Domani, lunedì 20 dicembre, Ataf&Li-nea garantiranno il 90-95% del servizio, sia in termini di mezzi che di personale. Secondo la programmazione aziendale, risulteranno limitate soltanto alcune tratte di Linea nelle zone collinari di Scandicci e, per quanto riguarda Ataf, non verranno raggiunti alcuni capolinea nelle zone più impervie non liberate dalla neve. Non verranno coperte le linee scolastiche a seguito della chiusura delle scuole disposta dalle autorità competenti. Questo il teso della lettera aperte che Filippo Bonaccorsi il presidente di Ataf, la società di trasporto pubblico di Firenze e hinterland, ha inviato questo pomeriggio alla stampa.
Partiamo dalle considerazioni facili: gli autobus non volano ma viaggiano sulle strade, quello che succede sulle strade coinvolge l'Ataf esattamente come i taxi, le ambulanze, le migliaia di automobili private. La situazione di totale blocco di tutta la rete stradale non ve la devo certo raccontare io, ci sono le testimonianze drammatiche di tutti coloro che sono stati ore e ore fermi sotto la neve.Ecco, accanto a quelle auto incolonnate che non facevano un metro di strada c'erano i bus dell'Ataf, con alla guida gli autisti che avevano finito il turno da ore e che stavano ad aspettare dei cambi che non potevano arrivare mai. E' ovvio che chi aspettava un bus a una fermata sotto la neve stava soffrendo, ma come ci poteva arrivare a quella fermata un bus intrappolato nel mare macchine ferme dall'altra parte della città? Non riuscivamo neanche a uscire dai depositi di viale dei Mille o di via Pratese, né riuscivamo a far rientrare i mezzi per montare le catene.
A proposito delle catene, forse è bene spiegarlo ancora una volta: gli autobus, che pesano diverse tonnellate, non possono uscire con le catene alle ruote se le strade non sono innevate, perché si distruggono prima le strade e poi gli autobus. E le catene sugli autobus non si possono montare 'al volo' in strada come si fa su una Panda: bisogna riportarli in deposito, montarli sul ponte e mettere le catene. Tenere i bus pronti con le catene montate già dal giorno prima, come qualcuno ha suggerito, avrebbe significato non far uscire i bus venerdì mattina dalle 5.40 alle 12.30 e lasciare a piedi la gente 'preventivamente'.
In sintesi non avremmo portato la gente a scuola e al lavoro per tenere i bus con le catene fermi in deposito ad aspettare la neve. L'altra possibilità - quella che abbiamo scelto - era fare normalmente il servizio fin quando iniziavano ad arrivare i primi fiocchi per rientrare in quel momento velocemente nei depositi a montare catene e gomme termiche. In questo modo i bus senza né catene né gomme termiche avrebbero garantito il servizio nelle strade della città, mentre quelli equipaggiati per la neve avrebbero raggiunto le aree collinari e periferiche. Cosa non ha funzionato? Quando alle 13 abbiamo dato agli autisti l'ordine di rientrare nei depositi era ormai troppo tardi: gli autobus sono rimasti intrappolati nelle strade, in mezzo alle automobili.
Volare non si poteva. Non abbiamo bloccato strade, non abbiamo causato incidenti, nessuno a bordo si è rotto neanche un'unghia, non abbiamo lasciato nessuno abbandonato in mezzo alla tormenta. Certo, agli autisti che erano fermi a bordo dei mezzi tre ore oltre la fine del loro turno di lavoro, abbiamo detto di lasciare i bus a bordo strada: oltre 90 autobus ma tutti in condizioni di sicurezza, senza intralcio al traffico, e li abbiamo recuperati quasi tutti durante la notte tra venerdì e sabato.
Non ci sto a passare addirittura per la causa di quello che è successo e non ci sto ad essere additato con argomentazioni davvero eccessivamente banali: Ataf il venerdì 17 lo ha subito come e quanto gli automobilisti, i tassisti e tutti coloro che sono rimasti intrappolati. Irresponsabile sarebbe stato cercare di far muovere su uno strato di neve un bus da 12 metri con 50 persone a bordo. Se c'è neve, se c'è ghiaccio gli autobus non possono e non devono viaggiare.
Innumerevoli i marciapiedi e le strade ricoperte dal ghiaccio sulle quali non è stato sparso un briciolo di sale o di ghiaino. Un po’ poco dopo le promesse del Sindaco all’indomani del 18 dicembre dell’anno scorso dove la città fu bloccata da una nevicata improvvisa. “Non si ripeterà” ebbe a dire allora Renzi. Anche l’assessore Mattei non è esente da responsabilità in questa vicenda e forse se fossi nei suoi panni rimetterei il mio mandato nelle mani del Sindaco". Così Mario Razzanelli della Lega Nord.
