Il prossimo martedì 9 marzo, al Cinema Odeon, Lo Schermo dell'Arte e FST - Mediateca Toscana Film Commission dedicheranno un omaggio alla celebre artista iraniana Shirin Neshat. Alle ore 21.00, per gentile concessione di BIM Distribuzione, sarà proiettata l’anteprima del suo acclamato film “Donne senza uomini”, Leone d'argento per la miglior regia alla 66° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia (ingresso a pagamento); nel pomeriggio dello stesso giorno, alle ore 18.00, si terrà un incontro con l’artista coordinato da Silvia Lucchesi, direttore Lo schermo dell’arte (ingresso libero). Shirin Neshat è una delle artiste più celebri del mondo dell’arte contemporanea, protagonista di mostre nei maggiori musei internazionali, quali il Whitney Museum (NY, 1998), la Tate Gallery (Londra, 1998), il Castello di Rivoli (2002), l’Hamburger Bahnhof (Berlino, 2005), lo Stedelijk Museum (Amsterdam 2006), il National Museum of Contemporary Art (Atene 2009).
“Donne senza uomini” è il suo primo film lungometraggio con il quale esordisce nel cinema vincendo il Premio per la miglior regia all'ultimo Festival di Venezia. Tratto dall’omonimo romanzo di Shahrnush Parsipur che per questo libro è stata censurata ed esiliata dall’Iran, narra la storia di quattro donne iraniane nell’estate del 1953 quando un colpo di stato guidato dagli americani e appoggiato dagli inglesi, depose il primo ministro democraticamente eletto e restaurò lo Shah al potere.
Appartenenti a classi sociali diverse, le quattro donne fuggono da Teheran per rifugiarsi in uno splendido giardino dove trovano indipendenza, conforto e amicizia. Le musiche sono di Ryuichi Sakamoto. In linea con la filosofia di Odeon Firenze e Lo schermo dell'arte, Mediateca Toscana Film Commission, in accordo con la BIM , ha deciso di utilizzare per questa occasione una copia in lingua originale sottotitolata in italiano. Fotografa e video artista, Shirin Neshat ha da sempre dedicato il suo lavoro al tema dell’identità della donna musulmana e al suo ruolo nella società contemporanea islamica.
“Donne senza uomini” nasce da un progetto più complesso, formato da cinque singoli video ispirati allo stesso libro, realizzati tra il 2004 e il 2008 e presentati nei maggiori musei del mondo, progetto al quale ha collaborato il marito Shoja Azari, co-sceneggiatore e produttore associato. Shirin Neshat (Qazvin-Iran 1957) vive tra New York e l'Iran. Lascia il suo paese negli anni della rivoluzione iraniana per studiare arte a Los Angeles. Successivamente si trasferisce a New York.
Nel 1990 torna in Iran per la prima volta e trova il paese profondamente cambiato dal nuovo stile imposto dal regime teocratico soprattutto nei confronti delle donne. Da quel momento, attraverso il suo lavoro, affronta le difficili condizioni sociali all'interno della cultura islamica, con particolare attenzione alla figura della donna velata e privata dei propri diritti e al significato sociale, politico e psicologico dell’essere donna nelle società islamiche contemporanee. Debutta con la sua prima mostra personale a New York nel 1993.
Sue opere sono nelle collezioni dei maggiori musei del mondo. Ha ricevuto il Premio Internazionale della 48° Biennale d’arte di Venezia nel 1999. A Firenze, Shirin Neshat ha esposto al Rondò di Bacco per Pitti Discovery (2000) e alla mostra “Donna Donne” a Palazzo Strozzi (2005). Shahrnush Parsipur (Teheran 1946 ) vive negli Stati Uniti. Negli anni Settanta, è ripetutamente arrestata dalla polizia segreta dello Shah. Nell’estate del 1990, a quasi vent’anni dalla sua realizzazione, pubblica il romanzo “Donne senza uomini”, a seguito del quale viene condotta in carcere, dove rimane reclusa per sei mesi, processata insieme al suo editore e rilasciata dietro il pagamento di un’ingente cauzione.
Il romanzo viene quindi messo al bando e il governo iraniano fa pressione sull’autrice affinché in futuro smetta di scrivere. Comincia ad acquisire notorietà anche all’estero e viene invitata a tenere conferenze negli Stati Uniti, Germania, Canada, Inghilterra, Svezia, Danimarca e Francia Nel 1993 ottiene il premio “Lillian Hellman–Dashiell Hammett” per il coraggio mostrato contro la repressione dei diritti umani. Tutti i suoi romanzi, eccetto uno, sono banditi dall’Iran. In Italia “Donne senza uomini” è uscito nel 2004 pubblicato da Giovanni Tranchida Editore.