A Reggello una ragazza marocchina di 13 anni durante le ore di insegnamento musicale porta una cuffia alle orecchie per non ascoltare la musica dato che secondo le considerazioni di suo padre muratore immigrato di stretta osservanza musulmana "La musica è da infedeli" e sua figlia "deve rimanere pura". Prima di arrivare al compromesso delle cuffie, la ragazza saltava le lezioni e due anni fa, in prima media, è stata bocciata per troppe assenze. "E' la dimostrazione di quanto sia difficile che certe popolazioni -commenta il Capogruppo Lega Nord alla Provincia di Firenze, Marco Cordone- riescano ad integrarsi nella nostra società occidentale e del ruolo marginale che ha la donna nella società musulmana, un monito questo alle numerose conquiste delle donne nella moderna società occidentale.
Da questo tipo di atteggiamenti, la nostra società occidentale sempre più debole a livello identitario rischia di essere stravolta, ed allo stesso tempo, non si da un bell'esempio ai nostri giovani i quali vedono una loro compagna di studi che tiene una cuffia per non ascoltare la lezione di musica.E tutto ciò viene interpretato in maniera ipocrita, secondo i crismi del miglior relativismo culturale. Ci chiediamo se risponda alla nostra tradizione culturale impedire ad una ragazzina di ascoltare la lezione di musica.
Non voglio creare allarmi mediatici ma le credenze di ognuno(come dice qualcuno), per noi si scontrano con la casa comune costituita dalla nostra civiltà occidentale che si origina dai valori giudaico cristiani e nel campo della musica ha dei geni come Haendel che ha composto Il Messia". «La vicenda dell’imam marocchino che a Reggello vieta alla figlia di partecipare alle lezioni di musica perché “da infedeli” – commenta Gian Luca Lazzeri, consigliere regionale della Lega Nord Toscana – è grave e paradossale.Mi chiedo se vi siano i presupposti per continuare a garantirgli il diritto di soggiorno, e se debba usufruire della ‘casa popolare’ pagata dagli “infedeli”.
Quest’ultimo, a quanto pare, non è un peccato… Vietare alla figlia tredicenne di partecipare a lezioni scolastiche – prosegue il consigliere regionale eletto nella circoscrizione fiorentina – perché considerate da infedeli è estremamente grave e significa non volersi integrare nella nostra società. Arrivare a un compromesso mettendo alla ragazza delle cuffie è grave. La scuola dovrebbe, infatti, garantire pari dignità ed uguaglianza per tutti, ma così facendo discrimina ed isola una ragazza di soli 13 anni.
Noi in molte scuole per compromesso e sbagliando abbiamo già tolto presepi e crocefissi. La Legge è uguale per tutti. Se un italiano sottoponesse a tali trattamenti la propria figlia, verrebbe subito attivato un meccanismo di verifica e tutela verso il minore che potrebbe portare fino alla revoca della patria potestà e all’affidamento del minore ai servizi sociali. Questa verifica dovrebbe avvenire anche per il caso dell’imam di Reggello e confido che verranno presi i provvedimenti del caso.
Se non si vuole rispettare le leggi, allora non bisogna venire nel nostro Paese. L’imam, invece, è venuto nel nostro Paese per convertirci. Per ora chi subisce è solo una bambina. Se il muratore marocchino non ha intenzione di accettare gli “infedeli”, la loro storia, la loro cultura, la loro tradizione etc., può tornarsene al proprio Paese d’origine dove potrà fare ciò che gli pare. Nel nostro Paese non abbiamo bisogno di immigrati che fomentano le divisioni e, di conseguenza, l’odio e lo scontro tra culture.
Qui abbiamo bisogno di immigrati che accettino le nostre regole e che si integrino con noi. Il marocchino di Reggello – conclude Lazzeri – ha dimostrato il contrario e non può stare nel nostro Paese. Mi dispiace per sua figlia». «La musica – aggiunge il capogruppo nonché musicista Antonio Gambetta Vianna – è uno dei massimi momenti di unione ed integrazione tra culture diverse. Il fatto di Reggello è estremamente grave e deve far riflettere perché in Italia ci sono migliaia di casi come questo che, poi, sfociano in efferate violenze.
Mi stupisco della preside che canta alla missione completata perché, con le cuffie, la ragazza non fa più assenze. La missione completata ci sarà solo quando la ragazza sarà al pari degli altri alunni e potrà partecipare regolarmente alle lezioni. Quando sarà affrontata la Divina Commedia, la tredicenne sarà anche lì costretta a usare le cuffie e si tapperà pure gli occhi? O salterà direttamente le lezioni di lettere?». «Il caso dell'imam che nega alla figlia di seguire le lezioni di musica a scuola perché “da infedeli” – spiega l'eurodeputato Claudio Morganti – è il classico esempio della volontà di integrazione di questi signori che vogliono avere solo diritti senza doveri e fare ciò che pare e piace loro nel nostro territorio.
O questi signori si mettono in testa di accettare la nostra cultura o che se ne tornino pure nel proprio Paese di origine. Noi non ci sottometteremo mai al loro volere. Quello di Reggello non è un caso isolato di soprusi dettati dall'Islam. Non dimentichiamoci di Hina Saleem e Sanaa Dafani, uccise perché fidanzate con due italiani. E non tralasciamo pure la cena fiorentina offerta dal Comune nella quale la delegazione iraniana non si è seduta perché al tavolo c'erano due funzionarie comunali, colpevoli solo di essere donne.
Ma i casi, purtroppo – conclude l'onorevole Morganti –, sono molti altri e tuttora ci sono centinaia di Reggello in tutto il nostro Paese». L'europarlamentare Claudio Morganti, intanto, ha presentato un'interrogazione parlamentare in Unione Europea sul 'caso-Reggello' insieme al collega di partito onorevole Mario Borghezio.