Razzanelli conclude: "Credo che occorra” cambiare marcia”. Il problema vada affrontato in modo serio e costruttivo. Domani, in Consiglio comunale proporrò l’istituzione di una commissione consiliare "ad hoc" per accertare cause e responsabilità, per fare una precisa analisi dei fatti e della macchina comunale che non ha funzionato con lo scopo di formulare proposte concrete affinchè un disastro del genere non si debba più ripetere". L'emergenza neve approda anche in Provincia Comunicazione della Giunta su quanto accaduto durante l'emergenza durante la seduta del Consiglio provinciale di lunedì 20 dicembre, nella Sala IV Stagioni di Palazzo Medici Riccardi (Via Cavour 1).
Seduta fiume, convocata per le ore 9:30. Richiesta una seduta urgente della Commissione Trasporti della Provincia con l’audizione di Trenitalia, Global Service e Protezione Civile Cittadini e pendolari "prigionieri dell’inefficienza e dell’approssimazione, a Firenze e in Provincia la maglia nera della gestione dell’emergenza neve. Gravissime responsabilità di Trenitalia, Global Service e Società Autostrade e di alcune Amministrazioni locali": durissimo atto di accusa dei consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi.
La mobilità ha un prezzo "sempre più alto per i cittadini, i biglietti, gli abbonamenti e le gabelle sono sempre più care ma le società di gestione nell’accanimento continuo verso i profitti si scoprono incapaci di garantire i diritti dei cittadini e per niente disposte ad investire sulla sicurezza e nella gestione delle situazioni di emergenza". Queste le ragioni che "hanno determinato la situazione intollerabile e incomprensibile che si è venuta a creare nella giornata di ieri sulla mobilità del territorio provinciale".
A fronte delle annunciate precipitazioni nevose la gestione della situazione si è rivelata "del tutto inadeguata e migliaia di persone si sono trovate in situazioni drammatiche senza nessun aiuto concreto – punti di raccordo, di segnalazione, di governo del traffico, di informazioni". C’è da domandarsi come mai, "nonostante l’attendibilità dei rilievi fatti circa le precipitazioni nevose, non siano stati approntati livelli decenti di intervento da parte di organismi e forze deputate all’emergenza e alla protezione civile.
Inquietante è il fatto che tutta l’opera di prevenzione è stata totalmente ignorata proprio da coloro che avevano precise responsabilità politiche e tecniche". Alla stazione di Firenze Santa Maria Novella circa cinquemila persone dal pomeriggio "sono rimaste bloccate e completamente abbandonate da Trenitalia: corse rinviate poi cancellate senza che nessuna informazione sia stata data ai passeggeri costretti ad attendere per ore o a trovare sistemazioni di emergenza". I pendolari del Mugello hanno dovuto attendere la partenza del treno per Borgo San Lorenzo delle 14.40 fino alle 21.40 aspettando per 7 ore "senza ricevere alcuna informazione sulla loro sorte da parte del personale addetto di Trenitalia con macchinisti e capotreni impossibilitati a rispondere alle domande dei passeggeri poiché abbandonati dai loro superiori". Dalle prime informazioni risulta che il grosso delle problematiche sarebbe stato causato "dagli scambi delle rotaie ghiacciati per il non funzionamento del sistema di riscaldamento automatico degli stessi e ciò evidenzia gravi responsabilità per la mancata manutenzione soprattutto alla luce di un evento meteorologico largamente preannunciato".
Situazioni analoghe sulle autostrade A1 e A11 e sulla super strada Fi-Siena. Sulla Fi-Pi-Li migliaia di mezzi e di persone sono rimaste bloccate già al cadere dei primi fiocchi di neve "e abbandonate per ore, con gravi responsabilità di chi, Global Service, avrebbe dovuto prevenire e gestire una situazione divenuta con il passare del tempo drammatica". Mentre sulle tratte stradali di diretta competenza pubblica e gestite direttamente dalla Provincia "i problemi sono stati parzialmente contenuti, in quelle affidate in gestione il livello di incompetenza e impreparazione è risultato inaccettabile tanto da richiedere a nostro avviso una riflessione di natura politica sulla efficacia e sui risultati delle esternalizzazioni, ma anche sui contratti di servizio con società come Trenitalia che ieri ha messo in evidenza la sua inaffidabilità e la scarsa considerazione per gli utenti".
Uno scenario che Calò e Verdi definiscono "inquietante e che richiede un’immediata definizione delle responsabilità e di concrete misure conseguenti nei confronti dei soggetti responsabili". La situazione "non è stata delle migliori" neppure sugli snodi viari provinciali che collegano la città di Firenze alla Valdisieve, al Valdarno F.no e al Chianti. Inoltre è significativo "il fatto che i pochi uomini impegnati sul versante degli aiuti e della protezione civile sono stati sprovvisti di mezzi e strumenti (spazzaneve, spargisale) idonei a fronteggiare l’intensità nevose e soprattutto mal coordinati".
Per tali ragioni il Gruppo Consiliare di Rifondazione Comunista ha richiesto una seduta urgente della Commissione Trasporti con l’audizione di Trenitalia, Global Service e Protezione Civile e si attende "una doverosa comunicazione da parte del Presidente della Provincia di Firenze su quanto è stato fatto da parte dell’Amministrazione Provinciale e su quanto si poteva fare in realtà". Certo è che "la politica tutta ha fatto una brutta figura e una pessima performance purtroppo sulla pelle della gente".