Per Rifondazione comunista, che ha rivolto un'interrogazione alla Giunta provinciale, è "preoccupante il silenzio della Provincia di Firenze e della Regione". L'argomento sarebbe al centro di "un imminente accordo tra i Comuni di Caviglia, San Giovanni e Figline con Ferrovie dello Stato e prevederebbe, da maggio e per almeno quattro anni, il trasporto di 3 milioni di metri cubi di terra, che verrà estratta dal tunnel dell'Alta velocità ferroviaria di Firenze, fino all'ex area mineraria di Santa Barbara, passando proprio da Figline e San Giovanni".
I consiglieri provinciali di Rifondazione Andrea Calò e Lorenzo Verdi hanno sollevato più volte il problema della collocazione dei materiali di scavo. Il conferimento di oltre tre milioni di metri cubi di terra "non è uno scherzo: abbiamo richiesto approfondimenti sui piani di prevenzione e tutela nei luoghi di lavoro, sugli strumenti di verifica e controllo, sugli orari, sui turni, sui carichi di lavoro e su ciò che viene fatto in termini di sicurezza sul lavoro nei passaggi di sub-appalto messi in atto nella fase di cantierizzazione e avvio dei lavori".
In occasione del sopralluogo nei cantieri Tav, della commissione trasporti della provincia di Firenze il del 29 settembre 2010, "ci era stato assicurato per bocca della dirigente di Fs-Rfi S.p.A., ing. Chiara De Gregorio, che i treni per il trasporto delle terre di scavo della Tav dovevano circolare solo di notte sulla linea lenta fra Firenze Campo di Marte, Pontassieve, Figline e San Giovanni Valdarno". Anche alla Commissione Trasporti, durante una passata audizione, "era stato assicurato da Trenitalia e Regione la circolazione di soli treni notturni, ma veniamo a sapere dal Comitato Pendolari e dalla stampa cittadina che i Comuni del Valdarno Fiorentino e Aretino stanno per sottoscrivere un accordo con Rete Ferroviaria italiana".
L'intesa dovrebbe prevedere la circolazione dei treni per il trasporto degli inerti con corse notturne ma anche diurne contravvenendo agli impegni e a quanto a suo tempo dichiarato al Comitato e nelle sedi istituzionali. Un comportamento "inaccettabile e scorretto poiché il venir meno a impegni a suo tempo presi provocherebbe pesanti ripercussioni sulla qualità dei servizi e sul diritto alla mobilità". "Assordante" per Calò e Verdi "il silenzio della Provincia di Firenze e della Regione Toscana ognuna delle quali con specifiche quote di competenza sui temi del trasporto pubblico" e "inaccettabile" la posizione di quelle amministrazioni comunali che più volte, a seguito dei tagli del Governo sui trasporti, hanno dichiarato di essere solidali e sensibili alle richieste dei Comitati e degli utenti "fino a arrivare a annunciare forme di protesta eclatanti che di fatto non hanno avuto seguito".
Da evidenziare, per Rifondazione, il fatto che "assumere un ruolo defilato e accondiscendente pone le amministrazioni Locali sullo stesso livello di responsabilità di chi, come Trenitalia, adotta atti e comportamenti pirateschi: ci chiediamo dove siano finite la concertazione istituzionale, le fantomatiche cabine di regia e l’azione di monitoraggio più volte annunciata dagli Enti Locali. Non solo si violano gli impegni ma chi avrebbe dovuto controllare e tutelare i diritti dei pendolari-utenti viene meno a delle funzioni politiche e istituzionali".