dismessi. In molte città italiane si sono recuperati edifici già ospitanti cinema per adibirli a spazi multifunzioni ove, tuttavia, la presenza della sala di proiezione è garantita fosse anche solo per proiettare filmati YouTube. Non solo. L’amministrazione comunale di Bologna ha predisposto una serie di misure di carattere fiscale e commerciale finalizzate ad incentivare e tutelare gli esercizi cinematografici.
Ad esempio l’esenzione dall’imposta di pubblicità per le insegne, la tariffa minima di Tarsu, l’esenzione dal canone di occupazione del suolo pubblico. Anche negli altri paesi europei si è capito che la strada unica della multisala non è sufficiente a rivitalizzare il settore e si è quindi pensato di affiancare circuiti di sale cinematografiche tradizionali che attirano il pubblico delle famiglie e dei giovani”. Giovanni Fittante (IdV):"Occorre porre in essere una politica che salvaguardi le sale cinematografiche storiche di Firenze limitando il progressivo sviluppo delle multisale che, in questi ultimi anni, hanno assorbito una sempre più ampia fetta di pubblico.
La diminuzione della capacità di attrazione delle sale cinematografiche inserite da anni nel tessuto urbano della città o, addirittura, la loro chiusura – prosegue Fittante - finirà con l’impoverire la qualità dell’offerta culturale cittadina, contribuendo al declino di tutti quei luoghi legati alla tradizione di aggregazione e di consumo culturale aumentando inevitabilmente il rischio di degrado in città. In tale ottica occorre da un lato reintrodurre per le multisale come proposto dall’assessore regionale Cristina Scaletti il parametro della distanza nel regolamento attuativo del Testo Unico della cultura e, dall’altro lato, porre in essere nuove politiche commerciali, fiscali, urbanistiche ed anche della mobilità tese alla salvaguardia delle sale cinematografiche del centro storico e delle monosale della periferia che, indubbiamente, in questi anni hanno operato in una condizione di svantaggio competitivo.
In sostanza occorre ripensare nuovamente l’offerta culturale attraverso le sale cinematografiche storiche della città e, magari – conclude Fittante – procedere come già fatto ad esempio a Bologna con una convenzione ad hoc con l'Ente Nazionale Esercenti Cinema per la tutela dei cinema storici e delle monosale della città". “E’ stato molto utile il chiarimento da parte degli uffici dell’urbanistica avvenuto oggi in commissione su mia richiesta e di ciò ringrazio la presidente Meucci per la celerità della calendarizzazione.
Ma la preoccupazione sul destino dell’area Variety da parte mia non si è placata anzi è aumentata" Queste le parole della consigliera Bianca Maria Giocoli - anche se abbiamo appreso che allo stato non vi è nessuna proposta o richiesta di piano attuativo da parte della proprietà che in ogni caso dovrebbe poi passare dal consiglio comunale per consentire alla luce delle disposizioni vigenti la realizzazione di edificio residenziale o altro, abbiamo anche appreso che senza passaggi in consiglio comunale può avere luogo una semplice ristrutturazione edilizia e un conseguente cambio di destinazione non avendo il’immobile nessun tipo di vincolo legato all’attività di cinema". "Ristrutturazione edilizia sicuramente non appetibile per la proprietà perché sicuramente antieconomica e di difficile realizzazione tecnica per la tipologia stessa dell’immobile che non ha gli standard di luce per esempio, ma non impossibile. E’ dunque necessaria una presa di posizione da parte di tutte le forze politiche presenti in consiglio immediatamente oggi, durante i lavori del consiglio, che se non vincolante rappresenti comunque una richiesta del consiglio comunale al privato di privilegiare scelte aziendali che consentano il mantenimento delle sale cinematografiche. Al Sindaco poi chiediamo di farsi promotore a sua volta presso la proprietà per capire le intenzioni della stessa ed esprimere le preoccupazioni del quartiere 2 e della città tutta. Speriamo poi che l’assessore Scaletti chiarisca a sua volta al più presto la vicenda Multiplex che in questa querelle rappresenta un pericolo incombente non indifferente e che può creare di per sé una soluzione definitiva non auspicabile al Variety”. Antonio Lenoci