Nei primi decenni del cinema, il ruolo delle donne non si limitò unicamente alla sfera della recitazione, ma si estese ad attività considerate prettamente maschili come critica, regia, produzione, montaggio, sceneggiatura e fotografia. Per indagare questo aspetto non molto noto lunedì 11 ottobre, all’Altana di Palazzo Strozzi e al cinema Odeon a partire dalle 15, si terrà una giornata di studio e proiezioni sul tema Donne e storia del cinema, organizzata dal Corso di laurea magistrale in Scienze dello Spettacolo dell’Università degli Studi di Firenze e curata da Cristina Jandelli.
L’iniziativa, realizzata in collaborazione con FTS – Mediateca Toscana Film Commission, Istituto Italiano di Scienze Umane, Laboratorio Immagine Donna, Associazione Orlando, Sarah Lawrence College e Scuola Lorenzo de’ Medici. L'iniziativa si inserisce nel contesto della ricerca Women and Film History International che vede studiose e studiosi di tutto il mondo impegnati da circa un decennio a ricostruire e analizzare nel suo complesso e nelle sue molteplici forme il contributo femminile alla storia del cinema. Alle 15, all’Altana di Palazzo Strozzi, la coordinatrice del progetto Jane M.
Gaines della Columbia University di New York e la responsabile nazionale della ricerca, Monica Dall’Asta dell’Università di Bologna, terranno una conferenza dal titolo Women Film History as Metahistory introdotta da Sandro Bernardi dell’Università degli Studi di Firenze. Negli ultimi anni il progetto, avviato al fine di riscoprire il lavoro delle numerose donne che furono attive nell’industria cinematografica mondiale tra la fine dell’Ottocento e i primi anni trenta del Novecento in ruoli creativi, tecnici e manageriali (registe e sceneggiatrici ma anche attrici, produttrici, montatrici, distributrici ed esercenti), si è consolidato ed ha portato a numerose iniziative di ritrovamento e restauro di film muti. In questo contesto si inseriscono nel programma della giornata le proiezioni che si terranno al cinema Odeon a partire dalle 17.30.
Not So Silent / Pioniere del muto italiano propone tre film realizzati in Italia fra anni dieci e venti con accompagnamento al piano del maestro Nicoletta Conti e costituisce un’anteprima della XXXII edizione del festival Incontri Internazionali di Cinema e Donne che si terrà dal 5 all’11 novembre nell’ambito della 50 Giorni di Cinema a Firenze. L’ingresso è libero. Il film che apre il programma, Umanità di Elvira Giallanella (1919), è un’opera senza paragoni nella produzione coeva.
Tratto da un racconto ottocentesco il film fu in parte girato sul Carso, nei veri luoghi di battaglia del primo conflitto mondiale e resta il tentativo singolare di una donna di testimoniare il proprio impegno contro la guerra. La regista e produttrice di quest’opera pedagogica rivolta all’infanzia è una pioniera italiana ancora pressoché sconosciuta. Segue “A Santanotte” di Elvira Notari (1922), uno dei massimi successi della casa di produzione napoletana Dora Film e fra le opere più importanti della maggiore regista italiana del periodo muto.
Lea e il gomitolo (Cines, 1913) è il breve film comico che, come nei programmi cinematografici delle origini, chiude il ciclo di proiezioni. Si tratta di un piccolo gioiello del cinema muto italiano. Questo breve film, interpretato dalla circense Lea Giunchi, sprigiona con massima energia il desiderio di liberazione dagli obblighi della vita domestica di una ragazza d’inizio novecento. Alessandro Lazzeri