Variantina alla strada regionale 69 di Figline Valdarno, gara pubblica bloccata per “anomalie”. Rifondazione comunista, con i consiglieri provinciali Andrea Calò e Lorenzo Verdi, chiede di "ripristinare trasparenza e legalità per ultimare le gare, fare i lavori considerati strategici per la viabilità della zona , rimuovere tutte le approssimazioni gestionali". In un'interrogazione la ricostruzione dei consiglieri. Il 17 ottobre 2009 l’Amministrazione Provinciale unitamente al Sindaco di Figline Valdarno, "con la solita scenografia da 'terzo millennio', inaugurarono il secondo lotto dell’attesissima variantina che dovrebbe, se ultimata, collegare il Ponte sull’Arno con la Massa".
In quell’occasione "tra tripudi e fanfare l’Assessore Provinciale alle Infrastrutture confermò che i lavori per il terzo lotto - 60 metri la lunghezza del tratto stradale che inizia dal Ponte sul Torrente Galliana e termina in prossimità della rotatoria in zona stadio - dovevano iniziare a breve distanza, dalla fine del secondo lotto. Da quel momento il tema del miglioramento della viabilità, del completamento della variantina alla SR 69 di Figline Valdarno e della qualificazione e messa in sicurezza del fatidico tratto urbano ritenuto strategico dagli Amministratori Locali è stato inspiegabilmente abbandonato".
Non è la prima volta che "l’Assessore provinciale alle grandi opere con la defilata complicità del Sindaco di Figline Valdarno 'buca' gli impegni assunti con la cittadinanza e l’intero tessuto economico e sociale del Valdarno fiorentino regalando all’opinione pubblica pessime performance amministrative (passerella ciclopedonabile, realizzazione variante alla Sr 69 in riva destra dell’Arno e soprattutto la redazione del progetto definitivo del secondo ponte sull’Arno)". Solo che questa volta "l’hanno fatta grossa perché sul III lotto è sceso il buio più totale: infatti dal 29 maggio un comunicato stampa dell’assessore Cantini dichiarava che erano state aperte le buste relative alla gara per il completamento del III° lotto.
Ma da allora regna nuovamente l'assoluto mistero sulle sorti di un’opera essenziale per tutto il Valdarno Fiorentino e che costerà circa un milione ed 800 mila euro, interamente finanziati dalla Regione Toscana". Da atti e documenti della Provincia di Firenze resi pubblici dalla stampa, "sembra che silenzi, reticenze e ritardi all’avvio dell’opera siano dovuti ad alcune offerte avanzate dalle imprese in regime di gara pubblica ritenute anomale. Infatti emergerebbe che 'l'offerta della "Rti C.A.S.T.A.
Srl (Capogruppo)/Pagano Costruzioni Srl" – prima classificata - è giudicata anomala. Stessa sorte per le altre sei imprese classificate nei primi sette posti della graduatoria'". Dunque "è necessario che la Provincia di Firenze e il Comune di Figline Valdarno chiariscano senza alcun indugio lo stop ai lavori, rendano pubbliche in modo tempestivo e trasparente le motivazioni, rimuovendo ostacoli, ritardi e tutte approssimazioni tecniche gestionali". Il prolungarsi di questa situazione "ha motivazione unicamente nella superficialità della gestione delle gare di appalto pubbliche e porta conseguenze gravi nell’allungamento dei lavori, giudicati strategici dalla stesse Amministrazioni Locali".
Calò e Verdi chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di "chiarire l’iter relativo alla concreta realizzazione del terzo lotto, quindi la prosecuzione della variante SR 69; se è vero che nell’iter della gara pubblica siano stati giudicati 'anomali' i primi sette soggetti che si sono aggiudicati la gara. Come pensa l’Amministrazione Provinciale, se risulta veritiero quanto suddetto, di sbloccare questa situazione che si è venuta a creare e in quali tempi pensa di ripristinare trasparenza e legalità facendo iniziare i lavori tanto attesi?".
“Ma quale gara bloccata? Quali reticenze? Quale buio? Quali misteri? Ma quali approssimazioni tecniche? Il consigliere Calò non solo dimostra una paurosa ignoranza dei fatti e delle procedure, ma con le sue affermazioni si scaglia contro quei meccanismi che sono stati creati a tutela del lavoro e della sicurezza dei lavoratori. Tali dichiarazioni appaiono vergognose soprattutto se fatte da un politico che si spaccia come difensore dei lavoratori”. Laura Cantini, vicepresidente della Provincia di Firenze con delega alle Infrastrutture, replica alle affermazioni di Andrea Calò (consigliere provinciale del gruppo di Rifondazione Comunisti Italiani) in merito alla gara per l’aggiudicazione dei lavori di realizzazione della cosiddetta variantina di Figline alla strada regionale 69.
“La gara – spiega Laura Cantini – è regolarmente in corso e segue le procedure di legge. Anche le tappe di avvicinamento all’apertura del cantiere vanno avanti. L’anomalia delle offerte non è un’opinione della Provincia o dei suoi tecnici, ma scatta automaticamente in base un calcolo matematico relativo al ribasso sull’offerta presentata che poi richiede, come previsto dal decreto legislativo n. 163 del 2006, una serie di verifiche che la Provincia sta svolgendo rispettando i tempi che sono previsti dalla legge.
Non si tratta di ritardi ma di controlli previsti non solo a garanzia dei lavoratori ma anche contro il riciclaggio, le speculazioni e le infiltrazioni mafiose. Tutto ciò si svolge nella massima trasparenza e in modo pubblico. Le insinuazioni di Calò sono di una gravità inaudita. Se esiste ‘superficialità’ questa è solo di chi parla senza sapere cosa dice, spargendo dubbi e insinuazioni inaccettabili”.