di Nicola Novelli Successo questa domenica per l’iniziativa dedicata a tutta la famiglia in occasione della mostra Bronzino. Pittore e poeta alla corte dei Medici (a Palazzo Strozzi sino al 23 gennaio 2011). Il poeta Roberto Piumini ha aperto il programma alle 10,00 con uno spettacolo al Cinema Odeon. Già autore di programmi Rai e libri per ragazzi, Piumini ha coinvolto i più piccoli in una performance basata su testi da lui scritti e che sono la base di tutte le attività che la mostra rivolge ai bambini, a cominciare dalle didascalie di alcune delle opere in mostra.
Per tutta la giornata le famiglie hanno potuto partecipare ad attività di laboratorio che hanno avuto luogo a Palazzo, nel cortile e in piazza. E' stata l'occasione per apprezzare la qualità dell'esposizione in corso, una passeggiata nell'arte di uno dei secoli di maggior fulgore della città. Del '500 Agnolo di Cosimo detto il Bronzino (Monticelli 1503 – Firenze 1572) fu testimone e protagonista. La mostra lo accompagna dai suoi primi passi di artista alla bottega del Pontormo, la cui amicizia e collaborazione si interromperanno solo alla morte del maestro, sino all'eredità creativa tramandata all'allievo Alessandro Allori, figlio del collega prediletto prematuramente scomparso. Il susseguirsi di tavole e arazzi racconta disdascalicamente l'allontanarsi del giovane Bronzino dallo stile austero del maestro empolese, del quale però non dimenticherà mai la visione “filosofica”, che il visitatore impara a ritrovare nel susseguirsi di capolavori proposti dai curatori.
Bronzino, con la sua perfezione tecnica facilmente apprezzabile, diventa così il più stimato pittore della Corte Medici, da cui sostanzialmente non si allontanerà mai. I suoi ritratti però conservano sempre distacco e ironia. E anche quando tratteggiano l'immagine del potere di una dinastia consapevole di avere una prospettiva secolare, riescono a riprodurre nelle imperfezioni dei volti, nelle irregolarità delle mani, in quegli occhi mai sorridenti dei suoi protagonisti, quell'essenza dell'umano fallibile che Pontormo, con la sua pittura più “popolana”, aveva trasmesso al Bronzino. A dispetto del soprannome, rispetto al maestro, è proprio Agnolo di Cosimo a fare da ponte tra due visioni artistiche difficilmente conciliabili.
Bronzino compiace il committente e pure lo restituisce ai suoi difetti, o limiti, umani, perché la perfezione è solo dell'arte e della divinità. Un equilibrio che solo un grande intellettuale saprebbe garantire grazie a una cultura personale che percorre le arti, la poesia e la filosofia, attraverso un'esistenza difficile tra pestilenze e guerre. Ma anche dopo il disastroso assedio di Firenze conquistata da Carlo V, Bronzino ritornerà alla sua città in cui saprà animare con infiniti dibattiti il mondo culturale (delle accademie) e quello religioso (degli intellettuali sensibili problematicamente ai temi della Riforma). Il risultato della mostra è una straordinaria carrellata iconografica, la classicità dell'immagine fiorentina, in costumi di scena, abiti e armature che hanno reso immortale la nostra città.
Da Cosimo I de' Medici alla bella Eleonora di Toledo e i suoi figli, dall'amico Bartolomeo Panciatichi al ritratto della dama con cagnolino. Un canone di perfezione in cui l'artista va cercato appunto nei dettagli. Come nel ritratto di Giovanni, figlio del Granduca, vittoriosa scommessa con il committente maggiordomo di corte (far star fermo un bambino così piccolo!), in cui costretto l'infante nel principesco abito, sembra quasi averlo catturato come si trattiene un uccellino in mano, lo stesso che il fanciullo constringe, regalandosi una risata. Condurre i giovani fiorentini a vedere l'esposizione temporanea di Palazzo Strozzi non è una sfida, ma una piacevole occasione per riscoprire la grandezza fiorentina di un tempo.
Un'esperienza che si completa scendendo al Centro di Cultura Contemporanea Strozzina, per vedere anche i nuovi volti e meccanismi dell'autorità nella mostra che analizza il ritratto e la rappresentazione mediatica del potere politico, economico e sociale nel mondo contemporaneo. Paragone non facile in un epoca in cui le arti figurative non servono più per rappresentare un potere immateriale e invisibile, che piuttosto che se stesso preferisce rappresentare la realtà “rigenerata in TV”.
Paradossalmente l'unica rappresentazione completa del potere viene offerta dalla controinformazione che si sforza di ricostruire la dimensione e i contorni dei soggetti sociali prevalenti. Come nel caso del collettivo The Yes Men (USA), di cui viene presentata l'iniziativa antagonista che ha messo in crisi l’immagine della multinazionale responsabile della catastrofe ecologica di Bhopal in India. L'iconografia dominante paradossalmente non si trova a Palazzo Strozzi, ma per le strade della città, sostituiti i dipinti regali di un tempo identificanti nome e ruolo del soggetto, da impersonali modelli di bellezza e successo nelle vetrine dei negozi alla moda, moderne cornici dell'immaginario mediatico.